Era febbraio forse, uno di quei giorni freddi e nebbiosi, mi svegliai con una chiamata, un numero che non sapevo di chi fosse, risposi. Penso di non aver mai ricevuto una notizia del genere...
Era la mamma di Davide, lui era morto. Incidente in moto, investito da una macchina con l'autista in stato di ebrezza. Ricordo solo che mi cadde il telefono dalle mani, poi vuoto totale...mi svegliai dopo parecchie ore li dov'ero svenuta, sentivo le mie paure rimbombare tra le mura vuote di casa. Non respiravo, a malapena mi riuscii ad avvicinare alla finestra per aprirla, non si vedeva niente, la nebbia aveva sotterrato tutto. Ma la vera nebbia era in me, mi stava logorando dall'interno. il telefono squilló di nuovo, ma stavolta non mi importava. Restai li immobile con lo sguardo rivolto fuori la finestra, non so quanto sia rimasta in quella posizione, ma quando presi il telefono trovai una decina di chiamate perse tutte di mia madre, aveva saputo e ovviamente non era qui con me...ero praticamente sola. Mi appoggiai al muro e scivolai per terra senza la forza per piangere...
Dopo il funerale non ho messo più piedi fuori casa, a parte per scuola, il rendimento cominciava a calare ripidamente. Smisi di ballare, non ho più detto una parola, non riuscivo a parlare con nessuno, la gente cominciava a starmi lontano e io me ne restavo sola con lo sguardo assente e i mostri a tenermi compagnia...
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OCCHI VUOTI
RandomL'hanno capito tutti, le cose non vanno così come si desidera...eppure continuiamo a sperare, correndo il rischio di soffrire e di illuderci. Ci ingozziamo così tanto di sogni e desideri per poi vomitare delusioni.