Capitolo 11

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Quando Harry mi notò spalancó leggermente gli occhi, ma non disse nulla anche se so per certo che avrebbe voluto chiedermi qualcosa riguardo al mio nuovo look.
Mi guardò dalla testa ai piedi.

-Allora, posso passare?- sputai acida. Stavo riuscendo nel mio intento, ma lì mi accorsi che invece di dire quello che avevo detto, avrei voluto abbracciarlo.
Forse un po'Harry mi era mancato durante quelle 3 settimane in cui faceva finta di non notarmi.

Sentivo il naso e la gola bruciare, a stento provavo a trattenere le lacrime.
Ma scoppiai decisamente quando lui se ne andò, senza lanciarmi più uno sguardo.

Ma dovevo trattenere le lacrime per quello che sarebbe successo con i miei genitori di lì a pochi minuti.
-Okay Katherine respira, in fondo, ora morirai soltanto. - singhiozzai

Asciugai le lacrime e arrivata alla porta di casa suonai , sperando che non aprisse mio padre.
Ma hey ..indovinate chi ha aperto la porta?

Ovviamente mio padre.
Avevo paura della sua reazione, lui era un uomo irlandese dalle mani grandi, molto grandi ma non avevo mai avuto la 'fortuna' di assaggiarle grazie a Dio; questa sarebbe stata la volta buona.
-Ciao piccolina. - disse mio padre tranquillo. Non credo mi abbia notata all'inizio ,infatti ero ancora sulla soglia di casa e dopo mezzo secondo si girò verso di me -CHE COSA HAI FATTO?!- disse spalancando gli occhi. Feci un mezzo sorriso, non sapevo che altro fare , entrai in casa e chiusi la porta. Notai mio padre con i capelli tra le mani esasperato.

Mamma arrivò in quel momento e disse -Cosa hai da urla- si bloccò appena mi vide . -Ehy mamma..- sventolai la mano.
-Ti ho lasciata fuori per 3 ore e tu torni in queste condizioni?!?!- era sconcertata.
-Sentite, a me piaccio così e basta quindi non fatene un dramma.- ero stanca delle loro lamentele e lacrime scendevano dai miei occhi.
-E questo?..- si avvicinò mio padre.
Oh no
-cos' è questa specie di catena?!-
-È un piercing forse?! - dissi scocciata , tirando su col naso.
-Non fare la saputella con me ragazzina.- papà era ormai al limite della sopportazione.
Stavamo urlando e ormai tutto il palazzo ci aveva sentiti.

-È colpa tua se Katherine fa quello che le pare!- disse papà incolpando la mamma.
-Cosa? Ma stai scherzando vero? Lei é una brava ragazza ma non so cos-

-ORA BASTA!- gridai interrompendoli. Si giriarono entrambi, avevo la loro attenzione -Quando deciderete di smetterla di comportarvi come bambini, fatemi uno squillo!-
Detto questo, aprii la porta ed uscii di casa. Il mio scopo? Quello di trovare Harry e di parlargli.
Sarebbe sembrato stupido da parte mia , ma volevo capire che cosa l'aveva spinto a non parlarmi per 3 settimane.

Ero fuori dal portone di casa quando sentii il mio cellulare squillare. Lo tiraii fuori dalla tasca e quando vidi il nome scritto sullo schermo, il mio cuore prese a battere più forte del normale e le mie mani cominciarono a sudare.
Era Harry.
-Pronto?-
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CIAU!
Non ho mai wi-fi e per questo non riesco a pubblicare capitoli.
In ogni caso vi amo.

PASSATE A LEGGERE STOCKHOLM SYNDROME - @6IWantYou9

Kitty||h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora