CAPITOLO 5

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«Mamma!»
Lucy non fece in tempo ad inginocchiarsi che due piccoli tornadi le si lanciarono contro, abbracciandola forte e facendole perdere l'equilibrio.
Cadde sulla schiena ancora dolorante per via del colpo infertole prima dal master, ma Lucy non avvertì nulla tanta era la gioia di stringere nuovamente tra le braccia quei suoi due piccoli tesori.
«Axel... Ellie» sussurrò tra un bacio e l'altro. Sentire nuovamente quei corpicini premuti contro il suo mentre l'abbracciavano con tutta la forza di cui erano capaci le riempiva il cuore di gioia, riscaldandole l'animo e facendola sentire amata.
Alzò lo sguardo per incrociare un paio di occhi scuri. «Ci sono stati problemi Aries?»
Lo spirito negò con la testa. «No, Lucy-san» rispose. «Master Vistrass ha mantenuto la parola e nessuno ha varcato la soglia di questa stanza se non delle cameriere per portare i pasti e rassettare.»
Lucy emise un sospiro di sollievo mentre ringraziava l'amica con un cenno del capo. Grazie, pensò, rivolgendosi a colei che aveva vegliato sui suoi bambini. Ogni volta che era costretta ad allontanarsi dalla Gilda temeva che qualcuno potesse far loro del male e per questo motivo invocava Aries, lasciando costantemente aperto il portale così da poter difendere e, al tempo stesso, accudire i bambini. Pensava che nessuno ne fosse a conoscenza dato che questi sapeva come celare la sua presenza e che perciò il master ne fosse all'oscuro visto che non avrebbe tollerato un simile dispendio di magia da parte sua.
A quanto pare si sbagliava.
«Aries forse sarebbe meglio se ci ritirassimo per il momento.» Intervenne Loki, lo sguardo addolcito mentre osservava il trio a terra. «Lucy deve recuperare le forze e ha poco tempo per farlo.»
«Aye.» Rispose l'altro spirito svanendo poi nel nulla.
«Lucy, tornerò non appena invocherai nuovamente Aries.»
La maga annuì col capo, gli occhi colmi di gratitudine. «Grazie Loki.»
Lo spirito del leone svanì con un sorriso sulle labbra.
«Mamma mi sei mancata tanto» le parole pronunciate da Ellie la colpirono dritta al cuore.
«Anche voi, tesoro. Siete mancati tantissimo alla mamma.»
Dopo un'ultima stretta, si scostò da loro così da poterli guardare bene. «Su,» disse con un sorriso, «fatemi vedere quanto siete diventati alti mentre non c'ero.»
Axel ed Ellie subito corsero verso un angolo della stanza posizionandosi con la schiena al muro. Vederli tutti impettiti nel cercare di allungarsi il più possibile, senza però sollevare i piedi da terra, fece ridere di cuore Lucy cancellando in un istante tutte le sue paure e preoccupazioni. Prendendo un pennarello sulla scrivania lì vicino si diresse verso i piccoli così da segnare le loro misure. Una volta fatto, Ellie fu la prima a scostarsi per osservare i nuovi segni tracciati sul muro. «Sono cresciuta tanto, vero mamma?»
«Uhm...vediamo un po'» Lucy fece finta di osservare con attenzione i segni sul muro prima di annunciare il verdetto. «Ebbene...dopo un'attenta analisi,» iniziò imitando un giudice altezzoso che avevano visto una volta in un programma serale e facendo così scoppiare a ridere Axel, «direi che il risultato sia chiaro. Il vincitore è... Axel!»
«Non è giusto, mamma!» brontolò la bambina mentre il fratello rideva per l'espressione buffa comparsa sul suo volto.
«Ellie l'ultima volta hai vinto tu. Oggi tocca a me.» Replicò Axel prima di intavolare con la sorella una discussione che solo un bambino poteva fare.
Mentre i due decidevano chi sarebbe dovuto diventare più alto la prossima volta, Lucy si sedette a terra osservandoli divertita. Erano passate solo due settimane dall'ultima volta che li aveva visti eppure sembrava che fosse trascorso molto più tempo.
Continuarono così per alcuni minuti prima che Lucy chiedesse loro se volevano disegnare tutti insieme, proposta che entrambi i bambini accolsero con grande entusiasmo. Una volta preparati fogli, pennelli e tempere s'immersero in un mondo fatto di risate, giochi, colori ma soprattutto amore e speranza, un mondo all'interno del quale Lucy poteva ritornare ad essere una semplice donna, una il cui cuore non aveva conosciuto il dolore dell'abbandono, che non recava su di sé i segni dell'oscurità ma soprattutto, una donna le cui mani non erano sporche di sangue.
«Guarda mamma!» la chiamò Axel sollevando un foglio. «Questi siamo noi!» esclamò soddisfatto il bambino indicando il disegno che aveva realizzato.
Lucy si sporse per poterlo osservare meglio. Quattro figure, di cui le due centrali più piccole, se ne stavano su un prato fiorito tenendosi per mano. C'era un bambino con i capelli neri, gli occhi blu e con gli stessi abiti che indossava in quel momento Axel, una bambina con due lunghi codini castano dorati, occhi di un bel marrone scuro e un abitino verde proprio come quello di Ellie e per finire una donna con i capelli biondi e un uomo il cui volto però era rimasto bianco.
«E' un disegno bellissimo, tesoro!» Si complimentò Lucy dandogli un bacio sulla testa e facendo sorridere il piccolo di sei anni.
«Anche io mamma! Anche io!» Subito Ellie le porse il suo disegno non volendo essere da meno rispetto al fratello. Nonostante avesse solo quattro anni, la piccola provava un forte sentimento di competizione nei confronti di Axel e questo suo atteggiamento aveva provocato inizialmente in Lucy ricordi dolorosi.
«Fammi vedere cosa ha disegnato la nostra principessina.» disse la giovane mentre prendeva in mano il foglio. Il soggetto rappresentato era pressappoco lo stesso sebbene più stilizzato –proprio come ci si aspetterebbe da una bambina di quattro anni – e anche qui vi era una figura era senza volto.
«Perché questo signore non ha la faccia?» domandò Lucy.
Entrambi i piccoli si guardarono negli occhi prima di riportare l'attenzione su di lei, l'espressione gioiosa svanita dai loro sguardi. Fu Axel a risponderle, con un tono che poco si adattava ad un bambino della sua età. «Perché non hai ancora trovato il nostro papà, mamma.»
Lucy non seppe come rispondere ad una simile affermazione, sopraffatta dalla profondità dello sguardo di suo figlio ma, fortunatamente, in suo aiuto giunse Loki.
«Non vi basto io come papà?»
Lo spirito stellare comparve all'improvviso così com'era svanito.
«Zio Loki!»
Ellie gli saltò letteralmente in braccio mentre Axel lo afferrò per una gamba strattonandogliela nel tentativo di attirare anche lui la sua attenzione.
Tra una risata e l'altra, Loki riuscì a districarsi finendo poi per posare delicatamente a terra la piccola. «Ora dobbiamo andare piccole pesti.»
«Noooo!»
«Mamma non devi andare già via, vero?»
«Tranquilli la mamma torna subito.» Lucy si rialzò in piedi ma venne colta da un capogiro improvviso rischiando di cadere a terra se non fosse stato per la presa del compagno.
«Visto bambini? La mamma deve vedere il dottore. Appena ha finito la riporto da voi.»
«Aries.» Sussurrò nel frattempo Lucy. Era a corto di magia ma non poteva assolutamente lasciare indifesi Ellie e Axel, non con l'attuale stato d'animo di Vistrass e Pride. «Lascio il resto a te.» Disse allo Spirito dell'Ariete appena comparso prima di salutare i bambini e lasciarsi accompagnare fuori da Loki.
Non appena la porta si chiuse alle loro spalle quest'ultimo non poté fare a meno di rimproverare l'amica. «Hai esagerato, Lucy. Hai fatto finta di nulla davanti a loro ma non sei indistruttibile. Devi conservare le forze altrimenti rischi grosso.»
La donna non disse nulla avendo a malapena la forza di muovere le gambe.
«Eccoti qua finalmente.» Una voce acuta riecheggiò lungo il corridoio. «Forza sbrigati.» Melissa Vaughan, secondo generale della Gilda dei Mercenari, se ne stava sulla soglia di quella che era stata definita la Stanza del Miracolo, con il suo camice bianco, i capelli viola legati in una crocchia e le spesse lenti che le nascondevano gli occhi e gran parte del viso. Ad una prima occhiata nessuno avrebbe potuto pensare che quella fosse una delle maghe più potenti della gilda nonché fautrice del Progetto Rinascita, ma Lucy aveva imparato sulla sua pelle cosa volesse dire suscitare le ire del famigerato Demone Bianco. Si allontanò dal conforto datole dalla presenza dell'amico avanzando a testa alta verso la sofferenza che l'attendeva oltre quella porta. Sentiva su di sé lo sguardo impotente di Loki ma questo era qualcosa che doveva affrontare da sola.
«Ti aspetto qua, Lucy.»
Lei si voltò il tempo di rivolgergli un sorriso tirato prima di varcare quella soglia, subito seguita dalla dottoressa con il suo macabro sorriso.
Pochi minuti dopo urla di dolore riecheggiarono nell'aria.


Negli appartamenti del Master Dreyden Vistrass

«A quanto pare Melissa ha iniziato il suo...lavoro su Lucy. Peccato che sia rientrata in gilda con così poco potere magico a disposizione, non è vero Pride?» Domandò tranquillamente il master alla persona sanguinante costretta a restare inginocchiata a pochi metri di distanza. «Ti ho fatto una domanda, Generale.»
A fatica, l'uomo sollevò la testa così da poter volgere lo sguardo vacuo verso il suo interlocutore. «S-Sì...Master.»
Vistrass annuì mentre se ne stava seduto ad un tavolino con un calice di vino rosso in mano. «Eppure, se tu non fossi intervenuto, a quest'ora avrei avuto più potere magico a disposizione.»
«E'... è v-vero. Vi prego...di perdonarmi.» Balbettò il Generale conscio dell'umore volubile del suo master.
Per qualche minuto regnò il silenzio nella stanza, interrotto solo dagli ansimi e dai gemiti soffocati di Pride. Fu Vistrass il primo a parlare.
«Dimmi ancora cos'è che Lucy mi ha nascosto.»
«H-ha omesso solo una cosa. Alla f-fine... è comparsa un'altra persona... che ha urlato il suo nome.»
Dreyden posò il bicchiere sul tavolo avvicinandosi lentamente al suo uomo, portandosi alla sua altezza, il gelo negli occhi. «Lo ha visto?»
Pride scosse leggermente il capo. «Non credo che...lo abbia visto, ma...sono sicuro che abbia riconosciuto la voce.»
«Chi era?»
«Natsu Dragneel di Fairy Tail» rivelò tutto d'un fiato il mercenario preparandosi ad un'altra punizione da parte del master. In fondo non solo aveva fatto consumare alla maga degli spiriti stellari molta della sua preziosa magia a causa dell'avversione che provava nei suoi confronti, ma si era anche lasciato sfuggire un altro tassello importante per il completamento del loro Progetto Rinascita. Tuttavia la reazione di Dreyden non fu quella prevista. Il master, infatti, emise una risata che fece accapponare la pelle a Pride, dipingendogli un'espressione confusa sul volto.
«E così il famigerato Salamander ha fatto nuovamente la sua comparsa sebbene più in ritardo di quanto pensassi.» Si rialzò, restando immobile per qualche istante con lo sguardo perso nel vuoto, il pensiero rivolto a chissà cosa, prima di annuire e di volgere nuovamente la sua attenzione verso il suo sottoposto.
«Manda un messaggio a Valiska e Brian. Devono rientrare immediatamente.»
Queste ultime parole fecero sgranare gli occhi del generale. «Master... è finalmente...»
Gli occhi di un blu intenso di Dreyden sembravano quasi brillare mentre incrociavano quelli neri di Pride, le labbra incurvate in un sorriso malevolo. «Sì, direi che i preparativi sono ormai giunti al termine. L'accumulatore di particelle magiche costruito da Melissa è ormai carico ed è stato già collegato alla macchina, così come le due chiavi dorate che sono state sottratte alla maga di Saberthoot. Se continuiamo ad estrarre la magia da Lucy rischiamo di ucciderla e non è ancora giunto il suo momento.»
Prima di continuare, con un cenno della mano diede il permesso a Pride di rialzarsi, cosa che l'uomo fece con un certo sforzo. «Ora non ci resta che corrompere completamente la... purezza della giovane Heartphilia così da poter prendere il controllo della sua magia e con essa aprire il portale della Rinascita.»
L'eccitazione per l'imminente avvio di quel progetto che li avrebbe resi la Gilda più potente del mondo, spinse Pride a rivolgere al master la domanda che più gli premeva.
«Posso occuparmi io della maga?» chiese speranzoso il generale, già pregustando il momento in cui le avrebbe fatto pagare cara tutte quelle volte che lo aveva umiliato e ignorato. «Sarebbe un vero piacere per me.» Aggiunse mellifluo.
Vistrass lo scrutò a fondo soppesando quasi la sua proposta, ma infine scosse la testa. «No. Sono sicuro che sotto le tue...cure Lucy non sopravvivrebbe e lei ha ancora un ruolo fondamentale da portare a termine. No, per ora la giovane maga non sarà toccata da nessuno.»
Detto questo l'uomo si voltò per rifugiarsi a pensare nell'intimità della propria camera quando Pride gli rivolse un'ultima domanda.
«Allora in che modo la corromperemo?»
Vistrass si voltò quel tanto che bastava per guardare negli occhi il suo primo generale, il gelo riempiva le sue parole. «Non esiste peggior ferita di quella inferta ad un cuore già confuso e lacerato, non trovi Pride? Ora và. Sai cosa fare.» Con quest'ordine, il master della Gilda dei Mercenari, Dreyden Vistrass, aveva decretato l'inizio della loro Rinascita.
«Sì, master,» disse Pride mentre varcava l'uscita dell'alloggio per poi pronunciare con un flebile sussurro parole destinate solo alle sue orecchie. «Presto mia bella principessa, potrò spargere ai quattro venti i frammenti del tuo cuore e allora vedremo davvero chi è importante per il master.» E con un ghigno sul viso s'immerse nell'oscurità dei meandri della gilda per eseguire gli ordini ricevuti.


Nello stesso istante, in un'altra sezione della Gilda

Non appena la porta si aprì, Loki si precipitò all'interno senza alcuna esitazione, fuoriuscendo pochi secondi dopo con una Lucy sanguinante e priva di sensi tra le braccia.
«Sei sicuro che non vuoi che mi occupi io delle sue ferite?» gli domandò Melissa con fare fintamente innocente mentre l'uomo si allontanava sempre di più. La donna emise una risata sadica di fronte al silenzio dello spirito, incurante dell'espressione omicida comparsa sul volto di Loki.
Quando arrivarono di fronte alla stanza di Lucy, il compagno aprì la porta con movimenti automatici, stando attento a non disturbare la giovane tra le sue braccia e avanzò dritto verso l'austero letto depositandovela con estrema cautela. Un lieve gemito di dolore fuoriuscì da quelle labbra pallide e secche nell'istante in cui l'adagiò sul materasso, segno che i tagli e le ferite visibili sulla porzione di pelle esposta non erano le uniche presenti su quel corpo giunto allo stremo.
Loki prese dal bagno un kit di pronto soccorso così da pulire e medicare quella pelle nuovamente martoriata. Ad ogni graffio la sua espressione si oscurava sempre più e l'impotenza cui era costretto gli stava divorando l'anima, logorandolo lentamente. Non sarebbe riuscito a sopportare oltre la vista della sua compagna, della sua amica, ridotta quasi in fin di vita senza poter far nulla per evitarlo, tuttavia avevano entrambi le mani legate.
Axel ed Ellie.
Erano loro le catene che tenevano ancorata Lucy alla Gilda, che la costringevano ad obbedire ad ogni ordine del master e che l'avevano costretta anche a...
Qualcosa destò i suoi sensi.
Lentamente, Loki si alzò dal capezzale dell'amica vagando con lo sguardo lungo la stanza in cerca di eventuali minacce. Quando capì a chi apparteneva la presenza appena percepita si rilassò, tornando poi ad inginocchiarsi ai piedi del letto di Lucy.
«Hai deciso di farla diventare un'abitudine?» domandò con un sorriso. Com'era prevedibile non ottenne nessuna risposta ma percepiva ugualmente la sua presenza avvicinarsi alla maga incosciente a letto e subito dopo avvertì un flusso di magia riversarsi su di lei.
«Sei sicura di poterti permettere di perdere altra magia? Così rischi di svanire sul serio lo sai?»
Silenzio.
«Lo so anche io che la situazione è grave ma non possiamo fare nulla. Né io né Lucy siamo riusciti a capire come annullare le rune che Vistrass ha messo sulla soglia della loro stanza. Se i bambini osassero fare anche un solo passo fuori dalla porta senza autorizzazione morirebbero all'istante.»
Ancora silenzio sebbene l'aria sembrasse farsi più pesante.
«Non possiamo fare altrimenti. Sai benissimo com'è fatta Lucy. E' pronta a sacrificare la sua vita per quei piccoli. Ormai li considera a tutti gli effetti suoi figli e neppure io voglio che capiti loro qualcosa. Siamo una famiglia e come tale ci prendiamo cura gli uni degli altri... non è forse questo il motivo per cui in questi ultimi due anni hai donato furtivamente la tua energia a Lucy?»
Un picco di magia fece intendere allo Spirito del Leone come il suo ultimo commento non fosse stato molto gradito facendolo sorridere prima di rassicurare il suo interlocutore sul futuro della maga e dei suoi figli.
«Stai tranquilla, non le permetterò di arrivare fino in fondo. Sono sicuro che presto Crux riuscirà a decodificare quelle rune e allora avremo la nostra opportunità di fuga.»
Quella misteriosa presenza continuò a riversare energia magica in Lucy, il cui incarnato non era più così pallido, prima di svanire nel nulla.
«Ora riposa serena, Lucy» sussurrò Loki spostandole una ciocca dorata dalla fronte, «Dormi tranquilla, i tuoi spiriti veglieranno sempre su di te e sulla tua famiglia.»
Per tutto il giorno e la notte seguente nessuno disturbò la maga che sembrava quasi caduta in un sonno incantato data l'immobilità del suo stato. Fu solo la mattina del secondo giorno che riaprì gli occhi, quando una strana sensazione la destò dal suo sonno.
«Buongiorno mia bella principessa.»
Lucy ricambiò il sorriso di Loki mentre si strofinava gli occhi nel tentativo di cancellare gli ultimi resti di sonno. «Buongiorno anche a te mio bel cavaliere.» rispose scherzando. Si mise seduta, le lenzuola bianche scivolarono a terra rivelando le bende che le lasciavano una buona parte del corpo esposta...anche troppo esposta. «Loki...» iniziò con calma lei mentre una vena iniziava a pulsarle sulla tempia.
«Sì, Lucy cara?»
«Mi hai forse cambiata d'abito mentre dormivo?»
«Oi Lucy, come puoi anche solo pensare che io possa approfittare di un tuo momento di debolezza per poter ammirare le splendide forme del tuo corpo senza alcun...» Non riuscì a terminare la frase per via di un pugno dritto in faccia che lo spedì all'altro capo della stanza.
«A-aspetta Lucy! E' stata Virgo a cambiarti!» Urlò Loki non appena vide la donna alzarsi pronta per infliggergli un altro colpo.
«Ah, potevi anche dirmelo prima!» gli sorrise tranquilla per poi prendere la sua divisa e andarsi a cambiare in bagno.
Si fece una doccia rapida prima di legarsi i capelli e vestirsi. Voleva sbrigarsi così da poter andare dai bambini. Purtroppo i suoi piani erano destinati ad andare in fumo dato che, mentre si stava infilando gli stivali, un bussare energico alla porta mise in allerta i due compagni. Loki andò ad aprire mentre Lucy andava verso la scrivania per prendere la sua Fleuve d'Etoiles.
«Ho un messaggio per Lucy.» Sentì dire dall'altro capo della soglia. La giovane affiancò Loki stupendosi nel trovarsi di fronte Max, uno dei membri più improbabili della Gilda, troppo buono per un lavoro simile ma che possedeva un talento più unico che raro e che Vistrass aveva voluto assolutamente per sé. Max, infatti, aveva il dono di saper leggere e decifrare l'antico linguaggio, qualcosa che ormai erano ben pochi a fare.
«Che messaggio, Max?» Domandò fredda Lucy. Le dispiaceva assumere quell'atteggiamento con il ragazzo ma doveva interpretare la sua parte.
«Il master ti vuole subito nel salone. È urgente.» E senza attendere una risposta corse via.
«Non mi piace.» Dichiarò subito Loki.
«Neppure a me ma dobbiamo obbedire al master.» Concordò Lucy sistemandosi le fasciature. «Su, andiamo.»
Nessuno pronunciò una parola mentre percorrevano i corridoi che li avrebbero condotti nella sala principale. Mentre avanzavano, Lucy sentì acuirsi quella strana sensazione provata al suo risveglio. Non riusciva a capire cosa fosse ma ad ogni passo si sentiva come se stesse andando incontro al suo destino e seppe di avere ragione non appena varcò la grande porta.
«Non è possibile.» sussurrò incredulo Loki al suo fianco.
Lucy restò in silenzio.
Immobile.
No.
L'uomo che fino a quel momento se ne stava battagliero di fronte a Vistrass si voltò non appena i due varcarono la soglia.
La sciarpa bianca che ondeggiava per via del brusco movimento.
Non puoi essere tu...
I capelli di quella particolare tonalità di rosa.
Non devi essere tu...
Occhi di un verde così profondo che tante, troppe volte, l'avevano guardata con affetto facendole dimenticare qualsiasi dolore passato.
No.
«Lucy» Pronunciò lui con un flebile sussurro.
«Natsu»


Note dell'Autrice

Finalmente abbiamo scoperto qualcosa in più sulla nostra Lucy e del perché continui a sottostare agli ordini di Vistrass. Secondo voi l'arrivo di Natsu cambierà qualcosa? Lucy come reagirà nel trovarsi davanti il suo vecchio compagno? E cosa proverà il Dragon Slayer nel vedere questa nuova Lucy?  
Grazie mille a tutti quelli che hanno letto/votato e commentato la mia storia ^^
Non so quando posterò il prossimo capitolo dal momento che questa settimana finalmente si parte per le ferie ma appena potrò mi metterò all'opera! ;)
A prestissimoooo!
By Lucia ^^


Fairy Tail : La caduta di una stellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora