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-Agenti, vi presento Lysandre Armstrong. Ha richiesto i vostri servigi.-
Dyan, Natalie e Jessica si fecero avanti nella stanza, rimanendo dietro Kaelee. Quest'ultima non ricambiò il saluto del signor Armstrong, ma puntò gli occhi sull'Agente Robert Redford - altrimenti noto come Agente Doppia R - il capo del settore registrazioni. -I nostri servigi?- chiese, con la voce impregnata di sarcasmo. -Ci sono un sacco di altri agenti.-
Prima che l'agente doppia R potesse dire qualsiasi cosa Lysandre si fece avanti, sirridendo amabilmente.
-Desidero voi, mi avete colpito ieri sera, alla festa di Thomas Jacobson. E penso di aver bisogno proprio di voi.- Mentre parlava, Lysandre Armstrong, teneva gli occhi puntati in quelli di Kaelee.
Lei, per un attimo, rimase incantata dal sorriso e dalla voce vellutata di quell'uomo, ma soprattutto lo era dei suoi occhi. Sarebbero potuti essere diamanti puri, presi e incastonati negli occhi al posto delle iridi. Kaelee osservò l'uomo, non lo aveva guardato bene alla festa, era concentrata sulla missione, ma avrebbe dovuto vederlo. Era un uomo alto, con lucenti capelli color petrolio che cadevano in due piccole ciocche ai lati della fronte, mentre tutto il resto era tirato indietro sulla nuca. Era snello e prestante, con un volto dalla mascella squadrata e ricoperta di una rada barba ben curata. Kaelee non aveva visto uomo più attraente in vita sua, e aveva sempre vissuto in un posto dove tutti, ma proprio tutti, erano incredibilmente attraenti.
Alla fine deglutì e riprese il suo comportamento serio. -Siamo onorate, ma non vedo perché potremmo farlo meglio noi, piuttosto che qualcun'altro.-
-Perché siamo le migliori, Audrey.- disse Jessica, con il suo solito tono di chi spiega qualcosa a un bambino.
Kaelee fece per aprir bocca e rispondere, ma Dyan la precedette, puntando un dito verso Armstrong. -Ehi! Ho capito chi sei. Eri alla festa di quel Jacobson.- esclamò, abbassando poi il dito e sorridendo. -Sei un imprenditore di Manhattan. Sei tipo stra ricco, molto più del tizio della festa di ieri.-
Lysandre ridacchiò, - e Kaelee non poté fare a meno di notare che aveva una risata fantastica, bassa e morbida. - poi annuì, rivolgendosi a Dyan. -Esatto, per quello ero lì. Il signor Jacobson voleva vendermi una delle sue proprietà.-
Kaelee si intromise nella conversazione, lanciando un'occhiataccia a Dyan. -Molto interessante, signor Armstrong...-
-Mi chiami Lysandre, la prego.- mormorò, sorridendo a Kaelee, e solo a lei.
Lei alzò un sopracciglio e continuò, imperterrita. -Signor Armstrong andrà bene, grazie. Mi spiega come ha saputo di noi? Deve conoscerci per aver richiesto espressamente i nostri servigi.- concluse, incrociando le braccia sotto al seno.
Lysandre Armstrong sorrise. -Vi ho notate alla festa, come non farlo, eravate al centro dell'attenzione. Comunque, ho notato che recitava, Audrey, e, inoltre, non ho visto graffi sul signor Handersen. Quando una donna viene aggredita, di solito la prima cosa che fa è graffiare il suo assalitore, ma lei non lo ha fatto, sbaglio?- L'uomo mantenne il sorriso, un po' sghembo, sulle labbra fini.
In quel momento un ragazzo, intorno ai vent'anni, arrivò nella stanza senza bussare. -Signore, Jacobson sta per accogliere un ospite. Da quello che ha detto si tratta di un fornitore speciale.-
-Bene, Johnny. Ti sei assicurato che nessuno sentisse?- chiese Doppia R, rivolgendosi al ragazzo. Quello annuì con sguardo serio. -Bene, bene, allora spostati nella stanza privata. Ti raggiungiamo lì.-
Il ragazzo annuì di nuovo e scomparve.
Lysandre Armstrong guardò l'agente dietro la scrivania, con sguardo curioso. -Che nessuno sentisse?-
Doppia R annuì piano. -Sì, la missione Thomas Jacobson era segreta anche alla maggior parte degli agenti. Apparte le signorine qui presenti ed io erano a conoscenza della missione solo Johnny e il capo del GAI.-
-Per via di un infiltrato, presumo. Comunque, non sono affari miei.- rispose Armstrong, facendo un sorriso rispettoso e sedendosi su una delle sedie imbottite. -E penso che dovrò aspettare qua.-
-Esatto, signor Armstrong. Mi spiace lasciarla qui da solo, ma il lavoro chiama.- Aggiunse parecchia enfasi sulle parole "mi spiace", lanciando occhiate agli angoli della stanza, con sguardo eloquente.
Se Armstrong avesse provato a fare qualsiasi cosa sospetta, loro lo avrebbero visto.
Il giovane imprenditore annuì, guardando l'uomo dritto negli occhi, poi incrociò le gambe e rimase fermo.
-Bene, Agenti, andiamo a incastrare quel bastardo.- esclamò Doppia R, poi fece il giro della scrivania e uscì dalla stanza, seguito da Dyan, Jessica e Natalie.
Kaelee rimase per un attimo ferma immobile, studiando la postura di Armstrong. Lui si girò verso di lei e sorrise. -Ci vedremo più tardi, Agente Audrey.- poi ammiccò.
Kaelee rimase impassibile e si girò per poi uscire, chiudendosi la porta alle spalle. Raggiunse le sue compagne e Natalie le si affiancò, parlando a bassa voce.
-O quel tipo è molto intelligente o ha informatori ovunque.-
-Propendo per la seconda.- commentò Kaelee, seguendo Doppia R e le sue amiche.
Natalie sorrise, osservando lo sguardo dell'amica. -Kaelee Holmes, non dirmi che sei interessata a quell'uomo.- Kaelee le lanciò un'occhiataccia, e il sorriso della ragazza si affievolì. -Nessuno ti biasimerebbe. È attraente, l'ho visto anche io.-
Kaelee sbuffò e guardò davanti a sè. -Natalie, ti assicuro che non sono interessata a quel tipo. E ora basta, ti prego, voglio concentrarmi sul risolvimento della missione.-
Natalie annuì e si allontanò, affiancando Dyan, che era davanti a loro.
Uscirono dalla stanza delle registrazioni, chiudendo la porta, ed entrarono in quella subito accanto. Era molto più piccola e poco illuminata, anche se non avrebbe dovuto.
-Perché c'è così poca luce?- tuonò Doppia R, guardando il soffitto. C'era un pannello illuminato e l'altro spento. L'uomo sbuffò. -Dopo manderò qualcuno ad occuparsene. Per ora rimarremo così.-
Il ragazzo di prima - l'agente Johnny - era già seduto davanti alla scrivania, praticamente nascosta sotto le apparecchiature per l'ascolto, con una cuffia appoggiata all'orecchio. Quando li sentì arrivare si girò e sorrise. Aveva un bel viso, soprattutto quando sorrideva, riusciva a illuminare la stanza. -Oh, eccovi. Giusto in tempo, "l'ospite" è in arrivo proprio ora.-
L'agente Doppia R fece cenno a Kaelee di sedersi, e lei lo fece senza una parola. Johnny tolse le cuffie e rese la registrazione udibile a tutti nella stanza.
"Signore, il suo ospite è arrivato."
"Fallo entrare e portalo qui." Kaelee ricordava bene la voce sgradevolmente graffiante di Jacobson, non era particolarmente felice di risentirla. -Sono nello studio, giusto?- chiese, sussurrando come se potessero sentirla dall'altro lato della cimice.
-Esatto. Attualmente Thomas Jacobson si trova nel suo studio.- rispose Johnny, sorridendo a Kaelee. A quasi tutti gli agenti del GAI che conoscevano Johnny era chiaro che avesse una cotta per Kaelee. E lui era carino, tanto dolce e intelligente, ma a Kaelee non interessava, era giovane per lei, e inoltre non aveva tempo per pensare all'amore.
Pochi istanti dopo si sentì la porta dello studio che si chiudeva, nella sala registrazione calò un silenzio così assoluto che Kaelee poteva sentire il suo cuore battere nelle orecchie.
"Ben arrivata, siedi pure."
C'era una nota strana nella voce di Jacobson, come desiderio.
"Preferisco stare in piedi, grazie. Dov'è il mio pagamento?"
Una donna. La talpa era una donna. Kaelee conosceva quella voce, ma non riusciva a collocarla. Era come se il nome di quella donna cercasse di farsi largo nel suo cervello, ma rimaneva indietro, urlando che era lì senza poter fare capire chi fosse.
"Quanta fretta. Non vorresti fermarti a bere qualcosa?"
"Senta, ho eseguito il lavoro, le ho portato il materiale, mi paghi e me ne andrò. Non ho alcun interesse a rimanere."
La voce della donna era alterata, come se fosse nervosa, agitata.
Ad un tratto Natalie trattenne il respiro. Tutti nella stanza si girarono a guardarla. Aveva sul viso un'espressione scioccata, come se non credesse neanche lei a quello che sentiva.
-Agente Elizabeth, cosa c'è?- chiese Kaelee guardandola, in attesa che dicesse il nome della spia. Perché era ovvio l'avesse capito.
-Ho... No, non può essere.- mormorò, sconcertata.
-Agente, chi è la spia?- insistette Kaelee, indurendo il tono di voce. Ora era un ordine.
-La vicedirettrice del GAI. L'ex Agente operativo Sandra Dee.- sussurrò, fissando il microfono, dal quale provenivano ancora le voci di Jacobson e della traditrice.

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Spazio Autrice

Giorno a tutti/e.
Ok, mi sento un po' un'idiota, pubblico questa parte tantissimo, troppo, tempo dopo il capitolo due, ma purtroppo non ho avuto molta (per niente) ispirazione, con nessuna delle storie che sto scrivendo.
Poi da inizio Ottobre ho ricominciato la scuola, dopo quattro anni di nullafacenza totale, quindi torno a casa in uno stato tale che se dovessi incontrare Rick Grimes per strada finirei con un machete piantato in mezzo agli occhi. Chebbello.

Ok, detto ciò, assicuro a chiunque legga con piacere questo libro, che non lo lascerò a se stesso, lo continuerò e lo finirò, solo non so in quali tempistiche. Scusate.
Sono assolutamente felice che vi stia piacendo, i commenti che ho ricevuto sono stati dolcissimi *-* non ho parole per ringraziarvi.

Ora, dopo questo papiro, vi saluto con tanti baci.
Vi auguro piumoni e cuscini a volontà.
Andrea.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 08, 2015 ⏰

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