1. Come un petalo di rosa

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Alla fine, non sono gli anni della nostra vita che contano, ma la vita nei nostri anni.

Riley

Sono passati tre anni, due mesi e un giorno da quando ho smesso di amarlo. Era dannatamente bello, all'epoca. Così tanto che quando lo guardavo restavo abbagliata da lui. E come poteva qualcosa che mi abbagliava come il sole farmi del male? Forse perché il sole è così. Bisogna sempre ricordarsi di mettere la crema solare, altrimenti ti scotti, ti bruci e ti fai del male. Ed era quello che era successo a me. Ho avuto troppa fiducia in quelle parole. "Ti amo tantissimo" E ora mi ritrovo piena di ferite e cicatrici visibili sia fuori che dentro. Alex mi ha fatto del male, sì, ma sono convinta che non fosse colpa sua. È colpa di Boston, la città che me l'ha portato via. Lei, e i suoi abitanti fuori di testa.

"Buona domenica, Riley" Logan, con aria rassegnata che sia già domenica, mi dà un colpo sulla spalla e mi fa sussultare, mandandomi di traverso il latte.

Tossisco più volte e lo guardo.

"Buongiorno anche a t-te, Logan" le sue occhiaie sono anche più evidenti del solito. Oggi sono di un colore bluastro come le notti in cui non dorme.

"Studiato a che sta' notte?" Fissa il caffè con desiderio prima di prenderlo in mano e berne un sorso. Mi guarda stanco e quasi triste.
"Può darsi" beve un altro sorso e accoglie Josh facendogli spazio sulla panca.
''...'Giorno" Josh si stiracchia e poi fissa Logan dritto negli occhi. Si scambiano un leggero sorriso. Probabilmente Josh ha incurvato le labbra per la faccia buffa, piena di occhiaie e con dei baffi di caffè di Logan.
Mamma e Lee si avvicinano. Lee, a differenza di tutti noi, sembra raggiante e ci guarda con un sorrisetto compiaciuto.
"La notte è fatta per dormire, sapete?" mormora.
"Stai zitto" gli risponde Logan. Mi siedo su uno sgabello dell'isola al centro della cucina e prendo una banana dal cesto della frutta.
I miei impegni di oggi si riordinando nella mia mente in modo scorrevole. Guardo Logan cercando di capire se sia in grado di affrontare una nuova giornata, ma i miei pensieri si spostano subito all'ennesimo problema: la scuola. La scuola per certi è un luogo dove rifugiarsi, ma per me... per me è come entrare in una trappola. E la trappola si chiama Alex. Cerca sempre di avvicinarmi con il suo sorrisetto scaltro e malvagio, ma non ha capito che da quando mi ha impresso la cicatrice che ho sul braccio, non posso più fidarmi.
Tuttavia la scuola inizia domani, e se non agisco oggi ( come ovviamente non farò, perché rischio la morte), mi dovrò ritrovare di nuovo etichettata come:"Riley O'Connor, la fidanzata dello stronzo".
La verità è questa: lo odio da morire, e non ho nessuna voglia di fargli da ombra ancora quest'anno, sperando che smetta di iniettarsi droghe di ogni tipo.
La voce di mamma mi riporta alla realtà.

Logan

La voce di mamma mi riporta alla realtà. Urla come se fossimo i suoi piccoli soldatini, pronti a intervenire in qualsiasi caso.
"Gli impegni di oggi sono..." Inizia una lunga fila di eventi, ma a me non interessa altro che l'addio al celibato di Anne. Voglio stare il più possibile con lei prima che quello che c'è tra di noi venga interrotto da un'intruso: Colt, suo "marito". Il nome di quest'ultimo viene urlato da mamma insieme ad altre parole di cui ne percepisco solo una:"Anne". Alzo la testa dal tavolo e faccio un sorriso.
Nella mia famiglia ero il più bello, il più muscoloso e il più empatico. Ma di sicuro anche il più fragile. Bhe, lo stesso non si più dire di Riley, lei è difficile da decifrare, ma credo di aver capito cosa nasconde: è forte, determinata, ma anche fragile. Forse non lo sa perché nessuno l'ha ancora ferita. Le ferite che porta sono esterne. Come quella volta che è caduta in bicicletta: è andata contro un palo e, non ho ben capito come, si è procurata una cicatrice al braccio, ma a lei non piace parlarne. Come se fosse più di una semplice cicatrice.
Eppure lei resta forte.
Ma non è quel segno sulla pelle che mi preoccupa, è il fatto che anche lei un giorno crollerà. Perché fuori resiste al freddo della vita, ma dentro, è come se non avesse nessun'arma per difendersi dal gelo del dolore. Perché la verità è che lei è più fragile di tutti noi messi insieme. Lei è fragile come un petalo di rosa.

Un altro che di sicuro mi preoccupa è Josh... il baby cyborg di casa. Non so come definirlo... forse un artista di strada? Passa la maggior parte del suo tempo in giro con gli amici e gli piace mettersi borselli neri di "Guci" (voglio specificare, con una "c"), e tute nere con cappucci neri. Ed è anche uno dei migliori del suo gruppo: invece di andare in giro con una sigaretta che mia madre non gli farà mai mettere in bocca, preferisce mettersi dei lecca-lecca alla fragola (in camera sua c'è un'intera riserva). Per non parlare di Lee! Lui è davvero problematico. Vorrebbe essere come Josh (fatto sta', il suo gemello), ma per noi resta sempre il piccolo cervellone quattr'occhi, con delle camice che solo mio nonno osava indossare e oltre a questo, anche il panciotto.
Noi eravamo la famiglia: io, mamma, Lee, Josh e Riley.
E forse un giorno ci sarà anche Anne. Anche se è impossibile.

Riley

Indosso un vestito verde acqua, lungo fino a metà polpaccio e una mezzacoda lunga che rispecchia la bellezza dei miei capelli rossi.
"Sei bellissima" cerco di mettermelo in testa, ma non c'è la faccio.
"Sei..." Una lacrima mi scende lungo la guancia. La scaccio con un gesto veloce.
"...bellissima" mettermi davanti allo specchio ma cercare di convincermi di questo è più difficile.
La porta si spalanca e mamma fa la sua entrata.
"Cambio di programma, va' solo Logan"
"Come sarebbe a dire? Perché?"
"Ha insistito così, non fare domande"
Quando mamma diceva: non fare domande, allora bisognava preoccuparsi davvero. In cosa si è cacciato Logan? Droga, soldi... Sesso? Impossibile.
"È tardi, va' a dormire. Domani inizia la scuola" il solo pensiero mi fa' salire il vomito ma posso resistere. Come ho sempre fatto.
Mi metto a letto e spengo la luce.
Sogni d'oro, principessina

Come veri nemici-1 REVISIONATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora