"Il maggior ostacolo del vivere è l'attesa, che dipende dal domani ma spreca l'oggi."Lucio Anneo Seneca
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*Étienne pov's*
Scostai le coperte dal mio corpo e mi alzai. Spostai lo sguardo di fianco a me e notai la ragazza con cui avevo fatto sesso, dormire pacificamente. Aveva il viso rilassato, i capelli completamente spettinati a causa di ciò che avevamo fatto prima. A quella scena sorrisi involontariamente.
Purtroppo, quel sorriso non durò a lungo, non appena vidi l'orario sulla sveglia che si trovava sul comodino dietro di lei.
3:20
Per l'ennesima, fottutissima volta, mi svegliai a quell'orario che mi perseguitava da settimane. Decisi di vestirmi con una semplice felpa e un paio di pantaloni della tuta, presi una sigaretta e uscii a fumare.
Non appena fui fuori, accesi la sigaretta, ne aspirai un tiro e cominciai a pensare a tutto ciò che riguardava quel dannatissimo sogno, ma soprattutto al fatto che mi svegliavo continuamente alla stessa ora, ormai da tre settimane.
Quei dannatissimi occhi verdi, per quanto potessero starmi sulle scatole, dovevo ammettere che erano i più belli che avessi mai visto.
Rimasi lì a pensarci, tanto che la sigaretta era già finita.
Ritornai dentro e notai che la ragazza dai tratti angelici mi stava osservando. Chiusi la porta che dava sul balcone e le sorrisi in modo provocatorio. Mi avvicinai a lei con passo lento ma deciso, fino a raggiungere il letto.
Senza dirle nulla mi tolsi la felpa ma rimasi con i pantaloni per poi mettermi su di lei e baciarla avidamente. Le accarezzai prima il viso, poi il collo per poi scendere fino ad arrivare al suo fianco, dove lo strinsi leggermente. Lei in risposta, gemette appena ma mi fece capire che voleva che io continuassi.
Lei iniziò ad accarezzarmi i capelli per poi stringermeli forte facendomi uscire dalle labbra un gemito di dolore misto al piacere. Capovolse le posizioni e potete ben immaginare come andò a finire quella situazione.
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Passai la mia birra a Ethan, dato che ieri sera avevo già esagerato. Mi piaceva bere ma mi ubriacavo raramente. Tendevo, anzi, mi piaceva avere il controllo della situazione e al sol pensare di perdere il controllo mi mandava in bestia.
Guardai Ethan e per un attimo invidiai il mio migliore amico. Lui era totalmente l'opposto di me. Lui era il sole e io ero la luna o almeno così ci avevano definito le altre persone quando ci vedevano insieme(cioè sempre).
Eravamo seduti in quel locale da almeno mezz'ora e già mi ero rotto le palle di stare seduto, così decisi di andare a fumare una sigaretta. Avvisai Ethan, che decise di venire anche lui.
Non appena uscimmo, l'aria di novembre prese il sopravvento. Londra, in quel periodo, era più spoglia del solito, ma a me piaceva così; d'altronde, in quel periodo lo ero anche io, anzi, molto più del solito. Del resto, simile attrae simile, quindi chi meglio di me potrebbe amarla, giusto?
Ethan mi passò il suo pacchetto di Lucky Strike per farmi prendere una sigaretta. Non appena la presi, la accesi sia per me che per lui.
"Stasera volevi fare qualcosa?" mi chiese.
"Non penso. Stasera ho l'ispirazione giusta per scrivere un po'. Nonostante nelle ultime settimane mi continui a svegliare sempre allo stesso orario." Gli risposi con una voce un po' incazzata da quella situazione
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𝑰𝒍 𝑹𝒊𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒐 𝑫𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑮𝒊𝒖𝒔𝒕𝒊𝒛𝒊𝒂
RomanceTRAMA: Demetra, sin da piccola, ha sviluppato una forte curiosità per il mondo dell'occulto. Guardava sua madre fare le carte alle sue amiche, cercare il significato dei sogni, ricaricare le pietre e amava imitarla in qualche modo. Per lei, sua madr...