🤍Capitolo 1🧠

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Athena

Non riesco a fermarmi. Continuo a dilaniare la mia pelle, separare i due lembi per permettere al sangue di fluire sul mio braccio. Sono sette tagli fino ad ora, ma voglio arrivare a venti. Mi avvicino sempre di più verso la vena, arrivo a diciassette. Poi venti. E poi capisco di aver perso il controllo

"Come fai ad essere così bella, Athena?" domanda papà. Lui mi ripete sempre che ho la bellezza di Aphrodite, ma io preferirei avere la forza di Athena. Essa mi permetterebbe di difendermi, di respingerlo, ma posso solo accettarlo. Poiché io sono solo bellezza, non merito di avere diritto di parola.
"Non lo so, io..."
Papà mi poggia un dito sulle labbra per zittirmi, io obbedisco. Poi, l'indice si fa strada dentro la mia bocca, papà mi ordina di succhiarlo.
"Oh...così, brava..." geme.
Ho imparato come ci si comporta in questi casi: si fa quel che viene chiesto, o finirà male. Sei la sua bambola, Athena. E le bambole sono fatte per essere usate, non ascoltate.
"Guarda, ti mostro una cosa che ti piacerà"
Papà si allontana per prendere un oggetto che mi porge poco dopo. Ha la forma del suo pene, e vibra.
"Cos'è, babbo?"
"Si chiama vibratore, l'ho comprato per te. Questo si infila qui e ti dà piacere, piccola" dice, toccando la mia intimità.
"Cosa devo fare?" chiedo, già a conoscenza del mio amaro destino.
"Devi infilarlo dentro di te, ed io ti guarderò mentre godi per il troppo piacere" Mi spoglio, senza porre domande o dubbi. So perfettamente cosa devo fare, e questo è spaventoso. Tolgo i pantaloni, poi l'intimo, e infine entro il vibratore. Non sento dolore, non più.
"Brava, ora accendilo"
Premo il bottone e la spia diventa verde. Poi, scoppio a piangere, ma cerco di non farlo notare.
"Non preoccuparti, tesoro. Se piangi non fai altro che eccitarmi ancora di più..." dice sfiorandomi il viso.
"Okay..."
Il sangue continua ad uscire. Mi sfioro le labbra della vagina, sentendo ancora le mani di mio padre addosso. I ricordi sono consapevolezza, ma a volte fanno male.
Non sai cosa potrebbe succedere se perdessi ogni rammento passato, potresti non essere creduta o addirittura non credere a te stessa. In un modo o nell'altro, soffri. E, in alcuni casi, non c'è cerotto che tenga,

Asteria

Come si ferma il dolore? Dovrei saperlo, dato che sono una psicologa, ma non credo di esserne ancora certa. Con la volontà? O con la fortuna?
Lei non sa il mio nome, non quello con cui mi faccio chiamare qui. Asteria è il mio nome, ma Athena mi conosce come Elisabeth Johns. Un nome piuttosto reale, anche se io prediligo di gran lunga il primo. Non è vero che sono i nostri genitori a scegliere il nostro nome, siamo noi. Io l'ho fatto: dea protettrice delle stelle.
"Come va? Quanto hai raccolto?"
"Abbastanza. Questi sono per la terapia e, invece, questo gruzzolo è per te" dico passando a Gioia le banconote.
Qui abbiamo scelto tutti dei nomi in codice. C'è chi ha optato per divinità, per emozioni e altri addirittura per segni zodiacali.
"Li hai contati?"
"Trecento per le sedute, centocinquanta per te, Gioia"
"Grazie, Asteria"
Abbozzo un sorriso e mi rimetto a lavorare.
Non stiamo raccogliendo molto, e non so se considerarlo un male o un bene.
La Società Segreta della Mente non sta scovando alcun abuso, e questo può voler dire due cose: stiamo facendo un buon lavoro o non stiamo facendo abbastanza.
"Asteria, che fai qui?" domanda qualcuno. A parlare è una voce dura, potente, da leader.
Capisco subito di chi si tratta: Scorpio.
Il capo di questa società è qui, e non è un buon segno. Quando Scorpio raggiunge l'orfanotrofio vuol dire che qualcosa non va per il verso giusto.
"Capo, c'è molto lavoro da fare..."
"Riposati, hai fatto abbastanza"
"E se non lo fosse?"
"Magari non lo è per il mondo, ma stai sfidando i tuoi limiti"
Nonostante mi sforzi di dare il massimo, sono arrivata ad un punto fatale.
Nulla riesce ad essere abbastanza perfetto o utile. E questo non va affatto bene...
"Asteria, hai trovato qualcuno da reclutare?"
La S.S.M. fa abitualmente nuovi "acquisti". Persone che potrebbero aver bisogno di soldi, ma che soprattutto hanno fame di giustizia. Gente pronta a rischiare tutto per proteggere bambini e ragazzi da famiglie abusanti.
"Credo di aver trovato una ragazza, ma c'è un problema. Si chiama Athena, e sì, il nome è una casualità. È una mia paziente, ma non posso dire altro"
Noi componenti della società abbiamo molto rispetto dei nostri pazienti e del segreto professionale.
"D'accordo... La scelta è tua, Asteria" Penso a questo mondo, il mio mondo. Dove regnano i segreti, le minacce, i soldi... ma anche il bene. Noi siamo come Robin Hood, salviamo il mondo in maniera diversa, non criminale. Solo...se questo la facesse crollare? Oppure le desse una ragione per vivere?

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