CAPITOLO 1

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Mentre cercavo di finir di preparare le valigie per partire finalmente per questa mia nuova tappa mia madre entrò burrascosa  in camera mia e iniziò con i suoi discorsi pieni di preoccupazione ma anche di orgoglio. "oh amore mio..." Iniziò. "Lo so che lo sai già ma...Sono così fiera di te" me lo diceva sempre da quando passai gli esami di quinta elementare con il massimo dei voti, non smise più di ripetermelo. "La mia unica figliola che va al college per studiare letteratura inglese e diventare una futura e brillante scrittrice" però sono la sua unica figlia é normale che sia così emozionata... no ?
"Si mamma so che sei fiera di me." Dissi, cercando di chiudere qui la discussione, ma niente da fare, quando mia madre inizia non la finisce più di parlare.
Poi riprese e disse "È che quando sei nata e eri nella culla ho subito capito che eri destinata a grandi cose e poi..." "DIN DONG" il suono del campanello. Finalmente. La mia salvezza. E rimango ancora più contenta quando capisco che a suonare il campanello è Allan. Scendo le scale in tutta fretta non dando peso al fatto che sono tutte bagnate, salto gli ultimi tre gradini come è di mia abitudine fare e arrivo all'ingresso, a destra di quest'ultimo c'è uno specchio che uso per darmi una sistema ai capelli prima di aprire la porta, salto al collo di Al e gli do un bacio sulla guancia, lui mi porge dei fiori e sorride, entra e si siede in cucina per far colazione insieme.
Mia madre ci porge due tazze di tè e un croissant alla crema come solo lei lo sa fare, gli do un morso e fuoriesce il ripieno, Allan prende un tovagliolo e mi pulisce le labbra. "BIBIP" Suona la sveglia del mio telefono e questo mi ricorda che dobbiamo partire, mi alzo dalla sedia e vado in bagno, mi metto il lucida labbra che Allan mi ha tolto, metto le scarpe e saluto Nur il mio adorato cucciolo di Beagle.
Salgo in macchina mentre il mio ragazzo aiuta mia madre con le valigie.
Il tragitto in macchina fu più silenzioso che mai, ma era confortevole perché Allan mi teneva la mano con forza come per darmi coraggio o qualcosa di simile...
Arrivati nella mia futura stanza del campus posai le mie borse all'ingresso e mi sedetti sul letto, era una bella stanza si un po' piccola ma con due letti, un armadio e una graziosa finestra... quindi con tutto ciò che serve in una stanza.
"È molto graziosa" esclamò mia madre.
"Già" ribattei con poco acume.
Ad un certo punto entrò dalla porta un giovane ragazzo forse con un anno in più di me, con occhi verdi, delle lentiggini e capelli biondi, sembrava quasi Allan, ma senza le sue braccia muscolose, infatti era un po' minuto e apparentemente debole.
"Ciao, io sono Spencer" disse ad un certo punto, mia mamma e Allan si guardarono negli occhi con tono minaccioso e io restai ebete davanti a quella voce sottile, "tu devi essere Katherine, sono il tuo compagno di stanza" mi disse aprendo le braccia come per darmi un abbraccio, io feci per avvicinarmi e per ricambiare quel gesto ma Allan mi trattenne per le spalle con autorevolezza e rimprovero,come per dirmi 'non ci provare neanche' e questo mi lasciò un po' perplessa perché Allan non era mai stato un tipo geloso...
Mia mamma fu la prima a prendere il coraggio a due mani ed esclamò "e così tu sei Spencer ? pensavamo che fossi una femmina". "Mamma !" Risposi dandole un colpetto sul braccio.  Spencer rise e poi disse "No signora qui le camere sono unisex" per poi riprendere a dire "e tu giovanotto" disse indicando Allan con le sue dita secche e rugose "non ti preoccupare le nostre ore sono completamente diverse, solo un'ora abbiamo in comune letteratura inglese, è chiaramente impossibile che ci incontreremo spesso" Allan rimase impietrito,ma si leggeva chiaramente in lui la felicità che provasse nel sentire quelle parole.
Ora toccava a me far sentire la mia voce è così decisi di dire "grazie mille per la calorosa accoglienza, ci divertiremo insieme" lui mi porse la mano e sinceramente fui contenta che Allan avesse impedito quell'abbraccio perché le braccia di quell'individuo erano mollicce e chiaramente non avevano mai visto una palestra.
Spencer uscì dalla stanza chiudendo dietro di se la porta, dando possibilità ad Allan di sedersi accanto a me sul letto, e di dirmi "Kat è proprio questo che vuoi ?" "Si" risposi incredula che Al potesse dubitare della mia decisione.
"Bene che ne dite se andiamo giù e visitiamo il bar del campus per un bel pranzetto ??" Chiese mia madre, noi annuimmo e scendemmo le scale dell'edificio in tutta fretta.

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