«Madre, tutto bene?» chiedeva Oscar. La madre lo guardò amorevolmente e poi, quasi con un sussurro, rispose di si. «Oscar vai nel paesino a sud del bosco, lì ti troverai bene. Devi andare via Oscar, ora!» Il bimbo piangeva e la madre pure, volevano abbracciarsi ma non potevano. «Andrò a cercare aiuto!» disse Oscar «No!» rispose seria la madre. «Dovrai solo andartene per non fare mai più ritorno. Un giorno ci rivedremo, te lo prometto amore.» Allora Oscar andò via, ricordava molto bene la strada del sud. Pianse a dirotto durante la strada, gli occhi erano così pieni delle lagrime che cadde a terra molte volte inciampando su sassi o radici. Arrivò a sud del bosco, sembrava un paesino deserto. Ad un certo punto passò un uomo anzianotto e molto grasso che stava su un carro trainato da due muli. «Scusi, sa dove posso trovare un dottore?» chiese il bambino, il vecchio lo squadrò. «Il dottore costa caro e la gente preferisce morire piuttosto che avere debiti così alti. Inoltre tu ragazzo mi sembri pieno di vita, se non ti serve non cercarlo.» «Non serve a me ma a mia madre. Sta morendo e debbo salvarla, ho molto oro nella mia casa!» allora il vecchio lo guardò maligno e poi fece un sorriso beffardo «E dove abiti?» ma Oscar di certo non era stupido «Questo lo dirò solo al dottore!» vide che il vecchio si stava irando così corse via tra le strade del paese. «Cerco un dottore, signorina.» disse ad una del posto ed ella gli indicò una brutta casetta decadente. Appena entrò vide il dottore che discuteva con una signora in gravida «Signora se non mi da i soldi io non potrò far nascere il suo bambino» il dottore era lì con le braccia incociate mentre quella povera donna non poteva replicare poiché gemeva forte per il dolore. Era proprio uno stupido, quel dottore. La donna teneva tutti i suoi risparmi in una sacchetta ma quando arrivò il dottore non aveva forze necessarie per parlare o muoversi. La donna piangeva ma l'uomo era fermo, lei spingeva e sembrava già che si potesse vedere la testa del nascituro. Di colpo la porta cadde a terra con un tonfo ed entrò un uomo alto e forte ma anche vecchio. Con una leggera spinta scaraventò il dottore. «Signora, respiri profondamente.» disse il gigante.
Nacque una bella bimba dai capelli biondi come l'oro, venne chiamata Chiara. La madre pagò il gigante ma questi rifiutò e anzi diede in dono alla donna alcune pannocchie e un pollo. Poi girarono per il paese aiutando le persone malate e servendo i poveri, Oscar era sempre dietro di loro, come un'ombra. Era pomeriggio e se ne stavano per andare dal paese quando la voce infantile di Oscar cercò di fermarli «Aspettate! Aspettate! Fermi!» ed essi si fermarono lui corse da loro e appena li raggiunse lo scudiero del gigante gli diede uno schiaffo talmente forte che Oscar cadde a terra. Appena si rialzò vide gli occhi tutti puntati su di se. Sette giganti su cavalli guidati da scudieri. Quarantadue occhi puntatigli addosso. «Come osi dare ordini ad Hagar, Alto Sacerdote del Tempo! Egli insieme agli altri sacerdoti ha salvato la vita di molti tuoi conpaesani.» disse lo scudiero del gigante che aveva fatto nascere la bambina. Oscar guardò negli occhi Hagar e disse: «Questi non sono miei conpaesani anche se mi compiaccio che le loro vite siano salve. Mia madre invece è tutto ciò che ho e che mi rimane, salvatela, vi prego.» voleva fare il grande con altezzose parole ma appena disse la parola madre cominciò a piangere. «Bambino, come tu chami?» il gigante, si vedeva dalla voce e da come muoveva le labbra, stava mettendo tutte le sue forze per riuscire a parlare bene. «Oscar» rispose il bambino. «Oscar, tu avere corpo molto piccolo ma corraggio e bontà grande più di tuo corpo.» E con questo voleva dire che avrebbero seguito Oscar anche in capo al mondo. S'inoltrarono nel bosco. Verso sera raggiunsero il Castello Nero e da fuori echeggiavano le grida di dolore della madre ormai prossima alla morte. Durante la strada solo Hagar sembrava serio e preoccupato, tutti gli altri festeggiavano e cantavano e scherzavano in una lingua ad Oscar incomprensibile. Di tanto in tanto Hagar faceva un piccolo sorriso ad una delle battute dei suoi confratelli. Arrivati al castello scese solo Hagar da cavallo e venne accompagnato da Oscar. La madre sentì dei passi «Chi è?» chiese lei e dalle scale che portavano alla camera salì il suo piccolo bambino. Hagar era un po' più lento. «Tu!» la madre rimproverò il figlio «Ti avevo detto di andartene! Perché sei tornato?» «Mamma ho trovato una persona che ci può aiutare, a vederli danno timore solo di parlarci ma in realtà sono brave persone. Hanno salvato tutti i malati e i poveri del sud!» «Chi è?» chiese la madre, il gigante era appena salito. «Lui è Hagar, madre, Alto Sacerdote del Tempo.» La madre e il sacerdote si guardarono negli occhi. La madre aveva paura perché riconobbe il gigante. «I preti neri» disse lei piena di paura. «Oscar hai portato qui i preti neri! Scappa amore mio, scappa!» Aveva paura lei, strisciava sul letto cercando una fuga. «Madre non capisco.» Hagar si voltò verso Oscar e si passò la mano sul volto. Tutto il suo corpo era mutato, era ora uno scheletro. «Comprendi tu ora?» disse quello che doveva essere Hagar il sacerdo del tempo. «Corri!» urlò la madre. Non comprendeva ancora ciò che stava accadendo ma corse più veloce che poteva, andò per un'uscita alternativa che portava al retro del castello ma poi, una volta fuori, tornò davanti al portone, lì stavano quaranta orbite vuote di teschi. I sacerdoti del tempo erano sopra scheletri di cavalli e gli scudieri, anche essi scheletri viventi, stavano costruendo due croci oblique. Arrivò Hagar e teneva in braccio la madre di Oscar. Il mostro la mise sulla croce e cominciò con un monologo in una lingua che Oscar non capiva poi tutti risero e Hagar si voltò di nuovo verso la madre di Oscar. «Addio Delia.» disse Hagar, lei gli sputò dentro un'orbita vuota. Fu una visione orrenda, le succhiarono via l'anima dal corpo prima Hagar poi il resto della compagnia (anche i cavalli). Delia si decomponeva lentamente e poi, quando per ultimo Hagar prese di nuovo la sua anima, tutto di un botto divenne cenere. Oscar non riuscì ad urlare. Scappò per non tornare mai.