POV ALISONSeduta al finestrino dell'aereo, guardo le nuvole che si infrangono come onde contro l'oblò. Ogni tanto, un riflesso della mia faccia appare sulla superficie del vetro, ma lo scaccio subito, come se non volessi vedere troppo. Il paesaggio sotto di me è un misto di luci e ombre, e sembra che tutto sia lontano, sfocato, come se fosse appartenente a qualcun altro. Come se, da qui, tutto fosse più facile da guardare, da comprendere.
Mi appoggio al finestrino e chiudo gli occhi per un momento, lasciando che la morbida vibrazione dell'aereo mi culli. La sensazione è confortante, ma non posso non pensare che, in qualche modo, la mia vita sia stata sempre così: in viaggio, senza mai fermarsi, senza mai trovare davvero un posto dove sentirmi completamente a casa. Ho passato così tanto tempo cercando di capire cosa fosse successo, cosa fosse andato storto, che non mi sono mai accorta di quanto mi fosse difficile fermarmi. Non che mi piaccia stare ferma, in realtà, ma ora che guardo fuori, mi rendo conto che sono sempre stata in movimento, nel tentativo di scappare da qualcosa che non riuscivo a definire.
Quando ero piccola, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. I miei genitori litigavano, sempre più spesso, e io restavo lì, nel mezzo, cercando di trovare un senso nelle parole che non riuscivo a decifrare. Mi nascondevo sotto il mio letto, cercando di ignorare i rumori provenienti dalla cucina o dal salotto, ma le urla mi trapassavano comunque, come lame invisibili. Ogni volta che mi nascondevo, speravo che sarebbe passato, che sarebbe arrivato qualcuno a mettere tutto a posto, ma nessuno arrivava mai.
Ricordo una volta, quando avevo dieci anni, che mia madre mi chiese di scegliere tra lei e mio padre. Le parole di mia madre, piene di disperazione e di sofferenza, si confondevano con quelle di mio padre, che invece urlava di rabbia e frustrazione. Entrambi mi guardavano come se avessi il potere di decidere tutto, ma io ero solo una bambina, senza armi, senza possibilità di scappare da quella situazione che mi stava divorando. Non sapevo cosa fosse giusto, non capivo come avessero potuto arrivare a quel punto.
La separazione dei miei genitori fu il punto di rottura, ma per me non fu mai una vera liberazione. Non perché non fosse stata la scelta giusta, ma perché da quel momento, la mia vita cambiò completamente. Mi ritrovai divisa tra due case, tra due vite, e ogni volta che passavo dall'una all'altra, mi sembrava di perdere una parte di me stessa. Mi chiedevo se un giorno sarei riuscita a essere abbastanza per qualcuno, se un giorno qualcuno mi avrebbe guardato senza pensare che avevo qualcosa di rotto dentro.
Mio padre e mia madre continuarono a vivere le loro vite separati, e io cercavo di adattarmi alla nuova normalità. Ma le cose non sono mai tornate come prima, anche se tutti cercavano di dirmi che sarebbe stato così. Non potevo tornare indietro, non potevo cancellare quella sensazione di incertezza che mi pervadeva ogni volta che tornavo a casa. Avevo sempre la sensazione di non appartenere a nessun posto, come se fossi sempre in bilico, sempre in attesa che qualcosa cadesse. Non avevo più un "noi", non avevo più quella stabilità che avevo conosciuto da bambina. Eppure, nonostante tutto, c'era un piccolo angolo dentro di me che non voleva arrendersi.
Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato se le cose fossero andate diversamente. Se i miei genitori fossero riusciti a salvare il loro matrimonio, se io avessi potuto crescere in una casa dove non c'erano pianti, solo risate. Ma queste domande sono rimaste senza risposta. E ora, guardando fuori dal finestrino dell'aereo, capisco che non c'è più spazio per rimpianti. Non c'è più tempo per fermarsi a guardare indietro. Per quanto possa essere stato difficile, per quanto possa avermi segnato, quel capitolo è chiuso. E io, finalmente, sono pronta a scrivere il prossimo.
Le luci della città si fanno sempre più lontane e il mio cuore sembra alleggerirsi, come se finalmente avessi trovato il coraggio di volare, di andare oltre. Ogni volta che guardavo i miei genitori separarsi, pensavo che non sarei mai stata capace di affrontare una rottura simile, di fare un passo in un mondo che mi sembrava troppo difficile da comprendere. Eppure eccomi qui, in volo, a un passo dal nuovo, pronta a lasciare tutto il passato dietro di me. Non perché voglia dimenticare, ma perché finalmente comprendo che il passato è una parte di me, ma non è tutto ciò che sono.
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~I don't know why I chose you~
ChickLitPerché io la amo ma non potevo stare con lei la dovevo proteggere non doveva sapere quello che facevo