The first

3.

Avevo caldo, ero agitata, avevo il cuore che batteva a mille e avevvo il timore che mi sarebbe uscito fuori dal petto. Cosa mi stava succedendo?

Senti due mani possenti che mi avvolgevano le braccia scuotendomi. Finalmente apri gli occhi. Era Lav.

La camera era copletamente bianca e nera, rimasi delusa visto i mille colori che c'erano al di fuori di essa. Ma chi mi aveva portato li? E soprattutto lui era venuto apposta, perchè aveva sentito che mi stavo agitando o aveva dormito con me tutto il tempo?

-Avrai fatto un brutto sogno ,tranquilla!- ipulsivaente mi cinse tra le sue braccia, ed era un posto cosi famigiare, caldo e avvolgente, dopo tanto tempo mi sentivo protetta. Il petto comincò a riprendere un ritmo regolare e mi calmai. Ma cosa avevo sognato?

-Grazie, mi hai portato tu qui, il divano andava più che bene, invece di occupare la camera degli ospiti?-dissi con la voce assonnata e gli occhi socchiusi.

-In verita questa è camera mia, e questo è il mi letto-

Riasi quasi scioccata avevo ricevuto risposta a tutte le mie domande, e ora mi spiegavo questa stanza incolore, doveva rispecchiare a pieno ciò che lui era, una perfetta foto in bianco e nero. Non volevo staccarmi dalle sue braccia e mi addormentai dinuovo.

Sentì il riflesso caldo del sole accarezzarmi la guancia, lui non c'era ed ero addormentata in una posizione abastanza strana assomigliavo a un panda, quel materasso era comodissio. Ma lui dov 'era?

Mi alzai e mi accorsi che non avevo più i vestiti di ieri, ma avevo una maglia enorme che mi arrivavaa meta coscia dei nirvana. Amo i nirvana e aveva il suo profumo. Ma mi venne una fitta al petto quando pensai che per infilarmi questa maglia, lui mi aveva spogliata,ma ero imbarazzata no incazzata.

Scesi le scale e un profumo di omlette mi aveva stregato,mi ricordo quasi quelle di  mia nonna.

-Buongiorno piccolo panda!Volevo portarti la colazione, non volevo svegliarti.- mi aveva visto dormire e credo che non fu difficile manco per lui fare il paragone. Mi usci un ghigno. Mi avvicinai e gli posai un dolce bacio sulla guancia.

- Tranquillo non mi hai svegliato tu, grazie per tutto, per avermi portato in camera, la maglia e la colazione. Sei dolce. Potrei abituarmici!-

-Anche io- si avvicinò e mi stampò un bacio sulle labbra, un'altro e un' atro ancora. Sapeva di lampone e cioccolato, avevo ragione era il dolce più buono al mondo.

Si stacco da me e rimasi delusa, avrei voluto passare tutta la mattina cosi. Ma dopo aver ripreso a cucinare, si voltò e mi disse. -  Ti ho pensato questa notte e ho visto le tue foto, sei bravissia ,anche quele che mi hai fatto mi piacciono, quindi voglio proporti ioun posto dove potresti fare qualche scatto.-

Ero curiosa, e avevo notato quella luce quasi di pazzia e entusiasmo nei suoi occhi.  - Ti seguiro ovunque tu mi porterai!- dissi emoziozionata quanto lui.

Gli lanciai un lampone beccandolo in piena faccia, alzo un sopracciglio accogliendo la sfida. Prese la panna spray e iniziai a correre. Ridevo come una bambina e aumentava ogni volta che nel tentativo di prendermi, non ci riusciva. Ad un certo punto usci in veranda , ma da dietro non lo vidi più. Ansimai per la corsa, interrogandomi sul fatto che forse dovevo smettere di fuare e fare più sport,ma era una battaglia persa a priscindere non avevo più molto tempo a disposizione. Stremata le gambe cedettero, mi stesi sulla sabbia e notai che la maglia si era alzata tanto quanto bastava per lasciar visibili il bordo dei miei slip di pizzo, d'istinto chiusi gli occhi lasciando che il vento mi accarezzasse.

Ora non era più il vento era una mano calda e si era posata perfettamente sulla curva del mio bacino e di colpo senti il suo peso sul mio corpo.  Pochi minuti dopo senti le sue labbra sulle mie e sul naso qualcosa di estraneo. Panna. Scoppiammo a ridere e la sua risata era la musica più bella che avessi mai sentito. Mi stava cambiando e credo che stavo cambiando anche io lui. Ormai anche le linee del suo viso si erano rilassate. Rotolò su un lato trasportandomi sopra di lui.