Trigno:
Sto chiacchierando un po' con Gabriel e Ilan. Durante la giornata non ci siamo mai visti, a causa degli orari sballati delle nostre lezioni.
Avevo bisogno di sfogarmi un po' con loro, anche perché ieri sera, prima di andare a dormire, ho avuto un incontro un po' troppo ravvicinato con Amélie.
Ho bisogno di chiedere ad entrambi cosa pensano di tutta questa situazione che si è venuta a creare.
«Oi Pietro, ti senti bene?», mi chiede Ilan, sorridendomi dolcemente.
«Sì, tranquillo. Sono solo un po' scosso a causa di una cosa che è successa ieri», gli rispondo.
«Cosa sarebbe successo ieri?», insiste Gabriel, curioso.
«Ho discusso con Amélie, per l'ennesima volta. Posso dire di essere stanco?»
I miei compagni, davanti alla mia ammissione, scoppiano a ridere come pazzi.
«Mi state prendendo per il culo per caso?»
«Scusa fra, solo che mi fa ridere questa storia. Tu e Amélie siete proprio esilaranti insieme», afferma Ilan.
«Potete fare i seri per un attimo solo?», insisto.
«Non riesco a capire come potremmo aiutarti... l'unica cosa che puoi fare è cercare un equilibrio con lei», mi consiglia Gabriel.
«Con chi devi cercare un equilibrio?», si intromette Diego, sedendosi accanto a me.
«Presumo Amélie», dice Luca, porgendoci il suo pacchetto di patatine.
«Secondo me ti piace e pure parecchio. Altrimenti non ti scombussolerebbe così tanto discutere con lei», continua Ilan. Roteo gli occhi verso il cielo, istintivamente.
«Assolutamente no!»
«Guarda come si incazza!», mi indica Diego, ridendo.
«Mi dà fastidio litigare con lei perché ho paura di rimetterci io per colpa di entrambi. Voglio solo mettere un punto a sta faccenda»
«Fallo, allora», dice Luca.
«È difficile parlare con lei, anche perché mi fa incazzare in un modo esagerato, quindi poi sbotto»
«Sei tu che parti con il piede sbagliato. Basta che vai da lei e le dici che vuoi una tregua. Che ci vuole?», guardo Gabriel, spaesato.
«Boh, non so più un cazzo... fottetevi tutti», mormoro tra me e me, ridacchiando.
Mi stropiccio gli occhi con le mani, e rimango un po' così, con il volto coperto, a cercare ispirazione nei meandri del mio cervello.
Tutto d'un tratto, però, un profumo familiare mi invade la narici e una voce irritante mi fa drizzare i peli del corpo.
«Scusate ragazzi, non sapevo di trovarvi qui. Tolgo subito il disturbo»
Amélie fa per andarsene, solo che Gabriel, stronzo com'è, le propone di restare.
«Sicuri che non vi dò fastidio?», insiste lei.
«No, stai tranquilla», le rispondono tutti in coro. Io, subito dopo, apro gli occhi e la scruto dalla testa ai piedi.
Si è seduta su una poltroncina, lontana da noi. Indossa già il pigiama. Ha i capelli sciolti e profuma di buono.
«Cosa stai facendo?», le chiede Ilan.
«Sto leggendo un libro», gli risponde, sorprendendo
più del dovuto.«Tu leggi?», le chiede Diego, incredulo quanto me.
«Sì... è così strano?»
«Diciamo che non me lo aspettavo da te»
«Che tipo di libri leggi?», insiste Luca. Lei, però, diventa tutta rossa. Un ghigno compare sulle mie labbra.
«Libri di fantasia», dice lei, balbettando. Sussurro qualcosa a Gabriel, che fortunatamente esegue i miei ordini, e fa andare via tutti i ragazzi.
«Tu vieni?», mi chiede alla fine. Scuoto il capo, come a dirgli di no. Se ne va e chiude la porta, lasciandoci soli.
Mi avvicino lentamente a lei, come farebbe un mostro con la sua preda.
«Che vuoi?», se ne esce lei, tutta infastidita. Mi piego sulle ginocchia, proprio davanti al suo corpo, e la guardo intensamente negli occhi.
«I tuoi libri di fantasia... di cosa parlano, esattamente?»
«Ehm, di lupi, vampiri, fate e cose così... insomma, robe fantastiche», mi spiega, arrossendo sempre di più.
«"Vorrei tanto avessi in bocca qualcos'altro"», leggo una frase del suo libro fantastico, mettendola ancora più in imbarazzo.
«Pietro!»
«Sai, volevo chiederti una tregua, ma immagino che da oggi in poi sarà ancora più bello punzecchiarti...», dico in modo peccaminoso.
Lei, sorprendentemente, non fiata. Non dice neanche una singola parola.
«Quando stai zitta sei quasi carina, wow», mi alzo in piedi e mi allontano. Ho bisogno disperatamente di aria e una secchiata d'acqua gelata.
«Se vuoi mettere in pratica le tue cose fantastiche, sai dove trovarmi. Ti odio, ma non mi tiro di certo ind-»
Non faccio in tempo a finire, perché Amélie, esausta ma ancora incapace di proferire parola, mi lancia il suo libro. Che prendo e mi porto dietro, in camera mia.
Preparati, Amélie... la guerra è appena iniziata.
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Ti dedico il silenzio// Trigno
RomanceLei ballerina, lui cantante. Amélie e Trigno, che fin da subito entrano in conflitto, ad ogni piccolo sguardo, si lasciano qualcosa di indelebile dentro, qualcosa che neanche la pazzia può cancellare.