Moon

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Moon

Moon si era svegliata di soprassalto. Aveva fatto un sogno e, come al solito si era dimenticata tutto. Aveva il cuore che le batteva a mille, voleva urlare a squarciagola ma si trattenne perché aveva paura di disturbare gli altri che dormivano o meglio, Valence e la mezz’Elfa erano ancora sveglie. Decise di lasciarle sole e, fece una passeggiata per calmarsi un poco.

Lì, mentre camminava in quel luogo incantato, incontrò un animale particolare e molto bello. Era un unicorno speciale perché aveva le ali. Moon era estasiata da quella vista, voleva toccarlo e salirci ma, aveva paura. Così indisturbata decise di andare via però, l’animale la bloccò. “Vieni con me, giovane fanciulla” Moon era stupita, perché poteva sentire i pensieri  di lui. Impaurita ma incuriosita, gli andò incontro.

“Posso sentire il terrore che anela nel tuo cuore Dea. Non devi avere paura di me, sali in groppa e ti farò fare un giro.” La ragazza non se lo fece ripetere due volte e fece come gli era stato detto. Una volta in volo, Moon assaporò la libertà che tanto cercava, si sentiva felice come non mai.

Si rese conto, di non aver detto ancora una parola da quando lo aveva visto, il timore di disturbarlo era talmente forte che, inconsapevolmente era stata in silenzio ma ora, sentiva di desiderio di esprimere in parole le emozioni che provava in quel momento e aprì la bocca «Grazie per avermi fatto salire nella tua groppa» L’unicorno frenò bruscamente e disse: «non bisogna essere gentili ma, solo accettare quello che ho deciso per te. Ora ti dico qualcosa di importante stammi a sentire.» Moon era preoccupata, non sapeva cosa dire e rimase in ascolto.

«Tu, giovane dea farai grandi cose ma non ora, in questo istante ma, più in là. Quando sarà, ascolterai il tuo cuore e comprenderai il tuo cammino, per il momento sappi che il pericolo per voi è imminente. La tua compagna di viaggio la mezz’Elfa è in grave pericolo. Il suo maestro che lei tanto ammira e vede come amico, sarà la sua condanna. Starà a te, giovane dea ad aiutarla a scappare da lì e, farle cambiare idea» concluse per poi riprendere il volo.

Moon era stranita da queste rivelazioni, come avrebbe potuto fare o cambiare gli eventi di a li poco? In più non conosceva la ragazza e, se si fosse arrabbiata con lei, perché aveva provato a parlarle?

Tutti questi pensieri la tartassavano mentre guardava il panorama attorno a sé. Cercò di non pensarci ma aveva timore di sbagliare. “Scendiamo?” chiese. “Hai parlato mentalmente. Brava Moon” rispose l’animale. “Nemmeno me ne sono accorta” ribatté la ragazza. “Hai un dono straordinario, quello di parlare con tutti gli animali, non esitare a chiedere aiuto a loro quando ne avrai bisogno. Ora torniamo giù, l’alba è alle porte e io devo tornare nella mia tana mentre tu, devi tornare dai tuoi compagni.” 

Così dicendo, planò dolcemente sul terreno. “Ecco! Sei arrivata. Si, vai da loro ma ricorda, non fidarti per ora di nessuno. Solo più in là capirai chi mente e, chi invece dice la verità.”

Moon aveva imparato a non ringraziare ma, solo guardandosi negli occhi, compresero di avere fiducia l’uno per l’altro. La ragazza salutò l’anale e poi tornò all’accampamento. Si girò per l’ultima volta ma l’unicorno era sparito nel nulla. Nel suo cuore però, sapeva che l’animale per lei ci sarebbe stato per sempre.

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