POV ALISON
Entrare in classe il primo giorno in una nuova scuola è peggio di quanto avessi immaginato. Mi sembrava di avere tutti gli occhi addosso, anche se probabilmente nessuno mi stava guardando davvero. Stavo già pensando a cosa avrei dovuto dire per presentarmi, anche se sapevo che sarebbe stato un disastro. "Ciao, mi chiamo Alison, ho 17 anni e vengo dall'Inghilterra." Sul serio? Che altro avrei potuto aggiungere? Che mia madre mi ha trascinato in questo posto sperduto perché pensa che sia meglio per noi? Che mio padre è in prigione e non so nemmeno se voglio più sentirlo nominare? No, decisamente no.Quando il professore mi ha indicato di sedermi, mi sono diretta verso un banco in fondo alla classe, sperando che nessuno mi notasse. L'ultima fila era il mio posto sicuro, un angolo dal quale osservare senza essere vista. Mi sono seduta, cercando di sistemarmi in fretta per non attirare l'attenzione. Ma ovviamente, il destino aveva altri piani.
Mentre cercavo di evitare lo sguardo di tutti, una ragazza alta si è avvicinata al mio banco. Indossava una maglietta attillata che metteva in evidenza le sue curve e dei jeans strappati che sembravano usciti direttamente da un catalogo di moda. Mi ha sorriso con un'aria così disinvolta che per un attimo ho pensato che potesse essere una trappola.
"Posso sedermi qui?" ha chiesto con un sorriso ampio e sincero. "Mi chiamo Emma."
Non sapendo cosa dire, ho semplicemente annuito. "Certo. Io sono Alison," ho risposto, cercando di sembrare amichevole, anche se dentro di me sentivo la tensione salire. Emma si è seduta accanto a me senza perdere tempo e, prima che potessi realizzare cosa stesse succedendo, mi ha bombardata di domande.
"Com'è vivere in Inghilterra? È vero che piove sempre? Ma quindi hai mai visto la regina? Be', immagino non la regina adesso... insomma, il re? E il tè? Lo bevete davvero tutto il giorno?"
Le sue domande arrivavano una dopo l'altra, senza nemmeno darmi il tempo di rispondere. Ho provato a tenere il passo, rispondendo con un sorriso incerto mentre cercavo di sembrare più tranquilla di quanto fossi in realtà. Alla fine, ho scoperto che Emma era di quelle persone che parlano anche per riempire il silenzio, e stranamente, non mi dispiaceva. La sua energia mi distraeva dal caos nella mia testa.
Le ore successive sono trascorse lentamente, bloccata tra formule di matematica che non capivo e un orologio che sembrava fermo. Quando finalmente è suonata la campanella, ho tirato un sospiro di sollievo. Era ora di pranzo, e sinceramente, non vedevo l'ora di uscire da quella classe soffocante.
Emma mi ha trascinata fuori, dicendo che mi avrebbe mostrato il "giardino segreto" della scuola, un posto dove, a quanto pare, tutti si ritrovavano. Appena siamo arrivate, abbiamo sentito delle urla provenire da un lato del cortile. Una folla di studenti si era radunata in cerchio, e si sentivano risate miste a incitamenti.
Emma si è fermata, curiosa. "Andiamo a vedere!" ha detto, afferrandomi per il braccio. Non ero sicura di volerci andare, ma non avevo molte opzioni. Ci siamo avvicinate, e il primo volto che ho visto è stato quello del ragazzo di stamattina.
Era lì, in mezzo al cerchio, con le mani che stringevano il colletto di un altro ragazzo. Il ragazzo sembrava più giovane, probabilmente del primo anno, e stava cercando inutilmente di liberarsi dalla presa di quel tizio. Il ragazzo di stamattina – lo stesso con gli occhi verdi e lo sguardo da suicida – sembrava completamente a suo agio. Sorrideva con quel ghigno arrogante che avevo già visto. La sua maglietta era un po' sgualcita, e il modo in cui si muoveva era quasi predatorio, come se stesse giocando con una preda facile.
"Cayden," ha sussurrato Emma accanto a me, quasi con reverenza. "Non vuoi metterti contro di lui."
"Lo conosci?" ho chiesto, anche se la risposta mi sembrava ovvia. Chiunque in questa scuola probabilmente conosceva quel ragazzo.
"Tutti conoscono Cayden," ha risposto Emma, abbassando la voce come se fosse un segreto pericoloso da condividere. "È... diciamo solo che è meglio starne alla larga."
Non riuscivo a distogliere lo sguardo. La scena davanti a me era surreale, come qualcosa che avresti visto in un film. Cayden sembrava perfettamente a suo agio nel ruolo del cattivo. Ero sicura che nessuno avrebbe osato intervenire. E io? Non sapevo se provavo più rabbia o paura. Perché, in fondo, lo sapevo: era solo l'inizio.
Chi sono quei due?" chiedo a Emma, cercando di sembrare disinteressata, anche se non riesco a staccare gli occhi da loro. I due ragazzi battono il cinque a Cayden, ridendo come se non avessero appena assistito a una rissa. Il primo è alto, con un sorriso spavaldo e capelli scuri spettinati come se fosse appena uscito da un letto disordinato. Il secondo, più basso ma con un fisico robusto, aveva un'espressione
altrettanto sicura di sé, come se il mondo intero fosse un parco giochi a sua disposizione.
Emma mi lancia uno sguardo come se stessi chiedendo chi fosse il presidente degli Stati Uniti. "Loro sono Matias e Dylan," dice, abbassando leggermente la voce. "I migliori amici di Cayden."
"Ah," rispondo, cercando di mascherare la mia curiosità. Non voglio sembrare la nuova arrivata ignorante, anche se lo sono. "E dovrei conoscerli?"Emma alza un sopracciglio, incredula.
"Non hai fatto ricerche prima di venire qui?"
"Ricerche? Pensavo fosse una scuola normale, sai?" ribatto sarcastica, incrociando le braccia. Certo, avrei potuto chiedere di più su questa scuola prima di trasferirmi, ma chi pensa mai che il liceo sia un posto pericoloso? E solo una scuola... o almeno, così credevo.
Emma sbuffa, scuotendo la testa come se fossi l'unica persona al mondo a non sapere queste cose. "Alison, ascoltami bene. Devi stare lontana da loro," dice con un tono che mi mette una leggera inquietudine.
"Ma perché?" chiedo, cercando di non sembrare spaventata. "Non saranno così cattivi."Emma mi guarda come se fossi completamente pazza. Poi si avvicina, abbassando ulteriormente la voce. "Si fanno chiamare i bikers," inizia, e già quel nome mi dà i brividi. "Matias ha ucciso sua madre quando aveva 13 anni."
Il mio stomaco si stringe. "Cosa?"
Emma annuisce lentamente, il suo sguardo serio. "L'ha soffocata con un cuscino mentre dormiva. È stato in riformatorio per un anno, ma poi è uscito. Non so come abbia fatto, ma la scuola l'ha accettato lo stesso. E Dylan... beh, lui ha derubato tre banche con suo fratello maggiore quando aveva solo 15 anni. Ha anche ferito un poliziotto durante una rapina."Rimango senza parole, ma Emma non ha finito. "E il caro Cayden?" continua, il suo tono si abbassa ulteriormente, quasi fosse pericoloso anche solo pronunciare il suo nome. "Ha ucciso un ragazzo di questa scuola. Un tizio del secondo anno. Nessuno sa esattamente perché, ma alcuni dicono che fosse per una ragazza. L'hanno trovato con il volto completamente massacrato dietro il campo da calcio.
Cayden non è mai stato incriminato, ma tutti sanno che è stato lui."
La mia gola si secca. "E nessuno fa niente?"
Emma scuote la testa. "Non è finita.
Cayden ha anche fatto licenziare tre professori. Uno di loro ha lasciato la città perché diceva di ricevere minacce di morte. Ma la cosa peggiore..." fa una pausa, quasi per darmi il tempo di prepararmi. ".
...ha ucciso i suoi genitori."Le sue parole mi colpiscono come un pugno allo stomaco. "Stai scherzando," sussurro, anche se so che non lo è.
"No, Alison. Non sto scherzando. Ha dato fuoco alla loro casa. Lo hanno trovato fuori, mentre guardava le fiamme con un sorriso. È stato in tribunale, ma non ci sono state abbastanza prove per condannarlo. È stato mandato in una sorta di programma di recupero per adolescenti problematici, ma è tornato qui l'anno scorso."
Proprio mentre Emma sta finendo di parlare, Cayden alza lo sguardo e i nostri occhi si incontrano. Ha un taglio sul labbro, da cui scivola ancora un sottile rivolo di sangue. Non sembra preoccuparsene minimamente. Anzi, sembra quasi compiaciuto del caos che ha lasciato dietro di sé. E poi succede:
mi fa l'occhiolino.Il mio stomaco si stringe, e non so se è per il disgusto o... qualcos'altro. C'è qualcosa in quel gesto, così casuale e arrogante, che mi colpisce più di quanto dovrebbe.
Emma mi fissa, e vedo un'ombra di preoccupazione nel suo sguardo. "Devi starne alla larga, Alison. Sono pericolosi. Tutti e tre. Se ti metti contro di loro, la tua vita qui diventerà un inferno."
Annuisco lentamente, anche se dentro di me tutto è confuso. Come posso restare tranquilla sapendo che frequento la stessa scuola di persone come loro? Ma, allo stesso tempo, c'è qualcosa che non mi torna. Cayden non sembrava... normale, certo, ma neanche il tipo che si vanta delle sue azioni.
Aveva uno sguardo freddo, sì, ma anche... tormentato.
Mentre Emma continua a parlarmi, le sue parole iniziano a sfumare sullo sfondo. Nella mia sta c'è solo lui.
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~I don't know why I chose you~
ChickLitPerché io la amo ma non potevo stare con lei la dovevo proteggere non doveva sapere quello che facevo