3 - She's the one.

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"Quindi... Tu e Nate...?" - chiese Candice, sdraiata a pancia in giù sul mio letto a sfogliare la Cosmopolitan.
Spostai lo sguardo dalla maglia turchese che tenevo tra le mani e guardai la bionda.
"Io e Nate cosa?" - chiesi inarcando un sopracciglio.
Un sorriso divertito tracciò il suo viso.
"Ti piace?" - chiese con un tono più serio.
Sorrisi involontariamente.
La bionda ridacchiò - "Eh si! Eccome se ti piace!"
Portai l'indice alle labbra per azzittirla - "Sssh! Mia mamma è qui sotto!"
Candice roteò con gli occhi.
"Ma 'sssh' cosa?" - chiese divertita.
Arrossi imbarazzata distogliendo lo sguardo dalla bionda.
"Smettila Candice!" - la ammonì.
Ridendo la bionda abbassò lo sguardo verso la rivista e si rimise a leggere.
Mi voltai verso l'armadio di legno bianco, tirai fuori un paio di skinny bianchi e li gettai sul letto accanto alla maglia turchese.
"Va bene così?" - chiesi alla ragazza indicandole gli indumenti.
Lei si alzò, appoggiandosi sugli avambracci e studio i vestiti. Fece no con la testa.
"I jeans sono belli, ma penso sia più adatta la maglia che hai messo l'altra sera al cinema."
Mi rigirai verso l'armadio e cercai la maglia nera con il collare a 'V' la alzai per mostrarla all'amica. Essa annui.
"Dove andate di bello?" - chiese mentre io mi vesti.
"Mi ha invitato a casa sua... Vuole farmi conoscere i suoi..." - mormorai infilandomi la maglietta.
Vidi lo sguardo sorpreso sul volto della bionda.
"Allora è serio il ragazzo..." - sussurrò.
Alzai gli occhi al cielo - ma lei che cavolo pensava? Certo che è serio!
Candice vide il mio sguardo annoiato e subito alzò le mani come segno di difesa - "Scusa...".
***
Come promesso il moro venne alle 20:00 per accompagnarmi, poco dopo che avevo praticamente cacciato Candice di casa.

Nate parcheggiò la macchina davanti una grande casa costruita per la maggior parte di grandi vetri. Una casa moderna e lussuosa. Accanto alla sua Maserati furono parcheggiate una Lamborghini bianca e una Ferrari rossa, a fatica cercai di mantenere le labbra socchiuse.
Nathaniel spense il motore e scendemmo dalla vettura.
Mi indicò un piccolo viale coperto di sassolini decorativi che portò alla porta di legno scuro.
"Pronta?" - mi chiese con un dolce sorriso sulle labbra.
Deglutii ancora affascinata e sconvolta dal lusso che mi circondò, poi annuii contraccambiando il sorriso.
Il ragazzo mi afferrò la mano e con l'altra aprò la porta.

"Mamma? Papà?" - chiese mentre appoggiò il mazzo di chiavi in un vaso di cristallo sul comò accanto alla porta.
Il pavimento era di piastrelle grigie scure. I muri bianchi e lisci.
La hall era uno spazio ampio, quadrato e quasi vuoto - ci fu solo il comò grigio, un guardaroba di metallo scuro e le scale che portarono al piano superiore, anche esse ricoperte di piastrelle scure.
A destra e a sinistra ci furono degli archi che portarono nelle altre stanze mentre la parete di fronte a noi fu altrettanto di vetro.
"Nathaniel." - sentii una voce fine e femminile derivante dalla stanza alla nostra destra.
Nate mi fece un segno con il capo, indicandomi di seguirlo, così lo feci.
Entrammo nel salotto, nel mezzo di esso si trovò un grande divano a 'U' di pelle bianca, sulla parete di cemento fu attaccato una TV a plasma enorme, nell'angolo della parete opposta c'era un camino elettrico. Il pavimento era ricoperto da un tappeto morbido, anche esso bianco.
Sul divano vidi una donna attorno ai 50 anni, dai capelli biondi raccolti in una coda alta, gli occhi marroni, alta e magra, forse un po' troppo.
"Nathaniel. Ciao." - ripeté con un sorriso sincero ed invitante sul volto, poi si voltò verso me ponendomi la mano destra - "Tu devi essere Violet. Che piacere conoscerti. Io sono Amanda."
Aveva una voce confortante e dolce, sembrò molto simpatica ed adorabile.
"Ciao mamma, ciao papà." - disse il ragazzo che si fermò un passo dietro di me.
Solo in quel momento notai l'uomo dietro Amanda, aveva forse un qualche annetto in più della moglie, i capelli neri e gli occhi identici a quelli del figlio, fu in forma, il fisico da palestrato ed anche lui alto. Almeno lì capii da dove Nate prese tutta quella sua bellezza.
Sorrisi ai due e afferrai la mano della donna.
"Il piacere è mio." - balbettai abbozzando un sorriso.
"Ed io sono Tom, piacere Violet." - disse l'uomo sorridente e anche lui mi porse la mano.
Liberai la mia mano dalla stretta della signora ed annuendo sorridente afferrai quella del padre.
Tom ritirò la sua mano dalla stretta e guardò il figlio con aria soddisfatta.
"È quella?" - chiese poi sorridente.
Nate annuii contento.
Io a mia volta mi girai verso il ragazzo e lo guardai confusa, ma lui fece finta di nulla e si sedette accanto alla madre.
"Claire?" - chiese Nathaniel dopo un'attimo.
Il padre che fu ancora concentrato sulla mia figura si girò verso il figlio e disse - "Dovrebbe arrivare fra poco. È uscita con Blake...".
"Violet, cara non vuoi sederti?" - mi chiese Amanda.
Annuì silenziosa e mi sedetti accanto Nate, sempre con il solito sorriso sulle labbra.
Mi sentì spiazzata, non fui abituata a tutto quel lusso - e la cameriera vestita dal capo ai piedi in un completo grigio chiaro con un vassoio di vetro pieno di dolci e una caraffa di succo fresco, non migliorò per nulla questa sensazione, anzi...
Nate deve aver notato il mio cambio di umore, così ci scusò davanti ai genitori e salimmo in camera sua.
Quest'ultima fu tutt'altro di quanto avevo immaginato:
Il letto di legno scuro come il parquet, coperto da due cuscini e una coperta estiva grigia. La scrivania di vetro piena di libri filosofici e accanto ad essi un Mac Book Pro.
L'armadio che fece due volte il mio - di un color grigio. Una TV plasma sulla parete di fronte al letto.
Nonostante fu un ragazzo, lui aveva la stanza molto più ordinata della mia. Tutto era organizzato e ordinato perfettamente.
"Wow..." - balbettai a voce bassa.
"Ti piace?" - chiese aggrottando la fronte.
Annuì silenziosa.
Lui mi afferrò il braccio e mi guardò serio.
"Violet..." - iniziò calmo - "...che succede? Come mai così silenziosa? C'è qualcosa che non va?" - chiese tranquillo.
Oltre alla casa da ricchoni, la cameriera privata e la carrozzeria di lusso davanti casa, va tutto bene...
Mi vergognai di ammettere quanto mi sentì inferiore, così cambiai discorso.
"È quella - cosa?" - chiese alzando lo sguardo.
Il ragazzo inarcò le sopracciglia e mi mise le mani sulle spalle.
"Di cosa stai..." - " Tuo padre... Ha chiesto se sono 'quella' - quella cosa?" - chiesi nuovamente interrompendolo.
Nate mi sorrise e prima di darmi una risposta mi ritrovai con le sue labbra incollate alle mie.
Un bacio.
Un bacio che non ebbi mai provato così intenso e dolce fino a quel giorno.
Un bacio che da lì avrebbe cambiato tutto.
***
Ed ecco un nuovo capitolo, scusate se non ho aggiornato in questi giorni, ero al mare e non prendeva. Spero vi sia piacciuto.
- n.a.💋

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