Quel sabato mattina mi svegliai sentendo le urla di disperazione di mia madre.
Inizialmente non capii cosa fosse successo, mi alzai per andare a vedere preoccupato che le fosse accaduto qualcosa, ma poi mia madre mi spiegò: Da quando morì mio padre, cominciò a perdere l'interesse verso il suo lavoro, quindi ad essere più distratta e, in tal modo, più scarsa. Ma dopo otto anni, cominciò a calare in depressione. Anche io mi ero accorto del suo malumore, ma pensavo fosse solo un brutto periodo.
Comunque sia, Licenziarono lei per dare spazio a qualche altra infermiera più esperta."Adesso cosa faremo?" Chiesi.
"Mi cercherò un nuovo lavoro, ma fino a che non lo troverò, tu andrai da tua nonna, non posso sostenerci con i pochi risparmi che ho". Rispose, cercando di trattenere le lacrime.
"Ma posso aiutarti... io mi cercherò un lavoro". Dissi, in quel momento le lacrime stavano per farmi esplodere, ed io ero consapevole che se ne avessi trattenute delle altre, prima o poi si sarebbero ribellate e sarebbero uscite fuori in un modo o nell'altro, nel momento meno opportuno, ma il fatto era che in quel periodo ero troppo sensibile e poi non ero abituato ad affrontare certi problemi economici.
"Non puoi sprecare la tua adolescenza a lavoro, stai tranquillo che riuscirò a trovarne uno con una paga sufficente". Mia madre era molto testarda, così lasciai perdere e smisi di sprecare tempo prezioso.
"Vado a fare le valige, vado da nonna oggi pomeriggio".Dentro la valigia misi solo l'occorrente, i vestiti mi sarebbero bastati per una settimana.
Sentii squillare il telefono, era John.
"Sì? "
"Hey Nick, ti va di venire da me?"
"No, non posso mi sento malissimo, sarà per ieri sera, mi dispiace".
"Okay, io invece non ricordo nulla, mi sono svegliato su una panchina al parco".
"Scusami, avrei dovuto accompagnarti a casa, ma ero esausto".
"Non importa, comunque sia, vado a fare una doccia, puzzo di alcol andato a male".Finii di preparare le valige e mi sdraiai sul letto, con le cuffie alle orecchie a pensare. A quel punto capii che ogni mio sforzo per cercare di non cadere in depressione, era inutile. Mi ero innamorato di una ragazza a cui non importava nulla di me, rischiavo di ripetere l'anno, la nostalgia per mio padre cominciava a farsi sentire, e mia madre perse il lavoro. A quel punto non sapendo cos'altro sarebbe potuto succedere, decisi di andare a trovare mio padre al cimitero in anticipo.
Prima Passai dal fioraio per prendere dei fiori.
Giunto a destinazione mi fermai davanti la sua tomba, e cominciai a parlargli di tutto. Di quello che mi succedeva, dei miei problemi... lo facevo sempre quando lo andavo a trovare. Quando finalmente decisi di andarmene, vidi Jasmine.
Decisi di avvicinarmi, pensando che non avrebbe fatto la stronza anche al cimitero."Cosa ci fai qui?" Chiese prima che iniziassi a parlare.
"Io sono venuto a trovare mio padre, stavo per chiederti la stessa cosa".
"Sono venuta a trovare mia nonna, è morta cinque mesi fa, e devo ancora superarlo.... e scusami se l'altro giorno sono stata..."
"No, no stai tranquilla..." Sì stava scusando con me, questo era un passo avanti, la prima cosa che mi venne in mente fu ringraziare mio padre.
"Io ora vado a prendere un caffè al bar, vieni?" Mi aveva invitato a prendere un caffè, sembrava che mio padre avesse interferito veramente in qualche modo .
"Sì certo".
Ci incamminammo al bar dietro al cimitero, era davvero accogliente, i tavoli e le sedie erano in legno, come il resto dei mobili e la gente che ci lavorava era simpaticissima."Avevi dei bei rapporti con tua nonna?" Chiesi quando Arrivammo al bar, per attivare una conversazione.
"Bellissimi, andavo sempre a trovarla, ed ogni giorno aveva qualcosa da darmi, per lo più oggetti antichi di quando mia madre era piccola. Mi ha dato diversi libri davvero meravigliosi. Quando ero piccola mi regalava dei giocattoli. Giocavamo anche insieme, mi permetteva di spettinarle i capelli, per giocare alla parrucchiera. Mi manca tantissimo ". Mentre me lo diceva, notai delle lacrime scenderle dagli occhi.
"Mi dispiace tanto per tua nonna, ti capisco, è difficile perdere qualcuno così importante".
"Sì, come tuo padre".
"Come mio padre. ..allora, c'è un motivo per cui ti chiamano: ' la ragazza misteriosa ' ? "
"Non lo so, sono solo un po chiusa. A dire il vero, era da mesi che non aprivo una discussione così lunga con qualcuno, ma tu mi ispiri fiducia."
"Beh, sono onorato." Dissi.
" Inizialmente mi sembravi uno dei tanti, che ci prova con tutte, ma poi, vedendoti parlare con tuo padre, mi sei sembrato dolce ".
"Hai sentito tutto?" In quel momento, la paura che avesse sentito tutto quel che dissi su di lei, mi sconvolgeva.
"No, solo il momento in cui hai detto che tua madre è stata licenziata, comunque mia madre cerca un'assistente in biblioteca e la paga è buona per due tre persone, quanti siete in famiglia?"
"Siamo solo io e mia madre, sei fantastica, grazie". Dissi, mentre allungavo le braccia verso di lei per farmi abbracciare.
Dopo una lunga conversazione con Jasmine, decisi di andare da mia madre a darle la splendida notizia.Arrivai a casa e la trovai al telefono che cercava di rintracciare una pizzeria, sicuramente per essere assunta come cameriera.
"Mamma, lascia stare quel telefono e ringrazia tuo figlio". Dissi con un sorriso stampato sulla faccia.
"Cosa hai fatto?" Chiese confusa.
"La madre di una mia amica lavora nella biblioteca della scuola, ed ha bisogno di aiuto, quindi puoi andare tu, la paga è buona per sostenere due persone". Mia madre scoppiò in un pianto pieno di gioia e di orgoglio verso di me, a quel punto mi saltò addosso e mi abbracciò come non aveva mai fatto. Ero felice per lei, e per me, ma soprattutto per noi.
"Grazie Nick, come farei senza di te?"
"Non è me che devi ringraziare, ma Jasmine, è tutto merito suo".Passai una giornata a casa con mia madre, era esausta, mentre io ero al cimitero si era girata tutta la città alla ricerca di un lavoro, ed aveva pianto ininterrottamente. Le preparai un tè caldo per rilassarla , era come se avessimo scambiato i ruoli. Ma mi piaceva passare un po di tempo con lei, solitamente era sempre a lavoro, ed anche se oramai ero grande, stare con lei non mi dispiaceva .
Andai a dormire alle 22:30 perché quella mattina mi svegliai presto a causa di mia madre, non appena toccai il cuscino crollai in un sonno profondo.
E questo era il terzo capitolo, spero vi sia piaciuto, pubblicherò il quarto il prima possibile.
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La figlia della bibliotecaria
RandomNick James, ormai quasi alla fine dell'ultimo anno di liceo, dovrà impegnarsi per riuscire ad andare al college con il suo migliore amico John. Una ragazza, però, intralcierà il suo cammino. Jasmine Reandener, o come la chiamano gli studenti "la r...