5.

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Ma come... si conoscono?
Guardo Sabrina con sguardo interrogativo, lei me ne lancia uno preoccupato, ma non risponde. È sotto shock, e vorrei tanto sapere perché.
- Cosa ci fai qui? - la sua voce è ancora un sussurro a malapena udibile, ma Barclay non sembra avere difficoltà, perché risponde prontamente: - Questo è il mio posto, non ricorda?
Sabrina deglutisce, leggermente a disagio. Qualcuno mi vuole spiegare cosa diamine sta succedendo?
Guardo Amyas, che si accorge della mia espressione perplessa, e mi fa segno di stare tranquilla, e che mi spiegherà dopo. Lo spero.
- Va bene, noi ce ne andiamo - annuncia. - Danielle, hai quindici minuti.
Alzo mentalmente gli occhi al cielo.
Quando sento i passi dei due allontanarsi fino a sparire, sbotto. - Mi vuoi spiegare qualcosa, o lasciarmi nel vago?
Lei sospira, e riesco chiaramente a vedere i suoi muscoli rilassarsi uno ad uno.
- È una storia troppo lunga, e noi abbiamo poco tempo. Posso dirti solo che Barclay era una specie di mia guardia del corpo... ecco.
- Cosa? - Sono sbigottita. - Ma lui è... è un Fyreit.
- È metà. Non ti sei chiesta perché avesse gli occhi così?
Annuisco. Certo che me lo sono chiesto, ma non pensavo fosse a causa di una cosa del genere...
- Cos'eri venuta a dirmi?
Mi riscuoto dal mio torpore. - Amyas mi ha permesso di salutarti. Per l'ultima volta.
Non sembra turbata, anzi, rassegnata. - Capisco.
Perché è così fredda? Per lui?
- Volevo farti sapere che io non ho rinunciato a te, non ti ho abbandonata. Ti penso sempre, ogni giorno. E sto malissimo. - in un attimo, la faccenda di Barclay sembra non esistere più.
- Anch'io ti penso sempre, Dani. Sei la persona più bella, in tutti i sensi, che io abbia mai conosciuto.
Mi vengono le lacrime agli occhi.
- Volevo dirti anche che... tu sei l'amica più preziosa che abbia avuto, e rimarrai sempre nel mio cuore, qualunque cosa accada - aggiungo.
Si avvicina a me, anche lei con gli occhi velati di lacrime. Prende la mia mano. - Lo supereremo, insieme.
Riesco solo ad annuire, perché il nodo alla gola m'impedisce di parlare.
- Non è tutto finito, c'è ancora speranza- mi dice all'orecchio, stretta tra le sue braccia.
Il mio respiro è tremante.
- Ti voglio bene - riesco a dire, prima di sentire dei passi affrettati che si dirigono verso di noi. Ci distacchiamo in fretta dall'abbraccio, e nello stesso momento Amyas è davanti a noi. Mi volto immediatamente per asciugarmi gli occhi, nonostante mi abbia già visto piangere.
- Andiamo - mi porge la mano, che io non prendo e mi dirigo verso l'uscita a testa bassa.
Vigliacca.
Mi guarda, poi guarda Sabrina con rabbia, come se la colpa del mio stato fosse la sua, e mi trascina via da lì, via dalla mia amica.
Era un addio, quello?
Non diciamo una parola mentre torniamo nella mia stanza, e con mia sorpresa lui entra dietro di me, chiudendosi la porta alle spalle.
Ho bisogno di stare sola, in questo momento.
- Sapevo che era una cattiva idea.
Alzo la testa di scatto, e lo trucido con lo sguardo. - Probabilmente ce l'avrei avuta con te a vita, se non me l'avessi lasciato fare.
- Ti sarebbe passata - si avvicina di un passo. - Guardati - un altro passo. - Sei sconvolta - mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Chiudo gli occhi a quel tocco.
- È normale, Amyas. C'è il rischio che non la rivedrò mai più.
Non replica, sa che ho ragione. In fondo, è stato sempre lui a dirmelo.
Mi posa un bacio sulla fronte.
Rimango sbalordita da questa inaspettata dolcezza; cos'è successo all'Amyas di una volta?
- Ti spiace lasciarmi un po' sola? Ne ho bisogno.
È deluso, ma non lo da a vedere. - Certo- mi da un altro bacio prima di andarsene.
Crollo sul letto, poso una mano sugli occhi e scoppio in un pianto silenzioso.

Vengo svegliata da piacevoli e delicate carezze lungo il fianco. Apro gli occhi e vedo Amyas sdraiato accanto a me, che mi fissa. Ha una strana espressione... È piacevole.
- Che fai? - Gli chiedo, con gentilezza.
- Ti guardavo dormire.
Aggrotto la fronte, e si affretta a dire. - Da un paio di minuti, tranquilla - ridacchia.
Da quand'è che siamo così intimi, noi due? La cosa non mi dispiace affatto, ma è bizzarro il modo in cui ora ci parliamo. Mi sento a mio agio.
- Stavo pensando di portarti a fare un giro del castello, uno di questi giorni, quando ne avrai voglia.
- Per me va bene. Domani, okay? Oggi non me la sento.
S'incupisce, ricordando il motivo per cui sono così. Ma non fa commenti, e gliene sono grata.
Posa una mano sulla mia pancia, coprendola quasi completamente, e questa cosa stranamente mi eccita. Sono così piccola, al suo confronto, ma non mi da un senso di disagio. Anzi.
- Amyas...
- Sì?
- Questa tranquillità... è la quiete dopo la tempesta, vero?
- A cosa ti riferisci?
- Alla guerra - lo sento rilassarsi.
- Non è proprio una quiete, continuano ad attaccarci. Quasi ogni giorno, o almeno ci provano. Le nostre barriere sono invalicabili, e siamo già in vantaggio.
Non so se esserne felice o meno.
- E noi quando entreremo in gioco?
- Quando o se entreranno nel castello.
- Okay - mi limito a rispondere, dopo qualche attimo.
Nota qualcosa di strano nella mia voce, ma rimane in silenzio.
- Hai gli occhi rossi - osserva.
- Giá - e mi bruciano, anche.
Li chiudo e sospiro. Il sonno mi ha fatto bene, mi ha calmata un po'. E anche la presenza di Amyas aiuta, non so bene il perchè.
Poi, mi viene in mente una cosa.
- Cos'è che hai preso l'altro giorno, nella mia stanza?
Fa un sorrisetto sornione. - Il tuo profumo.
Mi sorprendo: non pensavo me l'avrebbe data vinta così facilmente. Ma, soprattutto, mi sbalordisce la sua scelta. Gli piace davvero così tanto?
Un sorriso mi si apre sul volto. Il piacere che provo nel petto sorprende anche me.
- Che hai da ridere?
- Nulla - mi volto a guardarlo. - È che mi chiedo perchè tu abbia voluto prendere proprio il mio profumo.
Smettila di sorridere.
- È divino.
Devi proprio smettere, sei ridicola.
Non ci riesco.
- Mi permetti? - chiedo.
- Cosa?
Mi avvicino a lui, incollando il torace al suo, e affondo il naso nell'incavo tra il collo e la spalla.
Respiro profondamente.
- Ti piace?
In risposta, lo afferro per i capelli e premo di più la sua pelle contro la mia. Se mi piace? Ma oddio, è paradisiaco. Cos'è? Sembra un misto di aromi e menta.
- È una colonia? - gli chiedo, risvegliandomi dallo stato di trance.
Scuote la testa. È il suo odore.
Voglio sentirlo dappertutto.
- Ieri Barclay è venuto mentre noi stavamo facendo una cosa... - inizia.
- ...Sì?
- Ricordi cosa?
Ovvio, come potrei dimenticarlo.
Annuisco.
- Mh, bene - rotola sopra di me, e io divarico le gambe per farlo posizionare meglio. Si abbassa su di me, e lascia le labbra a un centimetro di distanza dalle mie, ma non mi bacia.
Infila le mani sotto la mia maglietta e mi accarezza la pelle. Schiudo le labbra, e mi sento così in colpa. Tutto ciò è sbagliato, o no? Il problema è che mi fa sentire bene. E perchè dovrei rifiutare qualcosa che mi fa stare bene?
Preme il bacino contro il mio, e io mugolo di piacere. Lo rifá, e mugolo di nuovo.
- Ancora - prende il lobo tra i denti e lo mordicchia. Obbedisco, senza volerlo. Socchiudo le palpebre.
Gli circondo il collo con le braccia e gli conduco il capo verso il seno.
Sorride, e mi posa piccoli baci sullo sterno.
Perché è diverso da ciò che provavo con Mark? Perché non penso a lui, quando lo fa? Ma soprattutto: perché mi piace molto, ma molto di più?
Mentre con le labbra scende lungo il mio corpo, le sue mani salgono portando con sé la maglietta, fermandosi sotto il seno. Bacia la mia pancia, succhia la pelle del fianco destro, ed è troppo intenso. Chiudo gli occhi. Nessuno mi aveva mai toccata così. Mark, forse, ma è completamente diverso. Amyas mi fa stare... bene, a mio agio. Come se solo i suoi tocchi esprimessero le parole che non dice, anche se vorrei sentirgliele dire.
Risale su di me, e fa salire la maglietta fin sotto il collo. Mi sento arrossire sotto il suo intenso sguardo fisso sul mio seno. Penso stia per dire qualcosa, ma con mia grande delusione non lo fa.
Quando le sue grandi mani prendono a coppa le mie forme, gemo. Stringe con una delicatezza disarmante, così disarmante che devo stringere le gambe. Lui se ne accorge, e sorride trionfante.
Tira giù una coppa del reggiseno, e arrossisco ancora di più quando il capezzolo s'indurisce sotto i suoi occhi così penetranti. Posa le labbra lì, e io fremo.
- Come sei sensibile - la sua voce, così roca e sensuale, mi fa fremere ancora di più.
Afferra il capezzolo tra i denti e mordicchia. Getto la testa all'indietro, e mugolo.
Poi succhia. La sua bocca calda, la lingua esperta, mi lasciano interdetta. Continuo a gemere, travolta dalle emozioni.
Sollevo i fianchi per incontrare i suoi, e gli circondo la vita con le gambe, attirandolo a me.
Mugola.
Anch'io voglio toccarlo.
- Amyas... - il suo nome detto dalle mie labbra, in questo momento, suona strano, ed è un sospiro.
- Sì? - solleva il capo per guardarmi. Ha i capelli neri spettinati in maniera perfetta, e gli occhi sono così... così belli.
Oddio, perché lo voglio così tanto?
Perché l'ho chiamato, poi? Me ne sono dimenticata.
- Perché non mi baci?
Oh, merda, non l'ho detto davvero. No, non l'ho fatto.
Resta sorpreso, ma più per il fatto che io gli abbia davvero posto questa domanda.
Poi, però, sorride.
- Lo farò, ma non ora - si limita a rispondere.
"Lo farò." Lo farà.
Perché mi fa così piacere che parli al futuro?
Vorrei chiedergli il motivo, ma ho già parlato troppo. Inarco la schiena, e lui capisce la mia muta richiesta.
Sfiora i miei seni con il naso, sento il suo caldo respiro, il suo profumo meraviglioso.
- Amyas - lo imploro.
- Piccola - e a quel nome, io mi sciolgo. Posa una mano sotto di me per sollevarmi contro di lui, e rendere il tutto ancora più intenso.
Poi fa una cosa che non mi aspettavo: mi fa posizionare sopra di lui. Da un lato sono contenta di poterlo toccare, dall'altro ho timore di sbagliare.
Mi tolgo la maglietta ancora incastrata tra il collo e la testa, e mi posiziono a cavalcioni sulla sua pancia.
Mi osserva mentre mi abbasso su di lui, sfiorandogli l'angolo delle labbra, attenta a non baciarlo.
Gli poso piccoli baci lungo il collo, fino al torace. Ha un così bel corpo.
Scendo sulle costole, e lecco la pelle perfetta e diafana. Sospira di piacere, e sorrido, soddisfatta.
Quando arrivo al ventre, devo spostarmi all'indietro, e nel farlo, faccio combaciare i nostri bacini.
Spingo la mia intimità contro di lui, e lo sento gemere. Fremo nel profondo; non ho mai sentito un verso più eccitante di questo. Tanto che lo rifaccio, ma stavolta lui ringhia.
Mi prende per le braccia e mi spinge contro il letto, di nuovo sotto di lui.
- Cosa non ti farei - mormora.
Spinge contro il mio punto più sensibile, e stringo le lenzuola tra le dita.
Lo voglio.
- Apri gli occhi - lo faccio, e incontro le sue iridi nere, infuocate dalla passione.
Ci riflettiamo nei nostri stessi sguardi.
- Hai idea di quanto io voglia baciarti, in questo momento?
- Fallo, allora - non aspetto altro.
- No, voglio essere sicuro che tu mi voglia.
- Perché?
- Perché dopo esserci baciati, non puoi tornare indietro.
- Ma cosa...
- Ssh - mi intima - Non pensare, devo solo esserne certo.
In risposta, premo i fianchi contro di lui.
- Oh, piccola - ansima - Ti farò tante di quelle cose...
Il mio corpo prende fuoco.
- Ma ora devi riposare. Oggi è stata una giornata pesante, e domani faremo quella gita nel castello.
Ah, giusto, me n'ero dimenticata. Chissá cosa succederá. Improvvisamente, non vedo l'ora che sia domani.
- Resti con me? - Ma cosa prende alla mia lingua, oggi?
Sorride. - Certo.
Mi fa girare con la schiena contro il suo petto, e qualche volta mi mordicchia il lobo. Mi massaggia i capelli, e vorrei gemere da quanto è piacevole.
Non so come, ma riesco ad addormentarmi, di nuovo.

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Angolo autrice

Mi spiace che il capitolo sia un po' più corto del solito, ma ho conservato tutte le altre idee che avevo per il prossimo. L'attesa è stata più che lunga, e voglio scusarmi.
Spero che questo capitolo vi piaccia, fatemi sapere.
Scusate ancora!♡

~Sofia☆

Lotewers - Legame tra rivaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora