Tradimento

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Mezz’Elfa

Non aveva praticamente chiuso occhio, ripensando al fatto che avrebbe rivisto il suo maestro di lì a poco. Lui, per lei, era tutto. L’aveva presa con sé quando non era che una bambina. Lei si ricordava ancora dei pianti di sua madre, quando quell' uomo si era presentato promettendole un futuro da favola per la figlia: addirittura ne ricordava le testuali parole: «Signora, sua figlia possiede un dono innato! Sotto la mia guida potrebbe svilupparlo e diventare ancora più brava. Posso prenderla con me?» La ragazzina lo guardava ammirata, in cuor suo sognando di essere già in viaggio con lui. La madre della piccola, invece, fissava quell'uomo torva, e già pensava a come toglierlo di mezzo. Lui, però, nonostante un primo rifiuto, dal canto suo non si arrese e anzi si rifece vivo altre quattro volte, finché la madre della piccola diede il suo benestare. La fanciulla raccolse in una borsa quel poco che aveva e partì per quella che lei considerava una nuova avventura, senza nemmeno voltarsi indietro. Con il suo maestro, la ragazzina imparò tecniche di lotta e a vivere in contatto con la natura.

Crebbe nel fisico e nello spirito. Le sue virtù preferite erano la gentilezza e l'onestà. Stette col maestro per molti anni. Imparò a conoscere la vita nei suoi aspetti belli e pure in quelli brutti,  insomma, conobbe la vita vera, quella vissuta. Lui con lei era dolce e al contempo severo, proprio come piaceva alla mezz’Elfa.

Per poter finalmente vivere la propria vita in libertà, la giovane aveva dovuto affrontare il maestro in un combattimento ad armi pari: ne era uscita sconfitta e tuttavia non aveva voluto rinunciare a intraprendere il suo cammino di vita in solitaria. Una notte fuggì via, convinta che non avrebbe mai più rivisto il suo mentore. Ed ora invece  eccola qui, pronta a ritrovarsi faccia a faccia con lui, dopo tanto tempo.

Le compagne di viaggio la osservavano contrariate, neanche fossero state costrette a seguirla; in realtà nessuno le aveva obbligate. Di fatto, avrebbero potuto tranquillamente prendere una strada diversa. La mezza Elfa in certi momenti appariva strana, confusa, quasi che un misto di paura e felicità la attanagliasse. Solo Moon sembrava averne colto il turbamento e le si era avvicinata con cautela. «Tutto a posto?»  le domandò. «No, ma perché me lo chiedi?» fu la brusca risposta. «Non so, spesso riesco a percepire le emozioni delle persone e anche adesso sento che qualcosa ti turba. Sei agitata, come se il cuore ti battesse a mille! Quindi te lo richiedo: si può sapere che ti succede?»  A quella risposta, la mezz’Elfa comprese che non poteva più inventare scuse o mezze verità. « Ricordate la storia che vi ho raccontato a Parma? Intendo quella sullo sterminio avvenuto nel mio paese... e poi lo avete visto con i vostri stessi occhi! Se non fossi andata via con il mio maestro, avrei potuto salvare tutti. Invece, quando feci ritorno a casa, la guerra era ormai incominciata. Tentai inutilmente di fermarla ma oramai il danno era stato fatto. Ora rivedrò- mio malgrado -  il mio antico maestro e la cosa mi pesa tremendamente!» 

«Non potevi saperlo. Proprio come Maddie non sapeva della scuola! Ognuno di noi ha un peso da portare, ma con una differenza: tu sei pienamente consapevole della tua scelta.» Moon aveva fatto centro: la perspicacia insita nel ragionamento era inoppugnabile. La mezza Elfa cercava vendetta, ma le altre che ruolo avevano in tutto ciò? Per non parlare poi di quella giornalista, con quel suo non so che di familiare!

Tutte domande che al momento restavano senza risposta. Ripresero il cammino, e finalmente giunsero a destinazione. Il luogo era deserto, apparentemente non c’era anima viva. “Strano” pensò la ragazza dalle orecchie a punta. Aveva paura, perché sentiva che qualcosa doveva essere successo, pur non avendo la benché minima idea al riguardo.

Moon si avvicinò alla mezza Elfa. «Ci conviene andare via!» le disse con voce triste. «No, non ci penso proprio!» ribattè l'altra.

«Fai come vuoi, ma ti ripeto che non è sicuro rimanere qui. Almeno per una volta da' retta a chi ti vuole solo aiutare!» protestò la ragazza,  per poi allontanarsi. La giovane con le orecchie a punta rimase colpita dalle parole di Moon, al punto da non saper piu che fare. Andarsene via avrebbe significato voltare le spalle al maestro: d'altra parte, se fosse restata, avrebbe dovuto giocoforza affrontare il suo passato.

Alla fine prese la sua decisione e si diresse di corsa verso una casa che conosceva bene, seguita dalle altre giovani.
Giunse alla dimora del maestro. Vincendo ogni esitazione residua bussò alla porta. Un signore dall'aspetto un po' attempato le aprì. «Maestro!» esclamò sorridente. «Tu?! Ma che cosa ci fai qui? Scappa!» le disse lui, allontanandola da sé.
D’improvviso, comparve sulla scena una sfilza di scheletri, che iniziarono ad attaccare le ragazze. Anche il maestro si unì a quei mostri. «Te lo avevo detto che eravamo in pericolo!» le urlò contro Moon. La mezza Elfa stentava a crederci: la persona che lei credeva esserle amica si era trasformata in un temibile nemico. Fu una tristissima constatazione, ma del resto quello non era certo il momento di controbattere e protestare.

La sola priorità era lottare e sconfiggere gli scheletri, anche a costo di scontrarsi in un terribile duello con il suo ex maestro. La lotta fu molto dura e cruenta.

Moon e Sallie diedero prova di valore e coraggio, mentre Clarence e Maddie si dettero alla fuga subito, senza neppure provare ad aiutare le loro compagne di viaggio. Gli scheletri erano molto forti e per di più il maestro, con le sue magie, riuscì a sconfiggere le giovani, una ad una. Valence era veramente triste: non si aspettava certo un simile comportamento da parte di chi le aveva sempre giurato affetto e lealtà.

La battaglia stava prendendo una brutta piega per tutte loro, quando all'improvviso un bagliore acceco' temporaneamente tutti quanti. Qualcuno, ovvero una figura incappucciata, venne a salvarle. Questo personaggio sbucato fuori dal nulla aveva usato una spada formidabile, un' arma invincibile, fabbricata dagli elfi.

Valence se ne era immediatamente accorta e quando aveva fatto per avvicinarsi a quel misterioso salvatore, quest'ultimo si era velocemente dileguato. La mezza Elfa e le sue compagne erano a dir poco esterrefatte. L'identità del cavaliere col cappuccio, per il momento, non venne svelata. Chissà, forse in futuro lo avrebbero nuovamente incontrato - pensarono tutte - La mezza Elfa, comunque, aveva ben altro per la mente: il suo antico maestro era morto in quel combattimento, anche se a lei ciò non dispiaceva affatto; in fin dei conti era stata ignobilmente tradita dalla persona che un tempo era stata per lei, a tutti gli effetti,  una guida spirituale.

Ora però, le giovani dovevano assolutamente fuggire via da quel luogo sinistro, popolato da nemici in soprannumero. «Seguitemi!» urlò Valence. In fretta e furia si diressero tutte verso il bosco, senza fermarsi un solo istante. Raggiunsero la riva di un torrente e lì, stanche e affrante, si sdraiarono sulla tenera e morbida erba, per poi addormentarsi profondamente. Soltanto Valence rimase sveglia un altro po', pregustando la vendetta che avrebbe perpetrato contro gli scheletri e i loro alleati.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 11 ⏰

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