Secondo capitolo

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La mattina dopo, alle 07:00, ero stranamente sveglio. Solitamente ci voleva mia madre , con un bicchiere di acqua fresca in mano da buttarmi sulla faccia.
Evidentemente, il pensiero verso Jasmin, non tacque di esserci neanche durante il sonno.
Mi buttai sotto la doccia, mi asciugai e mi precipitai  in camera per prendere i vestiti. Indossai  una t-shirt dell'ard rock e un paio di jeans scuri.
Presi lo zaino, scesi velocemente le scale, uscii dalla porta e presi l'autobus.
Era tanto tempo che non lo prendevo, mi svegliavo  sempre tardi.

"Guarda guarda,  Nick James che prende l'autobus,  per quale strano motivo sei già sveglio?" Disse John, subito dopo che salii.
"Mi...sono addormentato presto ieri sera ". Dissi
" Se è per Jasmine ti consiglio di lasciar perdere".
" No non è per lei... perché dovrei lasciar perdere? "
" È disinteressata a tutti, non c'è  nessuno che le vada bene, quella ragazza è un vero mistero".
"Io vado bene a tutte" Mi vantai .
" Credimi, non a lei ".
Non risposi, cominciai a perdermi nei pensieri. -'Qualcuno che le interessa deve pur esserci, quindi posso continuare a sperare di essere io '-

Arrivammo a scuola, ed io mi precipitai in biblioteca. Ovviamente gli sfigati del club del libro erano già li.
Li evitai,  concentrandomi,  invece, su Jasmine,  che era seduta su una sedia davanti il bancone a leggere.
Mi avvicinai, decisi di farmi avanti come facevo con tutte, il problema era che si vedeva a due kilometri  di distanza che lei non era 'tutte'.

"Hey". Le dissi, mentre sentivo il cuore fuoriuscirmi dal petto.
"Ciao" Rispose freddamente.
"Piacere, Nick". Dissi, divorato dall'ansia e dall'imbarazzo.
"Cosa ti serve?".
"Emh... nulla". Cercai di non sbagliare a parlare. In quel momento mi sentivo profondamente offeso ed umiliato, ma dovevo riuscire a collegare un rapporto tra di noi.
"Okay".
"Volevo sapere se... se dopo la scuola ti va di fare un giro." Mi buttai, rendendomi  conto di stare parlando troppo velocemente. Il mio cuore batteva fortissimo.
"Perché balbetti?".
"S...scusa  il disturbo, ma... datti una calmata!" . Dissi, offeso per la sua freddezza. Le parole mi uscirono di bocca senza darmi il tempo di pensarci.
Mi allontanai, deluso e consapevole di aver avuto una falsa speranza  .
"ASPETTA " Gridò.
"Cosa...?" Dissi. Cercando di apparire più freddo di come lei sia stata.
"Umh...posami  il libro Perfavore..."
"Oh....si". Ad essere sincero mi aspettavo qualcos'altro.
Presi il libro, diedi un'occhiata alla descrizione, era la tipica storia romantica di due innamorati, mi aspettavo di meglio.

" Come è  andata?" Chiese John , con un tono di ironia.
" Alla grande..." racchiusi le labbra in un falso sorriso. La verità era che mi aveva fatto davvero male essere maltrattato da Jasmine, sembrava avvesse uno sguardo innocente.
"Brian da una festa stasera,  non puoi mancare".
"Stasera no, devo... uscire con mia madre. Andiamo a trovare mia zia..." Mentii, per il semplice fatto di volere stare da solo.
"D'accordo...io vado in classe, ci vediamo dopo."

Le ore passarono in fretta, non vidi più Jasmine da quella mattina, e forse, era la cosa migliore. Suonò la campanella dell'ottava ora, quindi, tornammo  a casa.
"Ciao mamma". Dissi, dopo aver oltrepassato  la porta.
Nessuno rispose, come al solito, mia madre era già andata a lavoro. Faceva l'infermiera, quindi era raro trovarla a casa. Mentre mio padre morì quando avevo solo dieci anni.
Pensando a mio padre mi venne in mente che mancava solo una settimana al suo compleanno, ed io dovevo andare a trovarlo al cimitero.

Senza che me ne accorgessi, erano già le 18:00, mi resi conto di essermi addormentato sul divano. Non ero abituato a svegliarmi presto, solitamente dormivo un'oretta in più,  ed a quel punto mancava solo mezz'ora all'inizio della scuola.
Per un attimo mi venne in mente di chiamare John, ma poi pensai a quello che gli avevo detto a scuola, ossia che avevo un impegno con mia madre. Non mi rimase che restare a casa, davanti un videogame ed un sacchetto di patatine alla papica.
Qualche minuto dopo, sentii squillare il telefono, era Brian, voleva sicuramente avvisarmi riguardo alla festa.
"Pronto?" Risposi.
"Hey Nick, manchi solo tu alla festa, vieni dai, non vuoi che creda alla scusa che hai raccontato a John?"
"Dammi solo il tempo di prepararmi "
"Grande! Ci vediamo dopo". Effettivamente non mi andava di uscire,  ma non volevo calare in depressione, quindi cercai di divertirmi.

La festa era grandiosa, c'era tutto il liceo , anche se era a dir poco frustrante vedere i ragazzi di primo anno alle nostre feste, noi in primo neanche sapevamo cosa fosse una festa.
"Come va?" Chiese John.
"Bene, vado a prendere una birra, vieni con me?" Chiesi,  urlando a causa della musica ad alto volume.
"No,no ti aspetto qui".
Entrai nell'enorme  cucina di casa Turner, dove c'era il tavolo pieno zeppo di alcolici di qualsiasi tipo, dovevo ammettere che Brian se la cavava  in materia , organizzava le migliori feste in tutto il liceo, e solitamente invitava solo gli studenti a partire dal terzo al quindo  anno.
Presi una bottiglia di birra ed uscii dalla cucina, dirigendomi  verso John.
Mentre cercavo di evitare la folla, qualcuno mi fece inciampare, e per sbaglio versai  un po di birra sulla maglietta di una ragazza. Era molto bella: castana, occhi verdi, labbra sottili, alta circa un metro e settanta ed anche molto formosa
"Scusami tanto". Mi scusai,  mortificato dell'accaduto.
"Tranquillo, non è successo nulla, io vado a giocare al biliardino con i miei amici, vieni?"
"Certo, chiamo il mio amico e ti raggiungo".
"Comunque mi chiamo Jessica, piacere".
"Piacere Nick".

Andai dritto da John e lo portai dal gruppetto di amici con cui si trovava la ragazza. Il  gruppo era composto da due ragazzi e tre ragazze,  compresa Jessica. Erano tutti molto simpatici, anche se avevano una mentalità un po chiusa. Passai una serata splendida, io e John avevamo vinto tre volte di fila, anche se io di biliardino non ciò ho mai capito nulla.

La serata si concluse alle 04:00 di notte. John era ubriaco fradicio, per essere un "secchione" se la spassava  un pò troppo, vomitò  circa tre volte in tutta la serata. Io, invece, contrariamente a lui sapevo reggere l'alcol, mi girava solo un pò la testa e non vedevo l'ora  di buttarmi sotto le coperte. Arrivai a casa, mia madre dormiva già da un pezzo, si addormentava  presto perché la mattina doveva svegliarsi verso le 05:00.

Scusatemi se ci sono errori, cercherò di correggere al più presto.

La figlia della bibliotecariaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora