6.Little Bird

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Capitolo sei. Parte due.

Liam rimase per un po', e Louis gli raccontò del crollo che aveva avuto. Più tardi, Louis andò a lavoro per fare il suo turno serale, e poi chiamò Harry. Con tutte le spinte che aveva avuto a parlare con Harry, e il suggerimento di Danielle del picnic al parco, Louis decise che il giorno dopo avrebbero passato la giornata insieme.
Harry arrivò presto la mattina dopo, e svegliò Louis con una sorpresa.
"Pistole ad acqua?" chiese Louis, alzando un sopracciglio, quando aprì la porta per trovarsi due enormi giocattoli puntati contro.
"Pistole ad acqua," confermò Harry, "Pistole ad acqua...riempite di panna montata," Harry sorrise, provocante.
Louis spalancò gli occhi, mentre gli angoli della sua bocca cominciavano a sollevarsi in un sorriso. "Funziona davvero?"
"Dobbiamo solo provare, non credi?"
Louis si lanciò su Harry, avvolgendo le braccia attorno al suo collo mentre Harry avvolgeva le sue attorno ai suoi fianchi, e le loro labbra si incontravano furiosamente. Louis tirò Harry dentro l'appartamento, armeggiando per togliergli i vestiti e sfilandogli una delle due pistole dalla mano.
Louis alzò il giocattolo, ridendo quando i baci di Harry gli solleticarono il collo. "Sei pronto, Styles?" chiese, allontanandosi un po' e puntando la pistola su Harry.
"Prontissimo," assicurò Harry, puntando la sua contro Louis.
E poi fu il caos.
Ovunque volava panna montata, era sui loro copri, nei loro capelli, nelle loro bocche. Ovviamente dovevano pulire quel casino.
"La tua lingua fa un cazzo di solletico," sussurrò Harry cercando di trattenere una risata.
"Oh stai zitto," lo prese in giro Louis, "Ti piace."
"Direi di sì," mormorò Harry sorridendo pigramente e chiudendo gli occhi.
C'erano lividi su tutto il suo corpo, e ovviamente Louis li notò, perchè era difficile non farlo dal momento che formavano un arcobaleno di colori sulla sua pelle pallida. Ma Louis sapeva che era meglio non chiedere quando Harry era così felice e rilassato. Gli argomenti seri potevano aspettare, si disse Louis. Ancora poche ore, e sarebbero stati al parco, distesi sotto le stelle, e avrebbero potuto parlare di tutte le cose serie di cui dovevano parlare.
"Tocca a me," disse Harry distogliendo Louis dai suoi pensieri. Harry si alzò sui gomiti e guardò Louis, famelico.
Louis si stese sul letto, appoggiando le braccia dietro la testa e lasciando che Harry divorasse ogni centimetro del suo corpo.
"Ti dispiace se oggi faccio di nuovo l'attivo?" chiese Harry dopo un po', alzando lo sguardo dal corpo di Louis.
Louis scrollò le spalle. "No, va bene." Louis trovò strano che Harry lo avesse chiesto, non ne parlavano mai, facevano semplicemente quello che volevano. Louis sentiva che c'era qualcosa di diverso, ma non riusciva a capire cosa.
"Sicuro?" continuò Harry, leccando gli ultimi avanzi di panna montata.
"Sì, certo. Che c'è, Haz?"
Harry alzò un sopracciglio. "Niente, stavo solo chiedendo. So che anche a te piace essere attivo, non volevo farlo senza che tu lo volessi."
Louis roteò gli occhi. "Non devi chiedere," disse tirando Harry a sé. "Almeno non con me."
"Ok allora," disse Harry con un bacio veloce.
Poco dopo stavano ansimando, cercando di riprendere fiato.
"Porca troia."
"Porca troia."
"Possiamo farlo di nuovo?"
"Non credo di riuscire a muovermi."
"Lo facciamo di nuovo."
"Harry, sul serio, non riesco a muovermi."
"Porca troia."
"Porca troia."
I due ragazzi rimasero stesi, madidi di sudore, e del tutto sfiniti. Nessuno dei due si mosse per un po', stesi uno accanto all'altro, con le braccia che si toccavano e i battiti accelerati.
Louis non riusciva davvero a muoversi, gli faceva male ogni muscolo, ma era un dolore bene accetto, perché tutto quello che lo aveva causato era stato fantastico. Louis si addormentò velocemente. Harry rimase sveglio, il suo corpo era abituato al post-orgasmo. Guardò Louis dormire, come aveva già fatto innumerevoli volte. Amava guardare Louis dormire, perché Louis era sempre così tranquillo quando dormiva. Era piacevole vedere Louis calmo, quando era sempre così agitato, sempre preoccupato per qualcosa.
Era la vita che Harry doveva sempre lasciare: Louis felice e tranquillo; e andarsene faceva male ogni volta. Non gli piaceva che facesse male. Non gli piaceva quello che significava. Perchè andarsene non faceva mai male. Harry se ne era sempre andato, tutta la sua vita si basava sul non restare mai, non affezionarsi mai a niente, andarsene sempre, correre sempre via. Ma per la prima volta, andarsene faceva male. E a lui non piaceva affatto.
Ma Harry non se ne sarebbe andato quel giorno.
Harry si stese piano acconto a Louis, e chiuse gli occhi, permettendo alla stanchezza di prenderlo, e permettendosi di addormentarsi.
Quando entrambi si svegliarono era tardo pomeriggio. Il cielo si stava già scurendo, e Louis saltò giù dal letto, prima di ricordarsi quanto fosse indolenzito.
"Cazzo," sibilò.
"Mi dispiace," sussultò Harry, vedendo quanto Louis fosse dolorante.
"No, va tutto bene," lo rassicurò Louis. "Andiamo a lavarci, ok?"
"Che fretta c'è?," chiese Harry, stravaccandosi sul letto.
"Abbiamo cose da fare, amico mio," rispose Louis, entrando in bagno. "Muoviti!"
Harry scosse la testa, incrociando le braccia. "Se facciamo la doccia insieme giuro che non ne usciresti affatto pulito e finirei per fotterti contro il muro."
Louis sbatté le palpebre, aprendo un po' la bocca. "Beh...ok allora. La faccio prima io e poi tu?"
Harry sorrise. "Va bene."
Louis fece una doccia veloce, non voleva sprecare altro tempo. Una volta pulito uscì e spinse Harry in bagno, chiudendo la porta per poter organizzare tutto quello che gli serviva per il picnic.
Louis non aveva un cestino da picnic, perchè beh, non aveva mai avuto un motivo per averlo, quindi prese un vecchio zaino e la riempì con tutto il necessario. Prese una coperta, preparò velocemente i sandwich, e gettò dentro tutto il resto proprio mentre Harry usciva dal bagno.
"Lou?"
"In cucina!" gridò Louis.
Harry apparse qualche secondo dopo, completamente vestito, frizionandosi i capelli con un asciugamano.
"Che stai facendo?"
"Niente," disse Louis innocentemente.
"Vai da qualche parte?" chiese Harry indicando lo zaino con un cenno.
Louis lo guardò, e poi guardò di nuovo Harry prima di rispondere. "Andiamo da qualche parte."
"Oh davvero?"
"Davvero," disse Louis, sorridendo a Harry e prendendogli la mano. "Andiamo, si sta facendo tardi."
Louis trascinò Harry fuori dalla porta, gettandosi lo zaino sulla spalla.
Scesero al piano terra e Louis guidò Harry verso una macchina. Harry gli rivolse un'occhiata interrogativa mentre si avvicinavano. "E' di Liam," chiarificò Louis. "Me la presta sempre, però. Ho anche la mia chiave personale, guarda!" Louis alzò il portachiavi, mostrandolo a Harry sorridendo.
"Oh," annuì Harry, ridacchiando.
Si sistemarono velocemente in macchina, e Louis cominciò a guidare verso il parco, anche se la destinazione era ancora ignota ad Harry. Dopo qualche minuto, infatti, cominciò ad assillare Louis perché gli dicesse dove stavano andando.
"E' una sorpresa!" protestò Louis.
"Oh eddai, ti prego?" Harry sporse il labbro inferiore, sbattendo gli occhi grandi e innocenti.
Louis lo spinse via ridendo. "Smettila. Smettila subito, non funzionerà mai."
"Ok allora," disse Harry risistemandosi sul sedile. Questa volta la sua espressione si fece maliziosa, gli occhi divennero scuri e lui ghignò, mentre la sua mano si muoveva verso--
"HARRY!"
"Me lo dici?"
"No."
"Allora dovrai accontentarti di guardare."
"Ti odio," disse Louis, cercando di rimanere concentrato sulla strada.
"Hmmm. Oooh sì. Sì, così...," gemette Harry, stuzzicandolo.
"Harold. Fai il bravo bambino e lasciami fare questa cazzo di sorpresa."
Harry scoppiò a ridere, battendo le mani e reclinando la testa all'indietro. "Va bene, va bene. Ti lascerò fare questa cazzo di sorpresa. Oh, c'entra qualcosa il cazzo? Era un indizio? Io adoro il cazzo. È --"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 10, 2015 ⏰

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