Capitolo 1

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Le strade di Sydney erano vuote. C'era una calma che quasi gelava il sangue. A rompere il silenzio di questa calma c'era Ashton, un ventenne che aveva mollato la scuola perché la riteneva inutile ed oltre a ciò a lui non piaceva passare le giornate sui libri. A lui piaceva rifugiarsi nella sua stanza, da solo, senza i suoi fratelli e sua mamma che ultimamente erano diventati per lui un grande peso. Un peso che non si sarebbe tolto presto visti i suoi pochi guadagni alla caffetteria dove lavorava.

Ashton sfrecciava come un siluro sul suo motorino, l'unico modo per spostarsi. Sentiva l'essenza della libertà quando si trovava in mezzo alla strada, alle tre di notte. Si stava recando presso la caffetteria, era il suo turno di notte, avrebbe dovuto infornare i dolci e rassettare il posto.
Nonostante non fosse uno dei migliori lavori a cui si poteva aspirare, a lui piaceva. Era fantastico interagire con le persone che si godevano l'ultimo attimo di libertà prima di rinchiudersi in uno sgabuzzino a sbrigare le più varie pratiche.

Raggiunse il bar in circa dieci minuti e parcheggiò dietro l'edificio, dove potevano parcheggiare tutti i dipendenti. Aprì la porta ed entrò velocemente, l'aria fredda lo aveva congelato. Mise a bollire un pentolino d'acqua per il the. Era suo abitudine farlo ogni volta che avesse freddo, era l'unica cosa che lo rimetteva in piedi. Pensò a come la sua vita fosse una merda ma allo stesso tempo meravigliosa. A casa le cose andavano sempre male perché la mamma non riusciva a pagare le bollette ed era per il 90% del tempo in cui la vedeva un'isterica quarantenne che sembrava disprezzare i suoi figli e la sorella stava diventando fin troppo ribelle. Ma la vita gli aveva riservato anche un lavoro stupendo, che gli dava da mangiare e lo rendeva felice.

Infornò presto i dolci e si lasciò rilassare dal dolce profumo delle brioches fresche. Poco dopo si mise all'opera e iniziò a scopare per terra, con in sottfondo gli All time low, loro si che davano la carica.

Passata l'ora di cottura, sfornò le brioche e ne sgranocchiò una. Presto vennero anche Luke, Mikey e Cal, gli altri dipendenti nonché amici fidati di Ash. "Allora come è andata la nottata?" chiese Cal mentre sistemava le brioches nella vetrina.
"Come al solito, a voi come butta?"
"Abbiamo fatto quello che tu non fai da un bel po', amico. Abbiamo dormito!"
"Ah, fanculo Cal. La prossima settimana vedrai come ti sfotterò. Le occhiaie non si intonano alla tua pelle." Cal rise rumorosamente, come al suo solito.
"Senti, Luke, oggi pomeriggio ci sei per due tiri a calcio?" Ash si aspettava il solito No, ho da fare, mi dispiace.
"Credo di si, devo vedere sulla mia agenda-non-agenda" Luke si riferiva ai messaggi che la sua ragazza, Audrey, gli mandava. Una vera rompicoglioni pensando che lo riempiva di centinaia di messaggi in meno di un'ora.
"Quella ragazza è come una cozza allo scoglio." esordì Mikey, che ben conosceva quella ragazza visto che si trattava della sua odiata cugina.
"Eih, ciuffo multicolor, è della mia ragazza che stai parlando."
"Eih, paggetto, è del mio ciuffo che stai parlando."
Ashton sbottò in una risata isterica, tipica risata di un lamantino a cui fanno il solletico.

La mattinata proseguì così, tra scherzi altamente stupidi e battute senza alcun senso finché si fecero le otto di mattina ed il locale iniziò ad affollarsi di dipendenti con la faccia che trapelava la stanchezza fisica e mentale propria di chiunque si fosse alzato presto per un obbligo.
"Bene fanciulli, io levo le tende e vado a recuperare il sonno" disse allegro Ashton, che spiccava un sorriso a trentadue denti.
"Ashton" chiese Calum con un tono interrogativo.
"Si?"
Calum alzò il dito medio della mano destra accompagnandolo da un sorriso fin troppo forzato.
"Si, anche tu, amico di sventure" disse in ripresa Ashton.
Era tempo per lui di recarsi a casa, dove l'alone di felicità che lo circondava sarebbe svanito come una bolla di sapone che viene toccata.

By your side || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora