CAPITOLO 1

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Nella stanza, avvolta nella penombra, aleggiava un leggero profumo di rosa che s'addiceva alla tappezzeria consunta e ai mobili antiquati. Mary vide un draghetto di ottone incastonato nella parete, era lui ad emettere piccoli sbuffi di profumo alla rosa. La ragazza sfiorò il drago e questi immediatamente tornò dentro il muro. Alle sue spalle si aprì una porta, tra il finto scaffale di libri della biblioteca. Mary, con passo incerto decise di entrare. Con suo grande stupore, si ritrovò in mezzo ad una foresta. Non c'era nessun proseguimento della biblioteca che si era lasciata alle spalle. D'istinto iniziò a correre. C'era qualcosa di strano in quella foresta.

Era certa che fosse solo un sogno, anche se sembrava tutto così reale: gli alberi, che durante la sua corsa cercava di evitare, e poi un uomo che le stava alle spalle. Riusciva ad avvertirlo, lo sentiva dentro di sé. Allora iniziò a correre. Non sapeva definire con certezza se fosse umano, ma aveva fascino: vestito di nero, i suoi capelli erano di un biondo cenere con riflessi dorati e gli occhi neri assetati di sangue.

Sfinita, Mary si accasciò a terra, non curandosi di quello che le avrebbe fatto quell'uomo. Fu in quel momento che si accorse che l'uomo non stava seguendo lei, perché anche se si era fermata, il misterioso cacciatore aveva continuato a correre. Stava inseguendo qualcun altro. Ma chi? , si chiese Mary. La curiosità che la stava divorando prese il sopravvento e la spinse a seguire quell'uomo.

Correva dietro di lui, senza una precisa meta, per arrivare nel cuore di una foresta. Era una radura circondata da alberi, con al centro un altare sacrificale. Su di esso c'era sdraiata una donna, legata mani e piedi e la sua bocca imbavagliata.

La paura e la voglia di scappare sparirono immediatamente, per lasciare posto al coraggio e la determinazione. L'uomo dalla carnagione chiara stava per gettarsi su di lei, come un leone sulla sua preda. Fu come un istinto e Mary si posizionò fra il cacciatore e la preda. L'uomo la guardava incuriosito, riuscendo a percepire in lei la paura, ma anche la determinazione a salvare la giovane donna. Mary aveva reso la sua caccia ancora più eccitante. Sul volto dell'uomo si fece sempre più vivo un sorriso beffardo mostrando i suoi canini affilati. I suoi occhi divennero splendidamente rossi come il sangue. Con poca fatica le saltò addosso, puntando alla gola e sbattendola accanto alla ragazza. «Vieni con me fino all'inferno» le sussurrò, poco prima di affondare i canini nella sua tenera e giovane carne. Mary lasciò finalmente fuoriuscire le urla che fino a quel momento si era tenuta dentro. Si girò verso la donna e con suo grande stupore, notò che era esattamente uguale a lei. Un dolore acuto e lacerante le percosse tutto il corpo, come se fosse stata trafitta da mille lame affilate.

L'ultima cosa che percepì fu il rumore di un tuono. Dopo niente più.

Un silenzio soffocato dal rumore battente della pioggia contro i vetri della propria stanza, la fece svegliare con il fiato corto. Mary aprì gli occhi scombussolata e stordita. Ancora tremava per via dell'incubo che aveva avuto. Poi, si rese conto che tremava anche per un'altra cosa: il freddo. Era gelida come la morte. D'istinto, si portò un paio di dita all'altezza del collo, dove il vampiro del sogno aveva affondato i suoi canini. Incredibile, riusciva a sentire i segni sul sulla sua pelle. Volendosi accertare che ciò che aveva appena sentito fosse veramente reale e non il frutto della sua immaginazione, si alzò di scatto dal letto ed andò a specchiarsi in bagno. Tentò di soffocare un urlo, nel vedere la sua immagine riflessa nello specchio. I segni sul collo c'erano ed erano anche in bella vista, ma non era tutto. I suoi occhi avevano cambiato colore, erano rossi come quelli dell'uomo del sogno. Si sciacquò la faccia per accertarsi che non stesse sognando, ma non servì a niente. Quando si asciugò la faccia e riaprì gli occhi avevano ancora quel colore rosso sangue. Sentì le pulsazioni del suo cuore aumentare sempre di più, finché non le sembrò che le stesse fuoriuscendo dalla cassa toracica. Era la sete di sangue.

IL CIGNO D'ARGENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora