CAPITOLO DUE.

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Perché dolore
è più dolor,
se tace
-GIOVANNI PASCOLI.








BLAKE

«Dobbiamo vendere la Nightmare Company

Guardai le facce dei miei migliori amici, non ne lasciai neanche una senza che il mio sguardo vi passasse.

Erano scioccati, tristi, arrabbiati. Esattamente come me.

Eravamo in un periodo di forte crisi economica e l'unico modo per sopravvivere era quello di abbandonare la nostra compagnia.

Non ero uno che si arrendeva, mi piaceva combattere, fare di tutto per ciò che amavo e per chi...amavo. Il famoso sentimento chiamato "amore" non faceva più per me da un pezzo, e la consapevolezza di ciò era la mia più grande condanna.

Improvvisamente, al posto dei visi dei miei amici, in mezzo alla stanza ne individuai un altro. Era bella, i capelli lunghi, lisci e castani, gli occhiali neri troppo grandi per il suo viso e un felpone per nasconderle le curve delicate. Ricordavo tutto di lei e odiavo farlo.

Mi aveva rovinato la vita. Il suo ricordo mi tormentava ancora le giornate e, soprattutto, le notti, quando cercavo ragazze che potessero somigliarle, ma nessuna di loro era lei. Nessuna profumava come lei. Nessuna mi faceva tremare il cuore, bruciare l'anima, annebbiare i sensi. Nessuna era la mia rovina.

«Blake! Di che cazzo stai parlando?» la voce di Kol mi fece tornare in me e il respiro accelerato tornò poco per volta alla normalità.

«Sto parlando del fatto che non possiamo più permetterci di mantenere la compagnia. Dovremmo vendere. Ovviamente prima di venderla potremmo...»

«Non esiste!» Julie mi fermò prima che potessi andare avanti. Mi voltai a guardarla e inclinai il capo consapevole di quanto fosse difficile per tutti noi.

La Nightmare Company era la nostra casa. Durante il primo anno di college noi ragazzi ci eravamo adoperati per creare un nostro impero a Seattle e, nel nostro piccolo, eravamo riusciti nel nostro intento. Una catena di hotel, strutture benessere e club segreti, non propriamente legali, avevano fatto in modo di renderci un'unica grande famiglia. Quando anche le ragazze si erano aggiunte vedevo i miei amici più felici che mai, con i loro grandi amori del liceo. Ero felice per loro, non che volessi sembrare un egoista del cazzo, per carità, ma spesso desideravano anche io una donna al mio fianco.

Ce l'avevi, ma non ti ha voluto e tu vuoi solo lei. Mi ricordò la coscienza mentre stringevo le nocche al ricordo del mio passato. Avevo un disperato bisogno di alcol e sesso.

«Lo so che è difficile, però...»

«Troviamo una soluzione, allora! Non voglio rinunciare alla Nightmare!» la dolce voce di Taylor mi interruppe, come precedentemente quella di Julie.

«Purtroppo non vedo altre...»

«Stronzate! Qualcosa troveremo!» sembrava diventato uno sport interrompermi, pensai mentre Chris si alzò in piedi e mi guardò puntandomi un dito contro.

Sbuffai e guardai confuso Emy alzarsi e uscire dalla porta. La riunione non era finita, dove cazzo stava andando? Ma non feci in tempo a chiederlo perché la voce di Chiara sovrastò quella di Chris.

«Lo lasciamo finire?! Sembriamo degli animali impazziti!» mi voltai verso di lei e le feci un cenno del capo per ringraziarla e mi fece l'occhiolino girandosi intorno all'indice una ciocca di capelli.

Il mio rapporto con Chiara non era un rapporto esclusivo. Ci divertivamo a letto e non era una compagnia irritante. Non volevo ragazze vicino, ma lei si preoccupava per me, e spesso era piacevole sapere che c'era qualcuna disponibile non solo per il sesso. Non ero innamorato di lei, ma era molto attraente.

«Grazie, Chiara.» sussurrai, per poi tornare a dedicare l'attenzione a tutti gli altri miei amici. «Dunque, stavo dicendo...»

«Blake ha ragione! Dovremmo vendere...» venni interrotto di nuovo. Cazzo, stavo per esplodere. Emy era tornata in sala riunioni e mi guardava negli occhi consapevole di ciò che stavo cercando di affermare. «Ho un piano.» la mia attenzione era tutta rivolta verso di lei. Come quella di tutti, supposi. Era stata l'unica a darmi ragione, cosa aveva in mente?

«Emy, cosa stai dicendo?» Zane la ripresa confuso, sembrava quasi...spaventato.

«Fatela parlare.» lo interruppi con un ghigno sul viso, curioso più che mai di sentirla parlare.

«Preparate le valige, si va a New York.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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