capitolo 3

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L'esibizione durò per circa un'ora, mentre il locale era sempre più pieno di persone entusiaste di ascoltare le canzoni della band.

Per i ragazzi questo sembrava quasi un sogno, non erano di certo abituati a suonare davanti a così tanta gente e il che li rendeva alquanto nervosi ma allo stesso tempo entusiasti del successo che stavano riscontrando.

Stanco, ma felice, Nicolò diede l'ultimo strimpello di chitarra per poi sentire il pubblico applaudire e fischiare rumorosamente alla fine dell'esibizione.

Carolina nel mentre, era lì in un angolo del bar con Dalila, e non riusciva a staccare nemmeno un secondo gli occhi dal chitarrista.

«Ti sei incantata? È un bel ragazzo vero?» le chiese Dalila dandole un colpetto sulla spalla che fece tornare Carolina alla realtà.
Quest'ultima arrossì leggermente per poi rivolgere l'attenzione verso l'amica.

«Si certo, non lo metto in dubbio ma non è quello il motivo per il quale avevo lo sguardo rivolto verso di lui, è piuttosto il modo straordinario in cui suona ad avermi catturata»

Dalila sbuffò notando come Carolina non si sbilanciasse mai su argomenti del genere; nel mentre Nicolò e il resto della band si stavano avvicinando proprio al loro tavolo con in mano dei bicchieri contenti probabilmente un qualche liquido alcolico.

«Siete stati grandiosi cazzo!» esclamò la ragazza dai capelli blu invitando la band a sedersi con loro, cosa che fecero poco dopo.

«È solo grazie a te se abbiamo suonato qui, posso offrirti un drink in segno di ringraziamento?» chiese Fabio a Dalila con una certa dolcezza e forse anche con un pizzico di interesse personale verso la ragazza.

Dalila accettò volentieri e iniziò a conversare in modo acceso con tutti i membri della band.

Carolina invece, se ne stava completamente in disparte, non le piaceva socializzare in locali pieni di gente e in più era sopraffatta dalla sua grande timidezza.

«Tu immagino sia la ragazza timida e riservata del duo, o sbaglio?» le chiese Nicolò, seduto proprio a fianco a lei, mentre si distaccava dal discorso di Dalila con la band.

«Non amo le situazioni di questo genere» rispose Carolina freddamente, mentre il suo sguardo rimaneva fisso sul tavolino pieno di bicchieri di fronte a lei.

«Se può confortarti nemmeno io» rispose il chitarrista bevendo un sorso di gin tonic.

«Eppure sembrava ti piacesse essere acclamato da tutta quella gente»

Nicolò accennò un lieve sorriso dopo quella supposizione di Carolina.

«Non sono quel genere di persona, non cerco la fama, né tantomeno un pubblico che mi acclami»

Carolina rivolse finalmente il suo sguardo verso Nicolò, guardandolo in modo stranito.

«E cosa può mai cercare un chitarrista talentoso come te?» chiese curiosa la ragazza, iniziando a provare un particolare interesse per il discorso.

Nicolò arrossì leggermente per il complimento appena ricevuto.
«La mia è solo una grande passione, tutto qua»
Fece un altro sorso terminando il suo gin tonic.

«Comunque sono Nicolò» porse la mano verso Carolina, e quest'ultima la strinse presentandosi a sua volta.

La serata continuò per circa ancora mezz'ora, e dopo la conversazione avuta con Nicolò, Carolina riuscì a parlare, anche se poco, con il resto della band.

Dalila sembrava del tutto ubriaca, a quanto pare non reggeva molto l'alcol, infatti stava continuando a straparlare e ridere dopo appena due drink.

«Forse è meglio che andiamo Dalila» disse Carolina inquieta, iniziando ad imbarazzarsi per il comportamento che stava avendo la sua coinquilina.

«No! mi sto divertendo!» rispose biascicando a causa dell'alcol in corpo.

Carolina sbuffò, si alzò dal tavolo del bar, prese la giacca e si diresse verso l'uscita del locale, lasciando lì Dalila e la band.

«Posso accompagnarti?» la voce di Nicolò dietro di lei la fece sobbalzare, mentre aveva appena aperto la porta di uscita.

Lo guardò con aria sospettosa, era una ragazza molto diffidente, soprattutto per quanto riguarda gli estranei.

«Sto bene così grazie» rispose freddamente uscendo dal locale, lasciando il ragazzo leggermente spiazzato.

Nicolò però la seguì fuori dal bar; è vero la conosceva appena, ma era sempre stato premuroso nei confronti delle persone e gli sembrava inadeguato lasciar tornare a casa da sola una ragazza in piena notte.
«Dai, lascia che ti accompagni, ragazza misteriosa» disse andando a recuperare la sua chitarra e richiudendo la porta del locale dietro di lui.

È vero, Carolina era diffidente, ma sapeva riconoscere quasi subito un animo buono da uno approfittatore, e fu per questo che decise di fidarsi di Nicolò.

Nel tragitto verso casa, ci fu incredibilmente molto dialogo tra i due; Nicolò le raccontò nel dettaglio come aveva iniziato il suo percorso da chitarrista e Carolina sembrava affascinata dalla resilienza che ci metteva il ragazzo per portare avanti la sua passione più grande.

Arrivarono a destinazione dopo circa una ventina di minuti, ma nonostante ciò, i due sembravano non volersi separare mentre approfondivano sempre di più i loro discorsi.

«Mi suoni qualcosa?» chiese improvvisamente Carolina, lasciando un po' perplesso Nicolò.

«Qui? Davanti al tuo condominio in piena notte? Ai tuoi vicini mi sa che non piacerebbe l'idea» rispose il ragazzo, suscitando una risata in Carolina.
«Ma sai che c'è? Sti cavoli dei vicini» continuò Nicolò per poi togliersi dalle spalle la chitarra e rimuovere la custodia da essa.

Iniziò a suonare il brano che gli era sempre riuscito meglio, giusto per sorprendere un po' la ragazza.
Quest'ultima chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da quella meravigliosa melodia che in quel momento le sembrava la migliore che avesse mai ascoltato.

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