Capitolo 1 - Ecco come tutto è iniziato...

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Ecco come iniziò tutto, in quel maledetto giorno che non dimenticherò mai.

"Presto! Arrivano i Britannici! Scappate finché potete"

Ecco cosa si sentiva da più di una settimana in quell'anno... Oh si, era il 1775 e si combatteva per l'indipendenza della mia patria, l'America che era continuamente attaccata dall'Inghilterra.

Ecco ora vi spiegherò brevemente la causa di tutto ciò:

 Londra esigeva che i sudditi americani contribuissero al pagamento delle spese del vasto "impero" nord-americano. Dopo la guerra dei sette anni, infatti, l'Inghilterra si trovava in serie difficoltà economiche  e tentò di porne rimedio con delle riforme inutili sul tè, sullo zucchero e sulla stampa. Il problema naque quando le colonie non si sarebbero potute sviluppare sino a diventare il primo nucleo degli Stati Uniti d'America, se fossero rimaste inquadrate e soffocate nell'organizzazione monarchica inglese. Perciò si arrivò ad un vero e proprio scontro e in questa fase intervengo io...


Eccomi qui, Garrett, ero un patriota testa calda che volentieri ha combattuto per il diritto delle colonie "di auto-governare". Ero un vero credente nel sogno americano. Ma alla fine rimasi con dei soldati buoni a nulla che si fecero ammazzare da un'ombra. Comunque se ben ricordo gli altri mi descrivevano come un ragazzo alto, più o meno 1,70 - non avevamo modo di misurarci all'epoca - , capelli e occhi marroni scuro, pelle abbastanza chiara e avevo un'aria di avventuriero che mi consentiva anche un lato misterioso del mio carattere. Infatti molti spesso avevano paura di avvicinarsi a me dato che potevo percepire una tempesta in arrivo o anche lo scoppio di un incendio.

Ebbene, adesso arriviamo alla parte forte...

Ero con un gruppo isolato di dieci uomini, eravamo infiltrati nel covo nemico cercando di sabotare qualche arma ed ecco che qualcosa comincia a turbarci.

Gli inglesi avevano lasciato aperta la via verso la loro armeria, e ciò non era molto normale dato che eravamo in piena guerra. Ben presto scoprimmo il motivo di assenza di guardie; salite le scale si cominciò a sentire un odore strano, di uova marce, misto a odore di polvere da sparo.

Io veramente non credevo a i miei occhi, era una cosa orripilante da vedere... Sangue sparso ovunque, cadaveri fatti letteralmente a pezzi. Non era solo opera di armi da sparo, era successo qualcosa di più misterioso e terrificante... Ed ecco subito la risposta.

In lontananza si sentì un grido soffocato e il ringhio di un... Beh un orso? Chi può dirlo...

Decidemmo di andare incontro a quell'animale e così fu,  ma trovammo ancora l'ennesimo cadavere con la forma di denti sul collo e per terra l'impronta di un piede umano in una radura abbastanza estesa, dove la vegetazione creava molti nascondigli per eventuali agguati nemici. Certo tutto questo può sembrare strano, ma era realmente così non sapevo cosa fare e i miei soldati erano pietrificati dalla paura. Così decisi di parlare: "C'è nessuno?" - certo che domanda banale, ma speravo mi rispondesse qualcuno veramente, magari era qualche americano che aveva ucciso l'orso e aveva fatto piazza pulita di tutti i soldati nemici - e così ecco che dall'ombra uscì un ragazzo. Pelle bianca come la neve che sembrava veramente fragile all'apparenza - cosa di cui mi sono riconvinto più tardi - occhi pieni di odio e di un rosso scarlatto che incuteva timore, bellezza a dir poco mozza fiato e statura poco più bassa della mia. I capelli erano corti e indossava solamente un sacco per coprire... Beh insomma avete capito.

La cosa più sbagliata che potessi fare invece di attaccarlo subito fu quella di cominciare a parlare con lui: "Ehm, tu chi saresti?", la mia voce sembrava quasi mozzata dalla paura, non riuscivo a modulare correttamente le sillabe. Subito la sua voce candida e apparentemente gentile rimbombò in quello spazio vuoto "Il mio nome è Lee", aveva un accento rumeno, il che rese tutto ancora più curioso. Ecco subito che un soldato britannico giunse in quella radura gridando di terrore per aver visto quello scempio nell'armeria. Non appena vide Lee - non ricordavo il suo nome, ero troppo terrificato per memorizzarlo - cominciò a strisciare sul terriccio senza nessuna ragione umana. Sembrava che Lee gli stessa praticando chissà quale forma di magia o tortura ma in realtà il ragazzo continuava a fissarmi. 

"Cosa succede a quel soldato" uno dei miei decise di parlare... "Niente che tu possa evitare" rispose Lee con veemenza. Il mio compagno decise di passare all'attacco, certo voleva che tutti gli inglesi fossero uccisi, ma voleva farlo lui. Così prese il fucile e lo puntò verso Lee e nell'esatto momento in cui sparò non si capì più nulla. Il soldato a terra sparì dal posto in cui era accasciato al suolo e al suo posto ritrovai un mucchietto di cenere, e nel momento in cui mi voltai vidi la cosa più terrificante del mondo... Lee era ad un passo dall'ultimo dei miei soldati rimasti in piedi e gli avvicinò la bocca all'orecchio come per sussurrargli qualcosa. Brian - il soldato - non potè fare a meno di cadere in una specie di ipnosi e così si udì un fortissimo SQUARK!!!  Ecco che il corpo senza più vita di Brian giaceva ai piedi di Lee, il quale rideva malignamente con un rivolo di sangue sul bordo della bocca.

In quel momento mi tornarono in mente tutte le storie narrate dalla mia matrigna sui licantropi e mostri oscuri, ma non ricordavo il nome di quella specie di "parassiti" ecco... Qualcosa alle mie spalle si agitò e alzai l'arma per difendermi ma ecco che un dolore lancinante mi colpì direttamente sulla mano destra. 

Cominciai a perdere rapidamente sangue, poi successe altro, sentì grida e lamenti soffocati e alla fine un bruciore dentro il mio corpo che superava qualsiasi dolore.

Sentivo il mio corpo cambiare, ogni singola parte di me bruciava come se andasse a fuoco - letteralmente a fuoco - volevo gridare per il dolore, ma ero imprigionato in quel dolore tanto che la mia voce non era più alta di un grido di una formica.

Ed ecco che poco a poco il dolore cominciò a svanire, avvertivo sempre meno la mano destra che pulsava forte e alla fine il dolore cessò del tutto.

Al mio risveglio mi sentivo normale, i soldati intorno a me erano spariti. Pensai solo ad un brutto sogno ma in realtà qualcosa in me era cambiata e quella notte nella radura era veramente successo qualcosa. 

  

Le avventure del Clan DenaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora