5.

1.5K 75 3
                                    

John allungò una mano verso il comodino per prendere i preservativi e il lubrificante ma non  trovò i profilattici.
«Cazzo!» Mormorò a mezza bocca il moro, appoggiando la testa sulla spalla di Dylan. L'altro alzò la testa e guardò anche lui nel cassetto del comodino. Sospirò e fece cadere la testa sul comodino.
«Per me va bene, mi fido di te...» Sussurrò in modo dolce il rosso, alzando il viso di John verso il suo. Un sorriso tenero si aprì sulle sue labbra e una luce strana gli passò gli occhi. Il moro socchiuse la bocca, nuovamente senza parole davanti a tanta sincerità. Quando le loro labbra si toccarono una scarica di piacere percorse i due dalla punta dei capelli a quella dei piedi, facendo uscire un piccolo gemito al moro che si perse sulle labbra di Dylan. Lui dal canto suo non fece nulla per aiutare l'altro, lo strinse a se in modo malizioso e gli accarezzò la schiena lentamente, con le sue calde mani.
«Non ti azzardare a parlare, baciami e facciamo l'amore.»
«Sei sicuro di volerlo fare senza?»
«Se per fare un passo così importante bisogna amare, io ti amo John, ti amo dal primo giorno di liceo in cui ci siamo incrociati nel corridoio, da quando ti guardavo da lontano, sperando di poterti un giorno conoscere e amare. Probabilmente non te ne sei mai accorto, non mi hai mai notato, ero anonimo ai tuoi occhi. Ho sofferto in silenzio per molto tempo, ma adesso che sono qui non mi lascerò scappare questa occasione, anche se le cose tra noi torneranno come prima.»
Rimase pietrificato, non sapeva cosa dire, cosa pensare, nemmeno cosa fare. All'improvviso John si arrampicò sul corpo di Dylan e prese a baciarlo con passione. Il rosso percorse la sua schiena con le mani fino a posarle alla base e spingere il bacino di John contro al suo. Un gemito leggero si perse sulle labbra dei due. Dylan portò le mani sulle natiche di John e gli abbassò lentamente i boxer fino alle ginocchia, aiutandosi poi con un piede li sfilò del tutto. Un sorrisino impertinente spuntò sul viso del più piccolo.
«Penso sia ora di restituire il favore... sdraiati, pancia in su...» Disse mentre si mordeva il labbro e si alzava a sedere stando davanti a John.
«Dylan ma che...» Sgranò gli occhi non capendo cosa volesse dire con quella frase, ma lo capì soltanto quando si sdraiò e subito le sue labbra lambirono un capezzolo stuzzicandolo con la lingua. Passò all'altro continuando a tormentare quello con le dita, scese ancora con le labbra lungo il suo fianco per poi risalire e posare un bacio umido sulla pelle dello stomaco. Il respiro del moro era eccessivamente veloce e irregolare, mentre il suo cervello era completamente azzerato, voleva solo che alleviasse la tensione al suo basso ventre, in qualsiasi modo volesse ma che l'alleviasse. Buttò la testa sul cuscino quando dallo stomaco quando l'altro scese sugli addominali, che John sapeva apprezzasse, mordicchiando la pelle qua e là. Dagli addominali lasciò una scia di baci umidi sull'anca e la coscia, passando dall'interno e tornando su.
«Oh mio Dio...» Ansimò il moro, con la testa ancora reclinata all'indietro sul cuscino, in preda all'euforia del momento. Le mani di Dylan accarezzavano piano i  fianchi fino alle costole e viceversa, mentre le sue labbra infiammavano la pelle attorno al membro dell'altro, ormai al limite sopportabile.
 «Sono un al limite... Ti prego.» Sfoderò un sorriso forzato. La testa di Dylan si alzò di scatto, lasciando in sospeso il movimento delle mani. I suoi occhi neri perforarono quelli di John e si incantò a guardarli, perdendocisi dentro.
«Mmh, hai ragione meglio arrivare al punto.» Si alzò dal letto in tutta la sua eleganza e meravigliosamente nudo prese a raccogliere i propri vestiti dal pavimento.
«Ma che pensi di fare scusa!?» Il tono di voce del moro non trasmetteva certo felicità ma la risata dolce e leggera di Dylan riempì l'aria.
«Infatti, stiamo arrivando al punto in cui appena finito ti accorgerai che è stato solo sesso e mi caccerai dal tuo letto mentre io farò la mia passeggiata della vergogna...dove cavolo ho messo la maglietta!?...» John rimase scioccato dalle sue parole, non poteva credere che pensasse davvero quelle cose.
«Pensi questo di me? Pensi davvero che potrei venire a letto con te e quando ho finito, cacciarti come una puttana? Spero tu stia scherzando Dylan e se lo stai facendo, non è affatto divertente.» Disse con enfasi tirandosi a sedere. Una risata sarcastica lasciò le labbra del rosso e le sue spalle tremarono. John strinse gli occhi cercando di capire cosa stesse succedendo e quando arrivò alle sue spalle poté vedere le lacrime che rigavano il suo volto perfetto.  Gli prese dolcemente il volto tra le mani e lo fece voltare verso di me, in modo da poterlo vedere bene e potergli spiegare cosa significasse per lui averlo accanto. Lo guardò e si perse nei suoi tratti mezzi islandesi e mezzi irlandesi, un mix strano quando meraviglioso. Gli accarezzò le labbra piene, appoggiando la sua fronte a quella dell'altro, rilasciando un sospiro. I singhiozzi scuotevano le spalle del rosso e facevano tremare le sue labbra, mentre le lacrime scendevano lente lungo le guance e si scontravano contro le mani  di John ancora sul suo viso.
«So che magari non è il momento adatto per parlarti di queste cose, però penso anche che ti faccia bene sapere quello che provo e che ti ficcherai finalmente in quella testa dura che con te non sarà solo sesso, non sarebbe stato solo sesso neanche prima... io provo qualcosa per te, sul serio.»
Tirò su con il naso e alzò la testa. Proprio in quel momento John vide una scintilla passare attraverso i suoi occhi neri e ciò lo spaventò non poco. Con un gesto secco tolse le mani del moro dal suo viso e lo prese dietro al collo, intrappolando le sue labbra in un bacio mozzafiato, stringendolo sempre di più a sé, riaccendendo la fiamma momentaneamente sopita della passione.

Don't lie to me, baby.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora