Capitolo 3 - Terrore e soddisfazioni

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Non capivo ancora perché tutti mi fissassero in quel modo, pieni di disgusto.

Subito portai la mano alla tempia, sentivo una forte pulsazione e poi subito alla gola. Avevo appena bevuto, ero sazio, come potevo avere già fame? 

Mi accorsi improvvisamente di avere i vestiti a brandelli e ricoperti di sangue. Poteva essere questa la causa dei loro sguardi terrorizzati?

"Sergente Garrett, finalmente è tornato. Sono passati quattro giorni dal momento della sua partenza e non abbiamo avuto più notizie della sua legione".

Quattro giorni... Non potevo essere rimasto così al lungo in quella radura... Subito mi balenarono in testa mille domande, ma non potevo certo rivelare ciò che era accaduto veramente. La risposta mi balzò spontanea senza  che mi concentrassi troppo sulla scusa da utilizzare: "Ecco, io veramente ho portato a termine la mia missione. Sfortunatamente abbiamo tutti pagato un duro prezzo."

"Cosa intende dire? Abbiamo avuto delle perdite?" "Ebbene si Comandante, tutti i miei uomini sono andati uccisi purtroppo, ma abbiamo sterminato completamente i britannici." Mi resi conto che dissi quella frase senza una nota che vacillasse in una parola a causa del dolore...

"B-bene, e i cadaveri dove sono?" "C'è stata un'esplosione signore, sono rimasti solo pezzi dei loro corpi. Pensavo che lasciarli lì fosse la cosa giusta, non volevo portare altro dolore qui all'accampamento."

Il comandante mi squadrò dall'alto verso il basso. Poi mi osservò negli occhi e assunse un'espressione di terrore...

"Co-cosa ti è successo? Sembri diverso" Non avevo la minima idea di come poter rispondere, insomma non poteva essere così evidente la mutazione di cui ero stato vittima quattro sere prima...

"A cosa si riferisce, Comandante?" "Beh, alla sua espressione dura, ai suoi capelli schiariti, la sua pelle bianchissima e..." per poco non vomitò "i... i tuoi occhi rossi".

A questo punto non mi rimaneva che fuggire, ma avrei lasciato "testimoni" del mio cambiamento... Dovevo trovare un modo per farli tacere, magari incutendo loro timore. Oppure avrei dovuto far finta di niente? Optai per farli tremare dalla paura:

"Lei non sa cosa sto provando in questo momento! Tutto ciò che ho visto, sangue sparso ovunque e un animale grosso quanto un orso che si saziava dei corpi dei miei soldati. COME OSA ORA FARMI NOTARE QUESTI CAMBIAMENTI, DOPO CHE HO COMBATTUTO POSSO ANCHE AVER SUBITO GRAVI LESIONI!" 

Il Comandante arretrò spaventato, commisi l'errore di digrignare i denti... Stavo perdendo il controllo, la gola cominciò a bruciarmi di nuovo ma cercai di ignorarla.

"Ebbene, credo che tu abbia bisogno di un bel riposo, non ti ho mai visto così stanco... Forse è per questo che sei così pallido..." Colsi al volo l'occasione e mi congedai rifugiandomi nella mia capanna.

Quella notte mi accorsi che non avevo bisogno di riposare, ero fresco come al mio risveglio nella radura e così decisi di passeggiare per i boschi lì intorno. Di nuovo avvertii un forte bruciore alla gola, come se mi stessero infilando una spada rovente. Fu allora che capii che avevo ancora sete.

Ma quale povero innocente potevo uccidere? Non avevo scelta, DOVEVO UCCIDERE  pur di rimanere in vita. Ripensai all'accampamento britannico, non potevano essere morti tutti...

Decisi di andare verso il covo nemico e d'un tratto le mie gambe si misero in moto, come se conoscessi la strada e senza pensare due volte mi trovai proprio lì, ai piedi della tenda del Comandante inglese. Erano più di cinquanta chilometri, e io li avevo fatti in poco più di cinque minuti.

Ancora non mi capacitavo della fluidità e velocità dei miei movimenti, sembravo talmente forte da essere in grado di sradicare un albero a mani nude. Decisi di non provarci subito, avevo bisogno di nutrirmi prima.

Non vedevo niente di interessante nell'accampamento, così decisi di usare l'udito... Oh si, percepivo qualche sussurro, due cuori che battevano velocemente... Avvertivano per caso la mia presenza?

Questo non mi interessava minimamente, mi ricordavo benissimo come avevo ucciso cinque persone senza un minimo di difficoltà. Sarebbe stato altrettanto facile con due persone sole. Mi avvicinai rapidamente a quella tenda, ed ecco che un alito di vento attraversò l'accampamento. Subito avvertii la scia del loro odore, un odore intenso misto a vino, il che faceva assumere ai due bocconcini un sapore rivoltante. Ma essendo gli unici mi dovetti accontentare. Mi precipitai nella tenda, uno dei due stava dormendo, l'altro stava effettuando un turno di guardia - solitamente si fa così quando si è in guerra - ma ciò non mi fece provare un minimo di compassione. Posai la mia mano sulla sua spalla, il suo volto pieno di terrore, e con un sorrisetto freddo gli strappai un braccio. Perdeva tanto di quel sangue che mi sarei potuto dissetare, ma ero contento nel vedere il panico nei suoi occhi, e sentire il dolore che lo colpiva. Decisi subito di porre fine alle sue sofferenze, per quanto potesse essere fantastico ascoltarlo un po' mi vergognavo di ciò che stavo facendo. Così lo uccisi in tutta velocità.

Il soldato che era con lui fece in tempo a svegliarsi, ma ormai era troppo tardi. Mi precipitai su di lui e SQUARK  i miei denti sprofondarono nella sua carne e poco dopo morì. Per ora mi ero saziato, ma dovevo disfarmi dei cadaveri.

Poco lontano dalla tenda di quei due soldati vi era un focolare acceso, il fuoco scoppiettava e dava l'idea di essere caldo al punto giusto. Decisi di bruciare i cadaveri affinché nessuno potesse risalire a quanto fosse accaduto quella notte. Ed ecco che stava albeggiando... Dovevo tornare immediatamente al campo ma improvvisamente mi accorsi di una cosa che poteva compromettere la mia vera identità. La mia mano stava letteralmente brillando, simili a piccoli cristalli o diamanti che colpiti dal sole irradiavano quelle luci da incanto. Ma ero convinto di non indossare nessun gioiello. Mi sbottonai la divisa e con grande sorpresa vidi che anche sulla superficie liscia del mio petto luccicavo come un lampadario. Questo era un problema a cui dovevo porre assolutamente rimedio.

Strappai un pezzo di tela da qualche tenda e mi fasciai entrambe le mani e in più mi fabbricai una specie di cappello giusto per riparare la faccia. In questo modo nel momento in cui avessi potuto comprarmi devi vestiti nuovi sarei stato molto più sicuro. Corsi rapidamente verso il mio accampamento, dove mi aspettava una grande sorpresa.

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