one.

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Il sole batteva i suoi raggi ultravioletti oltre la portafinestra rianimandomi dalla voglia di restare ore e ore in quel dannato letto.

Mi stiracchiai tra le coperte preparandomi psicologicamente per quello che avrei dovuto affrontare nei prossimi venti minuti.

Come tutte le mattine, mio fratello non era in camera con me, sarà andato a fare colazione o qualcosa del genere.

Di malavoglia mi spostai sedendomi alla fine del letto. Legai i miei capelli da leone di prima mattina in una coda alta, per cercare di renderli minimamente decenti.

Mi alzai lentamente, cercando di non inciampare sui miei stessi piedi, e oltrepassai la soglia della porta della mia camera, vedendo che nemmeno i miei genitori erano in stanza.

Alzai gli occhi al cielo e andai in bagno lavandomi il viso per cercare di svegliarmi.

I miei capelli biondi erano completamente in disordine e lo sguardo assonnato non di nascondeva.

Mentre stavo per lavarmi i denti il mio telefono squillò.

Jason:
Siamo sulla spiaggia, se vuoi vieni
J xx.

Bethany:
Preferisco andare in piscina, mi raggiungi?
B xxx.

Jason:
Oh no sorellina, c'è una ragazza che mi fissa da dieci minuti, non ho intenzione di lasciarmela scappare.
J xx.

Jason:
Dopo averle chiesto il numero vedrò cosa si può fare.
J xxx.

Bethany:
Il solito
B.

-

Presi un telo da mare dalla mia valigia e mi diressi a passo veloce verso l'uscita.

Stanza 437. Chiusi la porta alle mie spalle assicurandomi che fosse ben serrata.

Oltrepassai il corridoio, mettendo nella mia borsa le chiavi della camera.

Decisi di restare nella piscina difronte la stanza. Quella mattina non c'era nessuno e preferivo evitare di essere al centro dell'attenzione.

Dopo una mezz'ora Jason non era ancora arrivato e la piscina costantemente deserta.

Digitai il suo numero sulla tastiera sperando con tutta me stessa che rispondesse al telefono.

J; sono qui Beth.
B; non ti vedo Jason.
J; ora si.

Sbuffai vedendolo arrivare oltrepassando il piccolo cancello in legno bianco.

Notai che non era solo, ma al contrario aveva una decina di ragazzi alle sue spalle.

Il mio sguardo si corrucò e mi avvicinai a lui a piedi nudi, ero entusiasta al pensiero che si fosse fatto degli amici.

La mandria di ragazzi dietro mio fratello si buttò immediatamente nella piscina lasciando delle goccioline sul mio corpo, a causa degli schizzi.

"Jason, cosa succede?" Gli chiesi non potendo evitare di far nascere un sorriso sulle mie labbra.

"La ragazza di cui ti parlavo mi ha fatto conoscere questi ragazzi, fantastico no?"

Il mio sorriso si ampliò ancor di più e girai lo sguardo verso i ragazzi.

"Fantastico" sussurrai sedendomi sul mio lettino mantenendo costante il mio sguardo su Jason.

"Andiamo?" Disse porgendomi la mano, e dai suoi occhi capii già le sue intenzioni.

"Non credo sia il ca-" non mi fece terminare la frase che mi prese in braccio correndo sempre più velocemente verso la piscina.

"Jason, jason, jas-" era troppo tardi, ormai ero completamente fracida immersa in una piscina tra le braccia di mio fratello.

"Ti odio" dissi tirnadogli un colpetto sul petto per scendere poi dalla sua presa.

-

Restai in acqua per un po e feci conoscenza con le ragazze del gruppo, specialmente con la ragazza a cui è interessato mio fratello.

Il suo nome è Rose.

"Clare, io esco, inizio ad aver freddo" il suo sguardo si posò su di me distogliendolo dall'acqua con cui stava giocando.

"Ehm, okay, se vuoi ci trovi all'idromassaggio, avviso Rose e le altre"

Annuii ed uscii dall'acqua per poi avvolgere immediatamente il mio telo da mare attorno alle spalle.

Dopo essermi asciugata decisi di mettermi al sole per qualche minuto così stesi il telo sulla sdraio e mi ci sedetti sopra.

Mentre spalmavo la crema per la protezione sul mio corpo, un ragazzo si avvicinò a me, uno dei tanti amici di Rose.

Strizzò leggermente i suoi ricci con l'asciugamano per poi stendere il telo sulla straio e posizionarsi accanto a me.

Solo ora potetti notare la grande vastità di tatuaggi che ricopriva il suo corpo.

Alcuni non erano proprio di mio gradimento, ma per la maggior parte mi ispiravano.

Mi è sempre piaciuta l'idea di poter marchiare sulla tua pelle, tramite un piccolo segno, un pezzo della tua vita.

Ho sempre amato i tatuaggi in se, anche senza un significato preciso.

Stavo letteralmente cadendo nella sua trappola, era davvero affascinante, non avevo mai incontrato un ragazzo che facesse nascere in me tanta curiosità.

Lo stavo fissando, eccome se lo stavo fissando, ma per me era inevitabile.

Mi aveva attirato, è una strana sensazione, aveva fatto nascere in me la voglia di conoscerlo.

I suoi lineamenti marcati davano perfezione al suo viso, ed evidenziavano ogni suo minimo dettaglio.

Grazie al cielo non si era accorto che lo stessi guardando, fissando, ossrvando.

Non si era accorta della curiosità che mi stava provocando.

Distolsi lo sguardo da lui e cercai di concentrarmi sul mio unico scopo principale, prendere sole.

Chiusi gli occhi e lasciai un respiro profondo lasciandomi cullare dal caldo che bruciava contro la mia pelle.

"Non mi dispiacevano i tuoi occhi su di me." il respiro mi si bloccò in gola, tutto ciò che avevo sperato non succedesse, è appena successo.

Sentivo che mi stava guardando, il suo sguardo avrei potuto sentirlo fin dalla spiaggia.

Giarai il capo verso di lui, decisa a guardarlo negli occhi, e ad affrontare la situazione per me al limite dell'imbarazzo.

Corrucai la fronte, pensando che l'arma migliore fosse quella dell'indifferenza.

Lui rise divertito, lasciandomi senza parole.
Cosa diamine mi stava succedendo?

lommer [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora