CAPITOLO 3

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Il rumore della campanella svegliò Mary ed allarmò Nickolas. «C-che cosa succede?» gli domandò la ragazza, ancora assonnata. Nickolas si alzò dal letto ed andò a guardare fuori dalla porta della stanza.

«Non ne sono sicuro. Questa è la campanella che suona durante le esercitazioni. Ma l'abbiamo fatta due settimane fa.» Anche Mary andò ad affacciarsi fuori la stanza.

«Che sia un attacco?» ipotizzò la ragazza.

«Forse.» Istintivamente, Nickolas prese la mano di Mary e la trascinò giù per le scale. «Vieni, non è sicuro qui.»

Iniziarono a percorrere i corridoi dell'accademia, sperando di sfuggire agli intrusi.

«Ma dove stiamo andando?»

«Nei sotterranei della scuola. Lì sarai al sicuro durante l'attacco. Nessun tipo di vampiro può entrare lì.»

«Sei proprio sicuro che siano dei vampiri ad attaccare?»

«No, ma probabilmente qualcuno ha scoperto che sei qui. Devono aver riconosciuto Floralie» le rispose, agitato.

«Allora dobbiamo andare da lei!»

«Ma sei impazzita? Lei è un'insegnante, sa cavarsela da sola. Cosa credi di fare?» Nonostante le parole persuasive di Nick, Mary non si convinse. Non voleva in alcun modo che qualcuno morisse per proteggerla. Non le sembrava giusto.

«Non m'importa. Non morirà a causa mia.» Dette quelle parole, si liberò dalla presa del cacciatore e scappò verso la sala insegnanti alla ricerca della professoressa Argent.

«Mary, torna qui!» le urlò Nick, seguendola. Il cacciatore la perse tra i corridoi, non sapendo quale dei tanti avesse imboccato. Sicuramente si sarebbe persa.

Dopo aver corso per un po' alla cieca, da un lato, Mary si ritrovò la porta semichiusa della biblioteca scolastica, dalla quale usciva del fumo. In quel momento si ricordò che Lisandré, il fratello di Floralie, era andato lì per delle ricerche approfondite sulla sua natura. Un brivido raggelante le percorse la schiena. Aveva una brutta sensazione.

D'stinto entrò dentro la biblioteca. Con suo grande stupore e delusione, notò che era in fiamme. Le lingue di fuoco si sprigionavano dal pavimento, senza bruciarlo. Perché l'obbiettivo non era l'accademia, ma ben sì il suo sapere. Il puzzo acre del fumo la fece quasi soffocare.

«Lisandré!» lo chiamò. Non ricevette nessuna risposta. Si addentrò ancora di più, andando a cercarlo nella sezione che aveva visitato con Nickolas. Chiamò ancora e ancora il nome di Lisandré, senza ricevere una risposta. Per la mente le passarono le immagini di lui che fosse stato sovrastato dalle fiamme, la fece sentire in colpa.

Salì in fretta le scale che portavano al ripiano superiore dove c'era la sezione sulle creature mitologiche. Da sotto uno scaffale di libri, notò una mano umana. «Lisandré!» urlò, ansimando. Cercò di rimuovere con tutte le sue forze lo scaffale.

«Resisti, ci sono quasi.» Spinse ancora più in là il mobile, riuscendo così a scoprire quasi del tutto il corpo inerme e pieno di ferite di Lisandré. Lo scosse un po', continuando a chiamare il suo nome. «Su svegliati, non c'é tempo da perdere.»

Il ragazzo sbatté le palpebre confuso, frastornato. Non appena vide il volto di Mary, inondato di lacrime di sollievo, aggrottò la fronte. «Perché sei venuta qui?! Saresti dovuta rimanere con Nick.»

«Stavo cercando tua sorella, ma ho visto del fumo dalla biblioteca, ed ho pensato che ti servisse un aiuto.»

«Dovevi lasciarmi, devi pensare solamente a salvarti, stupida!» la rimproverò Lisandré, guardandola con disapprovazione. «Però, grazie per avermi salvato la vita.»

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