.capitolo 4

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"Svegliati, accompagna la zia in chiesa, io non posso andare!" Come ogni domenica, mia madre mi svegliò per mandarmi in chiesa con la zia.
Lei era atea, ma ci teneva al fatto che io avessi una speranza legata al signore, perché ero giovane, neanche io capii la sua teoria, comunque sia, non ho mai creduto veramente a Dio.
Ritenevo e, tutt'ora ritengo che non abbia senso, è come le fiabe, come c'è il bene, c'è anche il male ed ho sempre ritenuto questo un mare sciocchezze. È incredibile come tutta quella gente la fuori, possa sperare e credere nell'approccio di qualcuno di cui non ci sono prove di esistenza.
Comunque sia, accompagnavo ugualmente mia zia in chiesa, per far felice mia madre, pur dandole una falsa speranza.

Andai a fare la doccia e mi vestii. La gente crede che per andare in chiesa ci si debba vestire adeguatamente, ma io andavo in jeans strappati e maglietta nera, così, tanto per fare innervosire il prete, don Carlo non mi era mai piaciuto.
Finii di prepararmi ed uscii di casa per raggiungere l'abitazione di zia Stones.

Suonai al campanello in attesa che aprisse.
"Arrivo..." Sentii la zia gridare, come faceva sempre.
"Guarda qui chi c'è, immagino tu sia qui per accompagnarmi in chiesa". Disse a tono alto subito dopo aver aperto la porta.
"Sì beh, sei pronta?"
"Quasi figliolo, devo solo mettere il profumo, ma non riesco proprio a trovarlo".
"Ti aiuto io a cercarlo". Ogni volta perdeva qualcosa ed ogni volta arrivavamo in ritardo per cercarla, suppongo sia colpa della vecchiaia, lei aveva 87 anni.
"Oh certo entra pure!"
Fortunatamente riuscii a trovarlo subito, si trovava sopra la mensola della cucina. La zia non sarebbe mai uscita di casa senza aver messo neanche una sola goccia di profumo, ne era ossessionata.
Arrivammo in chiesa e ci sedemmo all'ultima fila, dove ci sedevamo di solito. Mentre mia zia ascoltava con attenzione la messa, io uscii fuori a fumare una sigaretta. Era tremendo stare la dentro. Come fa la gente a sopportarlo? Chiusi in un unica stanza a morire di caldo ed annoiarsi, come in una specie di sauna, solo che leggermente più noiosa delle altre.
Magari loro lo sopportano, ma io no, la messa d'estate è una cosa tremenda. Rientrai ugualmente in chiesa, per evitare che la zia si accorgesse della mia assenza.

Finita la messa, riaccompagnai la zia a casa ed andai da John, che mi invitò a pranzo. Pranzava ogni domenica da sua nonna, che preparava delle lasagne squisite.
"Nonna, chiamaci quando è pronto, noi andiamo nel salone."

"Allora, ho saputo che tua madre ha perso il lavoro, mi dispiace tanto, cosa avete intenzione di fare adesso?" Disse, dopo aver chiuso la porta.
"Chi te lo ha detto?" Non mi andava che qualcuno lo venisse a sapere, anche se comunque l'avessero vista in biblioteca lunedì.
"Ne parlano tutti a scuola".
"Non so perché, ma in questi giorni mi sembri anche troppo informato su tutto, addirittura più di me, che fino a qualche settimana fa ero al corrente di tutte le novità del liceo. Come se tu avessi acquisito un po della mia popolarità ". Questa cosa mi innervosiva, e forse ero anche un po invidioso, ero io quello a sapere sempre tutto, ed ora, era come se avessimo invertito i ruoli.
"Sono solo meno timido e più socievole di prima, ma tu sei solo meno attivo".
"Sì, forse hai ragione..."
Sentimmo la nonna di John gridare, interrompendo la nostra conversazione.
Corsimo in cucina a consumare un bel piatto di lasagne.
"Buonissime!" Mi complimentai.
"Grazie ragazzo, sono contenta che ti piacciano".
"Dai Nick andiamo a casa mia, dobbiamo organizzare una festa in giardino, ho il permesso dei miei."
"Grandioso!"
"Non bevete troppo!" Ci raccomandò la nonna di John.
Ma noi non ci fecimo caso ed uscimmo di casa.

"Dobbiamo avvisare tutti, pubblicalo su Facebook, riservato agli studenti del liceo". Dissi, mentre camminavamo per strada.
"Già fatto, mancano solo le birre, mia madre si è occupata del resto".
"Certo, giustamente non ha comprato gli alcolici per una festa del liceo. .."
"Beh si... forse non le ho proprio detto della festa, cioè lei sa che c'è solo un piccolo party, ma tanto è fuori città per una settimana con mio padre. Non corro rischi".
"Eh certo, era ovvio".
"Dai su, andiamo a comprare le birre, non perdiamo tempo, la festa inizia alle sette di questa sera e voglio organizzare un po le cose, sarà utile spostare alcuni mobili per evitare che si rovinino".
"Sì, a proposito della festa... so che è riservata agli studenti del liceo..."
"Jasmine non ne fa parte Nick, lasciala perdere e pensa a divertirti, ci sono tante belle ragazze al liceo, e tutte sarebbero contente di conoscerti." Mi interruppe prima che finissi la frase, ma aveva afferrato, volevo invitare Jasmine.
"Senti, adesso siamo amici, e poi in un certo senso fa parte del liceo, è quasi sempre li."
"Fa come vuoi... ma adesso andiamo a comprare le birre, sbrighiamoci ".
"Certo!"

Comprammo 50 casse di birre in tutto, John aveva dei risparmi da parte.
"Sei sicuro di volerla organizzare proprio oggi? Adesso che ci penso domani c'è la scuola e non dovremmo bere molto. Anche svegliarsi la mattina sarà un impresa".
"Tranquillo, manderò tutti via alle 02:00, non devi preoccuparti".
"Sì già...conosci il cognome di Jasmine per caso? Non mi è venuto in mente di chiederglielo". Dissi, dovevo rintracciarla, e non avevo il suo numero.
"Quando avresti dovuto chiederglielo? Non capisci che neanche ti considera?" Lui non era ancora a conoscenza della nostra conversazione.
"Ma abbiamo parlato molto al cimitero, abbiamo preso un caffè , è molto simpatica."
"Tu? Con una come Jasmine? Non ci credo".
"Senti, dimmi solo il suo cognome".
"Reandener, Jasmine Reandener...." Pensai che John fosse un po stupito del fatto che io e lei avessimo dei rapporti, ma quasi quasi facevo fatica a crederci anche io. Ero emozionato al fatto di poterla rivedere, dovevo solo riuscire a trovarla su Facebook.
Mentre John spostava i mobili per fare spazio, io cercavo di rintracciare Jasmine. Dopo un po di ricerca, riuscii a trovarla ed a inviarle un messaggio.
-'Stasera John da una festa, ti va di venire?'-
-'Stasera non posso, domani finiscono le vacanze nella mia scuola e devo alzarmi presto '- Mi resi conto di non aver mai pensato a come facesse a venire al liceo pur avendo la scuola. Ma adesso era chiaro.
-'Perché le vacanze?'-
-'C'era stato un incendio, ma adesso hanno finito le riparazioni e noi studenti dobbiamo tornare'-
-'D'accordo, allora ci vediamo.'-
-'Ci vediamo'-

"Nick, lascia perdere quel telefono e aiutami". Gridò John.
"Sì!" Corsi ad aiutarlo.
"Allora...Jasmine? " Chiese subito dopo che andai da lui.
"Nulla, non può venire". Lo dissi cercando di non apparire abbattuto.
"Te lo dicevo".
"Tranquillo, è stato per tutt'altro motivo che non starò a raccontarti".
"D'accordo, abbiamo finito le preparazioni , vieni in camera, dobbiamo solo scegliere la musica".
"Andiamo".

Corsimo in camera di John, da li alle 19:00 sprecammo tempo per scegliere delle canzoni adeguate ad una festa di liceali. Tra queste scelsimo: Dancing in The Dark di Rihanna, problem di ariana grande e shake It off di Taylor swift che erano tra le migliori. Io ho sempre amato le voci femminili perché sono più acute e certe cantanti riescono a raggiungere degli acuti altissimi.
Comunque sia, si presentò quasi tutto il liceo, pur avendo scuola il giorno dopo. Io e John avevamo dato una bellissima festa. Nessuno arrivò a casa molto ubriaco, erano riusciti a trattenersi sapendo di dovere andare a scuola. La festa, come previsto, si terminò verso le 02:00, anche se molti se ne erano andati ancora più presto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 30, 2015 ⏰

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