Prologo

24 2 0
                                    


Il demone fece un respiro profondo,annusando l'odore della notte. Il silenzio era interrotto solo dall'abbaiare di un cane,o dal passaggio di un auto solitaria a tutta velocità. Un vento sereno entrava dalla finestra su cui era appollaiato,muovendo leggermente delle sottili e candide tende,che fluttuavano come le code di certi eleganti pesci rossi. Il demone ne aveva vissute milioni di notti come quelle,ma stranamente,questa gli sembrava leggermente più speciale delle altre. E non perché la luna brillasse più delle altre notti,o il vento cantasse più soavemente nelle sue lunghe orecchie. La verità era che forse...si era innamorato. Per la terza volta,dopo almeno mille anni,da quanto ricordava. Era così bella quella sensazione,così triste e malinconica,e il suo cuore era stato solo da così tanto tempo,che non pensava che sarebbe mai più successo. "Eppure..." pensò tra sé e sé. Sospirò ancora. Poi volse lo sguardo verso la creatura che lo aveva fatto ricadere in quella dolce e crudele trappola.
Era una ragazza che dormiva tranquilla,il respiro pesante,il corpo in posizione fetale,ed era raggomitolata come un piccolo animale,le mani che stringevano delle vecchie lenzuola. L'aveva osservata dal momento in cui il Destino lo aveva spinto in quell'ospedale,dove l'aveva vista nascere. "Già, il Destino. E come una vecchia e petulante madre,che arriva quando meno te lo aspetti e comincia a darti ordini." In realtà all'inizio non gli era importato molto di quella marmocchia. Il suo primo pensiero fu che avrebbe potuto prenderle l'anima non appena avesse raggiunto la maggiore età. I ragazzi e le ragazze giovani e vergini erano quelli con le anime migliori, lo sapevano tutti. Una sola anima giovane ne valeva mille di normali. E Beatrice,quello era il suo nome,era uno di quegli umani speciali,più prelibati degli altri. Ma mangiare anime di bambini,era contro la legge degli ultraterreni. E così,mentre faceva i suoi giri aspettando che crescesse,passava spesso a trovarla,finché il bisogno di starle accanto aveva portato a rendere le sue visite sempre più frequenti.
Aveva osservato ogni sfaccettatura del suo viso e del suo corpo cambiare con il tempo. L'aveva osservata leggere per ore e ore senza stancarsi mai,e piangere per ogni piccola e grande sofferenza. L'aveva ascoltata mentre imparava a suonare il piano,e seguita mentre passeggiava con le amiche. Aveva perfino assistito con suo strano fastidio al suo primo bacio. E naturalmente Beatrice era una ragazza normale nella sua quotidianità,ma c'era quella luce in lei che la rendeva diversa dagli altri. Anche se omologata alla massa,pensava in altre direzioni,e sperava nell'impossibile. A differenza degli altri lei avvertiva la sua presenza e ne rimaneva influenzata. Se lui pensava a un azione o a una cosa,lei la faceva o pensava la stessa cosa. Più di una volta,in diverse occasioni,era stato nominato da lei come "Il suo angelo custode".
-Povera sciocca e innocente ragazza. Il tuo stesso nome é una contraddizione:"beata"non lo sei stata mai.- Disse il demone con voce bassa e rauca,guardandola mentre si rigirava nel sonno.-Dal momento in cui ti ho visto uscire dal ventre materno rossa,nuda e urlante,sei già stata condannata a una disgrazia.Tuttavia...-
La maggiore età si raggiunge a sedici anni. E quella sera erano passati esattamente diciasette anni e tre mesi. Ma il demone aveva capito solo adesso perché non l'aveva uccisa.
Scese dal parapetto,e si avvicinò per osservarla meglio . I suoi capelli erano una confusa cascata di ciocche castane,si diramavano intorno al cuscino,sul suo petto,e sul suo viso... Trattenne l'impulso di toglierle una ciocca che le copriva le labbra,carnose e belle come un fiore. La voleva così tanto...ma nella sua forma non poteva toccarla concretamente. La sua mano l'avrebbe attraversata come vento,e lei non avrebbe sentito che un'inquietante e calda brezza. "Ma perché un umana poi? Non potevi farmi scegliere un altro demone,o proprio non farmi innamorare? Sarebbe stato meglio se mi avessi fatto mortale. Eppure...non me la sono andata a cercare anche io?Dopotutto,Il destino ha colpa solo per metà...l'altra metà è solo colpa mia." Si sentì assalire da una strana collera. La parte più autentica di sé stesso aveva voglia di spaccare qualche cosa: distruggere il muro, ribaltare il comodino,ruggire,e finalmente prenderla. Possederla come un demone,non come un'amante. Fondersi con la sua mente,mangiare la sua dolce e pura anima...
Ma il rimorso lo avrebbe divorato fino al profondo,togliendogli quel minimo di ragione che vantava di avere. No, aveva già deciso che la ragazza sarebbe morta solo e soltanto di vecchiaia. E lui si sarebbe accontentato di proteggerla,starle accanto. "Ma il solo pensiero che un giorno lei si accoppi con un altro umano,mi lacera il cuore..." E il demone si struggeva e si struggeva sempre più. "Perché?"chiedeva al destino,e quelli era non solo muto,ma anche sordo e cieco. Il demone decise di cambiare aria,sperando che una corsa notturna potesse schiarirgli le idee . Saltò agilmente fuori dalla finestra,raggiungendo illeso il vialetto sottostante. Poi cominciò a correre sempre più veloce:attraversò numerose strade deserte accompagnato dall'eco dei suoi passi in corsa,finché non prese una strada secondaria che lo portò in aperta campagna. Mettere in moto il corpo,sentire la terra sotto i piedi e l'odore delle piante lo faceva rilassare più di ogni altra cosa. Si bloccò in mezzo a un campo,sotto un'enorme quercia. Quello era il loro posticino preferito,dove lui si sdraiava nell'erba mentre lei leggeva. Qualche volta leggeva anche ad alta voce,e allora per lui era tutto più reale. In quei momenti sembrava che leggesse per lui.
Saltò su un ramo,e raggiunse con pochi balzi la cima,per poi volgere lo sguardo alle stelle,e alla luna. Quella sera era piena,bianca e luminosa."La luna è come lei. Bella,armoniosa,tranquilla e forte. L'esatto contrario di quello che sono io." Lui era un demone del fuoco,e la sua razza si paragonava al sole,che era il Padre di tutto. Il suo aspetto stesso lo richiamava :le sue corna e la sua coda erano rosse,i suoi capelli dorati come la sabbia sotto a un tempo estivo, e i suoi occhi due iridi gialle su una cornea completamente nera. La sua pelle era di una strana tonalità arancione,quasi luminosa nel buio della notte,e le sue vene contenevano sangue bollente. Tutto in lui ispirava vitalità, calore,ferocia e furore. "I demoni come me sono come Il sole che fa chinare tutti quanti sotto la sua luce,dal contadino al politico,dal re all'impiegato. La luna invece...si fa ammirare da tutti. É l'esatto contrario di quello che io sono."

Il vento sì alzò all'improvviso,e si senti uno sbatter di ali.
-Un demone del fuoco che guarda la luna è una cosa strana. -disse la figura.-Ma è decisamente nel tuo stile.-concluse.
-Kupela...vedo che non sei cambiata di una virgola.-
-Potrei dire lo stesso di te,Ausel. Sono passati solo sette anni.-
Kupela era un demone del vento. Di solito i demoni del vento non andavano d'accordo con quelli del fuoco,ma lei era diversa. Dotata di un'infinita conoscenza, raccoglieva le parole con il vento,e le memorizzava. Lei sapeva tutto,dai pettegolezzi di quartiere alle più antiche leggende ancestrali.
Era appollaiata su un ramo accanto al suo,i suoi enigmatici occhi da civetta che lo fissavano nel buio. I demoni del vento erano caratterizzati da una corporatura minuta,dalla presenza di grandi ali sulla schiena,e di zampe artigliate al posto dei piedi. Il viso di Kupela era affilato,ma bello a modo suo. Il naso era quasi inesistente,e le labbra molto sottili. Portava un comodo vestito con corpetto di piume marroni e bianche lungo fino alle ginocchia. Un enorme marsupio di pelle le contornava la vita.
-In effetti però sei cambiato. Ti sei tagliato la barba e i capelli.-
-Si,ultimamente mi andava di cambiare...-
-Anche i vestiti...come dire...- Ausel sapeva cosa intendeva.
-Si,sono da umano. Li trovo molto più comodi delle casacche dei demoni.-
Ausel portava una semplice canotta nera e dei larghi pantaloni sintetici. Non portava mai scarpe,le aveva sempre trovate scomode e restrittive.
Kupela cercò di sembrare naturale,ma la sua preoccupazione era palese."Lei mi vuole bene"pensò Ausel,"ma non può capire quello che provo". Ausel cercò di cambiare discorso.
-Cosa ti porta in questo posto sperduto?-
Kupela rispose con leggero ritardo.
-Il consiglio vuole che raccolga parole per mantenere l'ordine...girano voci di contrabbando illegale di anime. Ero qui intorno e ho pensato di passare a salutarti.-
-capisco...beh,mi fa piacere vederti. Asilao come sta?-
-bene credo...non lo sento da un pò in realtà, ma ho sentito che gli affari gli vanno bene.-
-Salutamelo,quando lo vedi.-
-lo farò di sicuro.-
La Demone lo guardò pensierosa,le mani affusolate raccolte in grembo,poco sopra al marsupio.
-Ausel...perché non torni alla capitale con me?-
Ausel sbuffò.-Credo che non tornerò prima di un centinaio d'anni.-"fino al momento della sua morte,comunque."
-Ma che ci fai in questa città di umani?non c'è veramente nulla qui...-
Ausel non rispose. Continuò a guardare la luna,chiuso nella sua freddezza.
-È per l'umana,vero? Ausel...-
-Non giudicarmi,Kupela. Sappiamo tutti e due che cose così accadono. Voglio solo...starle vicino.-
Kupela sospirò rassegnata.
-D'accordo,come vuoi. Ma sei cambi idea mandami un messaggio. Lo sai,io ci sono sempre per te.- lo diceva con una strana sincerità. I due erano cresciuti insieme. Kupela era il demone che le era stato sempre accanto,in ogni momento. Probabilmente lo amava. Ma non c'era spazio per lei nel cuore di Ausel,e non ce ne sarebbe mai stato,lo sapeva bene. Tuttavia Kupela non perdeva né la pazienza,né la speranza:avrebbe fatto di tutto per lui,anche senza chiedere qualcosa in cambio.
Allora un pensiero balenò nella mente di Ausel, un pensiero folle,che lo avrebbe portato alla rovina. Un pensiero egoista,dettato da un amore troppo forte,troppo controverso." Forse c'è una possibilità per cambiare tutto." Il demone guardò kupela dritto negli occhi.
-Kupela... Posso chiederti una cosa?-
-Dipende da cosa.- chiese lei ricambiando lo sguardo,abbastanza sorpresa. Era da anni che non vedeva i profondi occhi di Ausel così euforici,così vitali.
-parlarmi...del patto di sangue.-

ReunionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora