La fatica di Clarisse

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- No, No, No!- Clarisse buttò il suo elmo a terra, stanca di riprendere quei due nei suoi allenamenti.

Altri ragazzi aspettavano annoiati e sbuffanti appoggiati alle loro armi, alzando spesso gli occhi al cielo.

- È un combattimento questo, non una pista di danza! E non guardarmi in quel modo, Jackson!- gridò furiosa

- Okay, okay... Non devo fermarmi per paura di aver fatto del male alla mia ragazza.- disse Percy.

- Non mi hai fatto male- gli disse Annabeth, offesa.

- Ma davvero, che bravo.- disse, come se parlasse a un bambino di cinque anni - Ora muovetevi, ricominciamo, forza!-

Percy e Annabeth si allontanarono, andandosi a mettere ai lati opposti dell'arena, sollevando la spada e il pugnale.

- Via!- gridò Clarisse.

Percy si mosse velocemente, facendo volare la spada sopra la testa. Annabeth bloccò velocemente il colpo, fermando l'arma dell'avversario a qualche centimetro dalla sua testa.

- Veloce, sapientona.- i loro nasi quasi si sfioravano. - Forse stavolta riuscirai a battermi.-

- Non è un forse, Percy- gli sussurrò - Io ti batto sempre- e, senza preavviso, Annabeth si girò è battè l'elsa del suo pugnale sulla schiena di Percy, facendolo inciampare in avanti.

Lo prese per il colletto della maglia un secondo prima che si schiantasse a terra. - Che ti avevo detto, testa d'alg...-

Percy si rimise velocemente in piedi e imprigionò Annabeth tra le sue braccia, rimanendo dietro di lei, bloccandole le mani.

Il pugnale le cascò dalle mani dallo stupore.

- Era un forse, no? - disse malizioso Percy.

Fecero una piccola risata. - Sarà per la prossima volta.-

- Aaaaaah!!!- Clarisse stava letteramente dando di matto

- È impossibile. IM-POS-SI-BI-LE. Mi rifiuto! Avete diciassette anni e non riuscite nemmeno a combattere per finta contro di voi, ma vi rendete conto? Se sono qui non è sicuramente per fare lezione a dei bambini!-

Tutti gli altri ragazzi che stavano ridendo e scherzando tra di loro puntarono tutti sull'attenti. Un ragazzo fu così sorpreso dalla furia dell'allenatrice che fece cascare lo scudo, facendolo rotolare giù per la collina.

Percy sbuffò. Annabeth prese parola
- Lasciami almeno prendermi la rivincita... Ti prometto che gli faccio un livido. È un accordo?-

Percy la guardò con gli occhi sbarrati.

Sperò che Clarisse fosse così disperata dalla sesta volta di buca che avrebbe detto di lasciar perdere.

Lei ci pensò su.

- Okay, ti lascio la rivincita. Ma lo voglio bello in mostra il livido, chiaro?-

- COSA?!- disse l'ostaggio - Non sono una merce a basso mercato, d'accordo?-

- Taci e preparati, non ti risparmio.-
Annabeth prese posizione con sorriso malizioso.

Percy era preoccupato. Conosceva troppo bene la sua ragazza e quando faceva quello sguardo furtivo, aveva sempre qualche piano.

Si posizionò sul tassello e inghiottì la saliva.

- Via!-

Non ebbe nemmeno il tempo di scendere per attaccare. Annabeth gli corse i contro ed ebbe solo un momento per schivare il pugnale.

Lei si girò e attaccò di nuovo, facendolo indietreggiare un paio di volte.

Bloccò una pugnalata con la spada e si trovarono faccia a faccia a girare in cerchio.

- Perderai - disse sorridendo.

- Ride bene chi ride ultimo.- disarmò Annabeth.

Okay, questo era strano. Non ci era mai riuscito. Notò l'errore troppo tardi.

Preso dallo stupore non si accorse che lei si era avvicinata, e prima che potesse fare qualcosa, lo prese per un braccio e fece la stessa mossa di judo di un'anno prima al campo giove.

Si ritrovò a terra con la sua spada fuori portata. Cercò di allungarsi per afferrarla, ma prima che ci riuscisse, Annabeth la prese e la fece roteare.
Gli mise un ginocchio sul petto e si avvicinò al viso.

- Rivincita, testa d'alghe. I figli di Atena non perdono due volte di seguito.-

Si avvicinò di più e gli lasciò un bacio sulle labbra.

Dei "Blah" si sollevarono dalla fila dei ragazzini. Un sospiro di disperazione Di Clarisse arrivò alle loro orecchie.

Annabeth si alzò e aiutò Percy ad alzarsi

"Almeno non mi ha lasciato nessun livido" pensò lui.

Ma come se leggesse nel pensiero, lei gli lasciò un pugno sul braccio

Lui piagnucolò e chiese - ma perché?-

Gli sorrise, e il dolore era solo una cosa a parte.

- Voi due, via, non vi voglio più vedere nei miei corsi, okay?!- chiese una Clarisse disperata e furiosa allo stesso tempo.

Ma a Percy non importò molto.

- Va bene - rispose la sua ragazza, intrecciando le mani alle sue.

Gli si avvicinò e gli sussurrò all'orecchio - ordiniamo una pizza, stasera?-

Si illuminò di felicità.

Si avviarono verso la spiaggia.
- Scommetto - cominciò Percy - che non riusciresti a battermi in mangiate di pizza. - con un sorriso fiero sulla faccia.

- Quello ne sono sicura anch'io.-

"Ma intanto hai un livido sul braccio e una mano fasciata. Prova a prenderlo il trancio di pizza" pensò, guardando il tramonto con il braccio di Percy sulla spalla.

Si, poteva essere diabolica.

Allenamenti romantici ||de "le fatiche di Clarisse, p. 1||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora