CAPITOLO 9

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«Ma che-»
Non trovandosi più al sicuro nella privacy del suo alloggio, Lucy ignorò lo sgomento di Natsu resistendo alla tentazione di voltarsi verso di lui. Sapeva bene che tipo di reazione potesse suscitare la vista del Sancta Sanctorum di Melissa.
L'ambiente aveva le dimensioni di un'immensa caverna con le pareti rocciose mentre il suolo era pavimentato con lastre di acciaio nero, contribuendo ad installare in tutti coloro che vi mettevano piede un senso di ansia. Macchinari di ogni genere erano sparsi in un caos apparente e ognuno di essi era collegato a una serie di tubi che si allontanavano tutti verso la medesima direzione. Capsule cilindriche, contenenti un liquido di colore verde chiaro, si estendevano per tutta la lunghezza delle pareti, svanendo poi nelle tenebre del fondo del laboratorio.
«Andiamo» ordinò secco Vistrass.
Un brivido corse lungo la schiena di Lucy.
Non mi piace, si ritrovò a pensare mentre avanzava seguita a ruota da Natsu. Perché ho la sensazione che non ci sia più tempo?
No. Non poteva succedere. Non adesso! Non ora che aveva finalmente ritrovato Natsu.
Il suo Natsu.
Lucy era certa che con lui al suo fianco tutto si sarebbe risolto per il meglio. Avrebbero liberato Axel ed Ellie, sventato i piani di Vistrass e sarebbero tornati tutti insieme a casa.
A Fairy Tail.
Con quell'idea in mente, parte dell'ansia sembrò dissolversi. Il solo pensare a Natsu riusciva a calmarla.
Si voltò verso di lui trovandolo fermo davanti a una delle prime capsule. Non le piacque l'espressione dipinta sul suo volto e così tornò indietro affiancandolo.
«Natsu?» lo chiamò piano.
Lui non distolse lo sguardo.
«E' questo che fate?» domandò con tono carico di disgusto e accusa.
La giovane sussultò nel sentirlo parlare in quel modo, ferita soprattutto dal fatto che avesse, forse inconsciamente, incluso anche lei in quell'accusa.
Anche se è vero.
«Sì, è quello che facciamo» rispose con un filo di voce e gli occhi chiusi, il senso di colpa e la vergogna a stento le permisero di pronunciare quelle poche parole.
Abbassò poi il volto, timorosa di scorgere anche negli occhi del Dragon Slayer la stessa condanna avvertita nelle sue parole.
Sentì poi il tocco delle sue mani calde sul viso che la esortavano a sollevarlo. L'accontentò, restando però con gli occhi chiusi.
«Ehi» le sussurrò. «Lucy. Guardami»
Lei negò con la testa.
«Guardami» ripeté lui.
Lentamente aprì gli occhi perdendosi poi in quelli di lui.
«Non abbassare mai la testa, Lucy. Mai. Non hai nulla di cui vergognarti»
«Natsu, ma-»
«No» l'interruppe lui. «Qualsiasi cosa tu possa aver fatto, qualsiasi colpa tu voglia attribuirti, per me sei e resterai sempre la mia Lucy. Non c'è niente che tu, o chiunque altro, possiate dire che mi farà cambiare idea. Il tuo cuore è rimasto puro proprio come lo ricordavo. Tu non hai nessuna colpa, hai capito? Nessuna. Tutto il biasimo va a questi bastardi che ti hanno costretta a diventare ciò che non sei pur di salvare due vite innocenti ma non sono riusciti a contaminare il tuo cuore. Dentro sei sempre la stessa Lucy che ho conosciuto quel giorno a Hargeon.»
Una lacrima solitaria sfuggì al controllo della maga.
«Grazie» sussurrò lei, cercando di infondere in quell'unica parola tutto l'amore che sentiva divampare per quel mago che era sempre stato un po' ingenuo ma che, all'occorrenza, sapeva dire la cosa più giusta. «Natsu, io-»
«Salamander»
La voce gelida di Vistrass la bloccò. Né lei né il mago che la teneva ancorata a sé si mossero.
«Stai forse ammirando i capolavori di Melissa?» domandò il Master avvicinandosi ai due. «Sai, sono molto orgoglioso della mia Lucy. E' soprattutto grazie a lei che siamo riusciti ad avere così tanto... materiale a nostra disposizione.»
Lucy impallidì e subito cercò con lo sguardo gli occhi di Natsu non trovandovi però alcuna traccia di emozione.
«Che significa?» domandò lui, serio in volto.
Un ghigno di scherno accompagnò le parole del master. «Vedi Salamander, il compito della nostra dottoressa, oltre a quello di preoccuparsi che il Progetto Rinascita proceda senza ostacoli, è quello di rendere la nostra Gilda sempre più potente e per farlo le occorreva del materiale adatto per i suoi esperimenti.»
Lucy tremava.
Non voleva sentire.
Non voleva ricordare.
Ogni parola pronunciata da Vistrass le rammentava tutte le azioni compiute, gli orrori commessi, le vite prese. Poteva avvertire sulla sua pelle il calore di Natsu farsi sempre più intenso, segno che il mago stava iniziando a scaldarsi. Sentirlo le faceva provare una sensazione di sicurezza, di protezione. Tuttavia non poteva evitare di chiedersi con quale diritto potesse provare simili emozioni dato che le sue mani erano così sporche di sangue. Come poteva anche solo pensare di restare accanto a Natsu?
No.
Lei non aveva più il diritto, il pregio, di definirsi una maga di Fairy Tail. Non poteva più essere quella di un tempo.
Non era più la Lucy Heartphilia di Natsu.
Si scostò dal porto sicuro rappresentato dalle braccia dell'amico, indietreggiando e cercando così di isolarsi da quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
«Lucy?» la chiamò Natsu, lo sguardo interrogativo, ma lei si limitò a starsene distante, scuotendo la testa invitandolo così a non avvicinarsi.
«Bene, vedo con piacere che hai finalmente ricordato chi sei. Non è così, Incappucciato?» affermò Vistrass con malcelato divertimento.
Un ringhio fuoriuscì dalla gola del Dragon Slayer. «Non chiamarla in quel modo. Lei non è una di voi!»
A quelle parole l'uomo scoppiò a ridere, mentre Lucy si portò le braccia al petto come a volersi proteggere dal dolore.
«Non è una di noi?» domandò Vistrass a Natsu. «Salamander a quanto pare sei stupido proprio come sembri. Non hai capito nulla di quello che ho detto? Non hai visto cosa contengono questi contenitori? Guarda allora! GUARDA BENE COSA HA FATTO LA TUA LUCY!»
Natsu si avvicinò a uno dei cilindri per osservare meglio la cosa lì contenuta.
Lucy trattenne il respiro mentre lo guardava spalancare gli occhi, l'orrore che a poco a poco gli alterava i lineamenti.
«Mi dispiace» si ritrovò a mormorare. «Mi dispiace. Mi dispiace.»
La giovane chiuse gli occhi ma non bastò questo a cancellare l'immagine dalla sua mente. In quel particolare contenitore vi era uno dei primi esperimenti di Melissa. Un essere in parte umano... e in parte un ibrido tra demone e macchina.
Quello era il talento di Melissa. Riuscire a legare insieme le componenti genetiche e magiche di creature diverse, fondendole in modo da plasmare un nuovo e potente ibrido.
Ma la sua magia operava meglio su soggetti umani giovani quindi più volte a Lucy era stato ordinato di rapire dei bambini per quegli assurdi e orrendi esperimenti. Naturalmente in principio si era opposta a un simile ordine. Lucy ricordava molto bene le volte in cui si era ribellata, ma alla fine era sempre stata costretta ad abbassare il capo e obbedire a causa della minaccia contro Axel ed Ellie. Quante volte Melissa aveva proposto di utilizzare loro come coadiuvante per capire la meccanica che permetteva alle componenti elettroniche e demoniache di legarsi meglio ai bambini umani?
Sono un mostro.
«Lucy è una mia creatura, Salamander. L'ho forgiata e plasmata così da renderla una macchina assassina priva di ogni emozione!»
Il silenzio pesò sulla maga come una sentenza di morte. Lucy non riusciva a muovere un solo muscolo. La paura l'attanagliava.
«Ti sbagli.» Un mormorio appena udibile ma che le fece sollevare di scatto la testa.
«Cosa?» domandò sorpreso Vistrass.
«Ti sbagli» ripeté a voce alta Natsu. «Lucy non è tua. Non lo è mai stata! Avrà pure obbedito ai tuoi ordini ma sono sicuro che per lei sia stata una sofferenza atroce! L'hai costretta a soffocare i suoi sentimenti, ad ingoiare il suo dolore. E lei l'ha fatto! Non per te, ma per proteggere coloro che ama. L'amore non ha mai abbandonato Lucy. Il suo cuore ne è ricolmo! Non puoi soffocare la luce di una persona in eterno. Puoi oscurarla, certo, ma essa non cesserà mai di brillare! Allo stesso modo, non puoi sperare di spegnere la luce di Lucy! Lei brillerà all'infinito perché è questo che è! LUCE! E io farò in modo che nessuno tenti di offuscare il suo splendore!»
Lacrime copiose rigavano le gote di Lucy. La maga non riusciva a credere a quanto pronunciato dal compagno.
«Natsu» sussurrò timorosa.
Lui le si avvicinò, stringendola poi tra le braccia. «Non credo a una sola parola di quel bastardo. Tu non hai nessuna colpa, Lucy. Te lo ripeterò finché non ti sarà entrato in quella testa dura che ti ritrovi!» le mormorò all'orecchio.
Sollievo, gioia, speranza.
Lucy non sapeva cosa dire o fare. Si limitò a starsene lì, tra le braccia del suo Natsu.
«Grazie» gli sussurrò. «Grazie»
«A quanto pare tutti i miei sforzi sono stati resi nulli dalla breve comparsa di questo drago. Mi hai deluso enormemente Lucy.»
«Che significa?» domandò quest'ultima al master.
«Andiamo» continuò lui ignorandola. «Hai ancora un compito da portare a termine Incappucciato e vedi di non fallire.»
Vistrass voltò loro le spalle svanendo tra le tenebre del laboratorio.
«Coraggio, andiamo.»
«Aspetta» la fermò il mago. «Loki tu precedici. Ti raggiungeremo subito.»
Una sola occhiata tra i due e lo Spirito fece come ordinato.
Quando restarono soli, Lucy non poté fare a meno di sentire i battiti del suo cuore accelerare.
«Lucy»
Lei non proferì parola, restandosene immobile in attesa.
Natsu sollevò una mano, scostandole la ciocca di capelli che le copriva il lato sinistro, scoprendo così la cicatrice.
Istintivamente Lucy si scostò, ma Natsu le afferrò il mento bloccando il suo tentativo. Delicatamente la fece voltare nuovamente così da vederla chiaramente. Senza dire nulla, iniziò a scorrere con il dito il contorno di quel segno che la deturpava.
«Non sono più così bella, vero?» sussurrò senza pensare, stupendo sia sé stessa che il mago. Gli occhi di Natsu si addolcirono mentre le prendeva il viso a coppa tra le sue mani calde.
«Stupida» le disse con il suo solito sorriso quasi infantile. «Sei esattamente come ti ricordavo.»
«Allora si vede che con gli anni la tua memoria è peggiorata.» replicò piccata lei.
«Impossibile. Sono sempre stato io quello intelligente del team.»
«Scemo» disse Lucy sorridendo.
Come sempre, Natsu riusciva a farle nascere un sorriso anche nei momenti più bui.
«Dico davvero Lucy» Il suo sguardo si fece serio. «Sei esattamente la stessa splendida persona che ricordavo. Lo so bene. La tua immagine non ha abbandonato mai, neppure per un istante, la mia mente. Sei sempre stata nei miei pensieri, Lucy, e sapere che tutto questo è accaduto per colpa mia...»
«Shhh» Non sopportava che Natsu si facesse carico del peso dei suoi errori, della sua debolezza. «Non è stata colpa tua. Come potrebbe mai esserlo?»
«Ti ho lasciata sola.»
«E' vero e non negherò il dolore che mi hai provocato, ma è qualcosa che non rinnegherò mai.»
Natsu la guardò confuso. «Perché? Non preferiresti dimenticare tutto? Avevi ragione, se non mi avessi mai incontrato tutto questo non sarebbe-»
«Natsu» Lo interruppe lei. «Sai perché non desidero cancellare quel dolore? Perché è la prova di quanto tu mi sia mancato. Più si vuole bene a una persona, maggiore è la sofferenza che ci attanaglia il cuore quando questa scompare dalla nostra vista. Lo hai provato anche tu con Igneel, no?»
Lucy vide la comprensione farsi largo sul volto di Natsu. «Capisci cosa voglio dirti? Capisci quanto hai significato per me?»
«E ora?» le chiese, avvicinandosi fin quasi a sfiorarle le labbra.
«Io-»
«Spiacente interrompervi ragazzi, ma questo non è proprio il momento più adatto per perdersi in chiacchiere.»
Loki comparve improvvisamente accanto a loro, che si allontanarono di scatto.
«Loki!» urlarono entrambi.
Lo Spirito scosse la testa prima di dire: «Coraggio Lucy. Andiamo. Ci stanno aspettando.»
«Ci?» domandò la maga, ritornando di colpo alla realtà.
Loki sospirò. «Vedrai.»
In silenzio, i due maghi lo seguirono. Pochi istanti dopo si ritrovarono in un altro ambiente, diverso dal precedente, leggermente più piccolo e completamente circolare, al centro del quale si ergeva maestoso un arco di pietra. Le colonne avevano un diametro di circa un metro ed erano alte almeno quattro, strani simboli erano incisi sulla superficie, i piedistalli su cui poggiavano le colonne erano collegati da diversi tubi metallici ad uno strano macchinario dall'aspetto sinistro. Davanti ad esso vi era una tavola metallica posizionata come una sorta di altare.
Lucy conosceva perfettamente quella macchina e, inconsciamente, iniziò a sudare freddo.
«Eccovi finalmente.»
Sussultò nel rendersi conto che non erano soli. Era talmente concentrata sulla macchina e su cosa le sarebbe accaduto di lì a poco che non si era minimamente accorta delle figure presenti.
Subito avvertì la rassicurante presenza di Natsu alle spalle.
«Molto bene. Direi che siamo finalmente al completo.»
Lucy spostò lo sguardo su tutti loro. Pride, Melissa, Veronika e un uomo che non aveva mai visto prima d'ora, ma che suppose essere l'ultimo membro della Cerchia Interna.
Il misterioso DarkMind.
Alla maga ricordò molto Mistgun dato il modo in cui era vestito, lasciando scoperti solo gli occhi di un rosso intenso. Mentre era intenta ad osservarlo, cercando di ricordare tutte le voci che giravano sul suo conto, sentì Natsu provocare Pride.
«Yo, faccia da triglia, come va il naso? Ancora non te lo sei fatto aggiustare?»
«L'ho fatto» ringhiò questi.
«Ah... non si direbbe proprio»
«Maledetto! Ade-»
«Pride»
Al richiamo di Vistrass l'uomo si calmò.
Notando come Lucy non distogliesse lo sguardo dal suo ultimo generale, il master iniziò a parlare. «In questi due anni non hai mai incontrato DarkMind, vero Lucy?»
La maga scosse la testa, senza abbassare mai la guardia.
Qualcosa non quadra, pensò allarmata.
Nel frattempo, l'uomo mascherato si avvicinò a Vistrass.
«Master, ha rotto l'incantesimo.»
Quella voce...
«L'ho notato.» gli rispose secco.
«Quella voce...» sussurrò Lucy sconcertata portandosi una mano alla bocca.
«Che ti prende, Lucy?» le domandarono preoccupati Loki e Natsu.
«Conosco quella voce» iniziò lei con un filo di voce per poi urlare: «Tu! Sei stato tu a farmi odiare Fairy Tail! Quelle lancinanti fitte di dolore ogni volta che pensavo alla mia Gilda, ai miei compagni, a Natsu... eri tu a provocarle!»
Gli occhi di Lucy ardevano di collera e di sdegno.
Come aveva osato farle questo?
«Che stai dicendo?»
La giovane si voltò verso il compagno. «E' tutta colpa sua! Ogni volta che mi ritrovavo a pensare a voi la testa iniziava a farmi talmente male che mi sembrava d'impazzire.» Si fermò, ripensando a tutte le volte in cui si era sentita quasi soffocare dal dolore. «Per calmarmi dovevo fare come mi sussurrava la voce. Dovevo smettere di pensare a Fairy Tail. Smettere di credere in una gilda che mi aveva abbandonata, smettere di credere nell'aiuto dei miei compagni... di credere in te, Natsu. Dovevo smettere di sperare.»
Lucy era così piena di rabbia e frustrazione contro sé stessa per non aver capito subito che tutto faceva parte di un piano, da non rendersi conto di stare alimentando la collera del Dragon Slayer.
«Bastardo! Sei tu il responsabile di tutto?» I pugni di Natsu presero fuoco e stava per scagliarsi contro il generale quando si ritrovò davanti Loki.
«Togliti dai piedi Loki!» ringhiò Natsu.
«Sta calmo, amico.»
«Calmo? Come posso stare calmo!»
«Credi forse che non sappia come ti senti? Che non provi anch'io la stessa cosa? Ma non possiamo fare nulla, Natsu. NULLA!»
«Loki ha ragione, Salamander. A meno che tu non voglia avere sulla coscienza due povere anime innocenti.» dichiarò freddamente Vistrass.
Lucy avrebbe voluto urlare. Fino a quando quella condanna sarebbe stata sospesa sulla sua testa? Anche il Dragon Slayer dovette aver pensato la medesima cosa perché si rivolse al master con fare minaccioso.
«Prima o poi non avrai più nulla a farti da scudo e allora...» Gli occhi di Natsu si assottigliarono minacciosi. «Allora ti farò assaggiare le mie fiamme. Rimpiangerai il giorno in cui hai deciso di metterti contro di noi. Contro Fairy Tail.»
Le labbra di Vistrass si curvarono in un ghigno di scherno. «Non vedo l'ora, mago. Non vedo l'ora.» Si voltò poi per guardare Lucy dritto negli occhi. «Sai cosa fare.»
Stringendo i denti, la donna si diresse verso l'altare senza più preoccuparsi d'indossare la sua solita maschera d'indifferenza. Da quando Natsu aveva varcato la soglia della Gilda, tutto era cambiato.
Basta fingere.
Sdraiandosi sulla lastra, notò con la coda dell'occhio Loki posizionarsi dietro a Natsu, una mano sulla spalla, pronto ad intervenire nel caso in cui il mago di fuoco perdesse nuovamente il controllo. Mancava poco. Lo sapeva lei così come Loki. Poco prima, aveva avvertito la magia di Crux scorrere lungo il loro legame. Stava per annullare l'effetto delle rune.
Quella sarebbe stata la loro unica possibilità per portare in salvo Axel ed Ellie e porre finalmente fine a quell'incubo.
Non potevano permettersi errori.
Ti prego Natsu. Non fare nulla di stupido proprio adesso. Lo pregò mentalmente Lucy.
Una volta sdraiata, sollevò le braccia sopra la testa divaricando contemporaneamente le gambe. Delle catene d'acciaio fuoriuscirono da uno scomparto della lastra, incatenandola ad essa.
«Mhn» gemette.
«Lucy!» gridò Natsu.
«Sto bene. Non è nulla.» Cercò di rassicurarlo con un sorriso che svanì alla vista della persona accanto a lei.
«Bene, mia cara. Ti sono mancata?»
Melissa le attaccò bruscamente due elettrodi alle tempie prima di dirigersi alla macchina e premere un pulsante. Lentamente la lastra d'acciaio iniziò a ruotare mettendosi poi in posizione verticale.
Durante il processo Vistrass le si avvicinò al punto che a Lucy sembrò quasi di percepire il gelo provenire dagli occhi blu del master, facendola rabbrividire.
«In questi due anni sei migliorata tantissimo, Lucy» le sussurrò a fior di labbra, suscitando un ringhio minaccioso da parte del Dragon Slayer. «E' solo grazie a te che siamo giunti a questo punto. Sei stata fondamentale per il mio piano ed è giusto ricompensarti per i tuoi meriti.» Sollevò una mano, accarezzando con il dorso la cicatrice, soffermandovisi per qualche secondo. Lucy non osava muovere un muscolo. Riprese a respirare solo quando si allontanò da lei.
«Credo che sia giunto il momento di rivelarvi in cosa consiste il Progetto Rinascita.»
Sia Lucy che Loki sgranarono gli occhi.
«Di che diamine stai parlando?» sbraitò furioso Natsu.
Ignorandolo, Vistrass si posizionò di fronte all'arco di pietra.
«Dimmi Lucy,» iniziò, «sai perché la principessa Isui ha ideato quel tranello per catturarti, vero?»
«Sì»
«Perché?»
«Perché sapeva che la mia magia era una parte importante del tuo piano.»
Vistrass piegò leggermente il capo verso di lei. «Esatto. La magia Stellare. La magia che collega due mondi... due diverse dimensioni spazio-temporali.» Una pausa. «Esistono molti maghi potenti al mondo, ma ce n'è uno in particolare che ha segnato una svolta nel mondo della magia. Il Mago Oscuro, Zeref.»
«Che diamine c'entra Zeref con Lucy?» sbottò Natsu. Subito un calcio ben assestato di Veronika lo fece volare indietro di un paio di metri.
«Natsu!» urlò Lucy.
«Tsk. Tutto bene Lucy. Non mi ha fatto nulla.»
«Ti consiglio di startene in silenzio Salamander.» lo minacciò Veronika.
«Zeref creò un artefatto la cui potenza ha fatto gola a diverse Gilde Oscure, ma mai nessuna è riuscita ad impossessarsene. I suoi custodi, i membri di Tartaros, erano troppo forti. Ammetto che anch'io sono stato costretto ad aspettare l'occasione giusta e mentre il tempo passava, mi sono occupato di studiare tutto ciò che era connesso a Zeref e alla sua storia. Finché un giorno non seppi del conflitto scatenatosi tra Fairy Tail e Tartaros.»
Vistrass si voltò completamente verso di loro, un'espressione estatica gli comparve sul viso mentre narrava la sua storia. «Quale occasione migliore se non quella di approfittare della stupidità di quella gilda da quatto soldi per mettere le mani sull'oggetto dei miei desideri? Quasi stentavo a crederci. Grazie a Fairy Tail avrei potuto finalmente ottenere il Libro di End!»
«Che cosa?» Lo sgomento di Lucy era evidente nella sua voce. «Il Libro di Zeref? Ma il Libro è stato distrutto davanti ai nostri occhi.»
Ombre scure offuscarono il volto del master, la pressione nella stanza si fece improvvisamente pesante. «Già. Così come mi avevate fatto dono della speranza, allo stesso modo me l'avete crudelmente strappata dalle mani. Per colpa vostra Zeref ha distrutto il libro e con esso tutti i miei sogni.»
La pressione divenne sempre più opprimente al punto che gli stessi generali dovettero soccombere ad essa, inginocchiandosi a terra.
«M-master...» balbettò Pride.
Per qualche secondo nessuno riuscì a fare o dire nulla, perfino Natsu fu impotente nel contrastare quella forza schiacciante, ma alla fine tutto sembrò tornare normale.
«Voi poveri sciocchi non avete idea di quanta conoscenza e potere sono racchiusi in quelle pagine! Chiunque lo possegga è in grado di dominare il mondo. Quando ho saputo della sua distruzione, i piani di una vita sono andati in frantumi!» Il tono del master era più che adirato. «Poi un giorno Melissa si è presentata al mio cospetto con la soluzione a tutti i miei problemi. Un modo per riavere ciò che mi spettava di diritto.»
Col un cenno del capo, Vistrass fece segno a Melissa di avvicinarsi e le baciò la mano.
«Perfino il destino ha voluto concedermi una seconda possibilità fornendomi il modo di ottenere il Libro nell'istante in cui fu scritto.»
La mente di Lucy faticava a seguire il folle e contorto piano del master. Ribolliva al pensiero di tutta quella sofferenza generata da quell'insano desiderio di possedere un potere troppo grande.
«Il Libro non esiste più» disse a denti stretti.
Lui la guardò con quei suoi gelidi occhi blu che sembravano brillare dall'eccitazione. «Ti sbagli mia cara. Adesso il Libro non esiste... ma quattrocento anni fa sì.»
Che significa?
Probabilmente lo sguardo di Lucy dovette far trasparire tutta la sua confusione date le parole che pronunciò il master subito dopo.
«Riporterò in vita il Libro di End. Tornerò indietro nel tempo nell'istante in cui fu scritto. Questo è il Progetto Rinascita. La possibilità di viaggiare in una diversa dimensione spazio-temporale! E per far ciò è fondamentale possedere tutte e dodici le chiavi d'oro e una maga degli Spiriti con un'enorme quantitativo magico a disposizione. Sto parlando di te, Lucy Heartphilia.»
«Che pazzia è mai questa?» pronunciò allibito Loki. «Non è possibile attuare un simile piano!»
«Impossibile, Leo? Hai già dimenticato il progetto Eclipse? Melissa è riuscita ad entrare in possesso dei disegni per la realizzazione di quel portale, utilizzandoli come punto di partenza riuscendo così a creare questo magnifico portale!» esclamò alla fine indicando l'arco alle sue spalle i cui simboli avevano iniziato a brillare. «Ora è il tuo turno, Lucy. Coraggio. È giunto finalmente il momento in cui porterai a compimento il tuo dovere!»
«Bastardo! Libera immediatamente Lucy!» La maga si accorse di come Natsu stesse iniziando a perdere seriamente il controllo. Le fiamme, di un rosso scarlatto, sembravano quasi avere vita propria mentre lo avvolgevano completamente.
«Pride. DarkMind.» chiamò Vistrass.
«Sì»
In meno di una frazione di secondo, i due Generali si avventarono contro Natsu che iniziò a lottare furiosamente.
«Loki!» urlò Lucy quando anche lo Spirito scese in battaglia per aiutare l'amico.
Colpo su colpo, sembrava che i due maghi di Fairy Tail non riuscissero a far breccia nelle difese dei due mercenari.
Lucy continuava a dimenarsi furiosamente, tentando inutilmente di sottrarsi alla presa delle catene.
«Vistrass! Maledetto! Liberami subito!»
L'uomo non la degnò di uno sguardo.
«Veronika, falli entrare.» ordinò l'uomo.
Lucy sentì un brivido freddo scorrerle lungo la schiena. Avvertì chiaramente la paura insediarsi lentamente nel suo cuore, paralizzandola.
Quando la porta della stanza si aprì, si materializzarono le peggiori paure di Lucy.
«Axel! Ellie!» urlò disperata.
Nel sentirla gridare, sia Natsu che Loki si bloccarono ma la maga non se ne accorse. Tutta la sua attenzione era concentrata sui due bambini tenuti con delle catene al collo da Veronika.
Vederli in quel modo, incatenati, che si guardavano attorno completamente spaventati, era troppo per Lucy.
«Mamma!» la chiamarono a squarciagola, allungando le manine verso di lei senza avere però la possibilità di avvicinarsi data la presa ferrea di Veronika.
«Consiglio a tutti di darsi una calmata se non volete assistere a un'esecuzione improvvisata.»
«Mamma! Mamma ho paura!»
Le parole di Ellie, il cui visino era contorto dal terrore e dalle lacrime, erano una pugnalata al cuore di Lucy. «Lasciali stare! Ti scongiuro, lasciali andare!» supplicò.
«Maledetto! Combatti con me se hai coraggio!» lo sfidò Natsu furioso. «Come osi farti scudo di due bambini? »
«Combattere con un essere come te?» lo provocò Vistrass. «Non ho tempo da perdere. Il potere che tanto ho agognato è ormai nelle mie mani e farò di tutto per ottenerlo. Melissa, procedi.»
«Agli ordini» Subito il generale strappò dalla cinta di Lucy le sue chiavi.
«No! Ferma! Ridammele!» urlò quest'ultima con le lacrime agli occhi. Non poteva separarsi dai suoi spiriti. Non poteva.
«Ti avevo promesso un'altra bella notizia, vero mia cara?» continuò con tono eccitato il master. «Ebbene questa sarà l'ultima volta che ti sottoporrai al trattamento. È giunto il momento di risucchiare tutta la tua magia per attivare l'Arco.»
«No!» si oppose la maga. «Non puoi! Non funzionerà. Libera i bambini finché ne hai la possibilità Vistrass, o ti giuro che rimpiangerai amaramente il giorno in cui hai incrociato la mia strada!» lo minacciò freddamente Lucy.
A quelle parole il master si concentrò completamente su di lei. «Credi che sia stato tutto un caso? Che per mera coincidenza ho rapito quei due marmocchi?» Rise. «Mia bellissima Lucy, dov'è finita tutta la tua intelligenza? Ormai dovresti aver capito che non lascio nulla al caso. No. Tutto, ogni minimo dettaglio è stato organizzato da me. Dopo la battaglia di Tartaros ti ho tenuta costantemente d'occhio.» Le accarezzò la guancia con un dito, suscitando il ribrezzo della giovane.
«Non osare toccarla!» sbraitò Natsu, costretto a subire passivamente i colpi di Pride mentre DarkMind lo teneva bloccato per le braccia.
Lucy conosceva il motivo per cui il Dragon Slayer non tentava di ribellarsi. Lo faceva per lei. Per lei e per i suoi figli. Il suo Natsu stava soffrendo quanto lei e Lucy si odiava per la sua inutilità.
«Ero consapevole dello stato in cui eri ridotta dopo lo scioglimento della Gilda. Dopo l'abbandono di quello sciocco. Ti ho vista deperire giorno dopo giorno. Ero consapevole che se ti avessi presa allora ti saresti lasciata uccidere prima di avermi dato quello che volevo. Dovevo fornirti una ragione per vivere e così ho fatto sì che incrociassi i due marmocchi. Quando ho ritenuto che il vostro legame fosse abbastanza forte, ho dato il via al Progetto Rinascita. Mi ci sono voluti due lunghissimi anni, ma finalmente siamo giunti al termine.»
Come se quelle parole fossero state un ordine diretto a lei, Melissa premette il pulsante di avviamento della macchina e la magia di Lucy iniziò ad esserle sottratta per convogliarsi nell'Arco.
«AAAAAAAHHHHH!»
«MAMMAAAAA!»
«LUCYYYYYY!!!!!»



Soltanto una volta nella sua vita, Natsu si era sentito così inutile.
Impotente.
Essere costretto a subire passivamente gli attacchi di quei due mercenari non era nulla rispetto al dolore di assistere alla tortura di Lucy.
Davanti ai suoi occhi, la pelle candida della sua compagna si tese fino a spaccarsi. Piaghe di un rosso scuro iniziarono a formarsi sulle braccia, i tendini del collo tesi mentre il corpo della maga si inarcava per il dolore.
In quell'istante, Natsu non riuscì più a sentire le urla dei bambini così cari a Lucy che la chiamavano terrorizzati. Non vide Melissa posizionare le chiavi d'oro su una piccola piattaforma. Non vide la luce divampare da loro mentre Loki svaniva nel nulla urlando il nome della sua padrona.
No.
Natsu era concentrato solo sulla figura urlante di Lucy. Sulle lacrime che le rigavano il viso, sul sangue che fuoriusciva copioso dalle vecchie cicatrici che si erano nuovamente aperte, mentre altre si formavano a mano a mano che la sua pelle si "spaccava". Era come se, insieme alla sua magia, venisse risucchiata anche la sua stessa essenza vitale.
È quello che sta succedendo.
«LUCYYYYYYYYY!!!!!»
Come se lo avesse sentito, lentamente il viso di Lucy ruotò verso di lui.
«Na-Natsu.»
I suoi occhi, quegli splendidi occhi color cioccolato che lo avevano sempre incantato, erano ora privi del loro consueto bagliore e sembravano quasi implorarlo. Natsu sapeva quale messaggio volesse trasmettergli e il suo sguardo si spostò sui piccoli che si dibattevano, cercando di strattonarsi con le loro deboli forze dalla presa del generale.
Ora basta!
Proprio quando stava ormai per lasciare che il drago dentro di lui prendesse il sopravvento, la voce preoccupata di Melissa fece breccia nella sua furia.
«Master abbiamo un problema. La sua magia è ancora troppo pura per riuscire a controllare il portale. In questo modo non sapremo a quale epoca ci collegheremo.»
Natsu osservò come l'espressione di Vistrass si velò di disgusto mentre posava gli occhi su Lucy. «Nonostante tutto sei riuscita ancora a mantenere la tua purezza. Forse la presenza di Salamander potrà esserci ancora utile.» disse prima di rivolgersi direttamente a lui. «Natsu, Lucy ti ha raccontato il suo segreto più oscuro? Ti ha raccontato di quale sangue si è macchiata?»
«Taci, maledetto!» ringhiò feroce il Dragon Slayer.
«N-no. Non d-dirlo.» disse Lucy tra un urlo e l'altro.
«E' quasi commuovente come riesci ancora ad essere lucida nonostante tutto questo dolore. Sai che quanto sto per dire ti farà odiare per sempre dal tuo amato, vero Lucy?»
«Niente potrà mai farmela odiare, hai capito? NIENTE!»
«Neppure se è responsabile della morte di una tua compagna? Neppure se le sue mani sono macchiate del sangue di Lisanna Strauss?»
La mente di Natsu si svuotò completamente.
«Lisanna? Cosa-»
«Esatto. E' stata la prova, permettimi di dirlo, del fuoco per la nascita dell'Incappucciato. Ah... avresti dovuto esserci, Salamander. Lucy è stata a dir poco perfetta. Un'esecuzione impeccabile. Povera Lisanna... essere uccisa da un altro membro della sua gilda. Beh, tecnicamente non lo erano dato che Fairy Tail si era già sciolta.»
Natsu non riusciva a formulare un solo, singolo pensiero. La sua mente si rifiutava di soffermarsi su quanto rivelato da Vistrass.
Lisanna uccisa... per mano di Lucy? No. Non è possibile. Non può essere vero.
Istintivamente fece un passo verso Lucy, subito bloccato da Pride che lo buttò a terra. Come un automa, Natsu si rialzò sempre fissando la figura che si contorceva davanti a lui, il sangue che continuava a scorrere formando una pozzanghera ai suoi piedi.
«Lucy» sussurrò il suo nome con lo stesso tono usato da un bambino quando chiama il genitore per farsi confortare dopo un incubo.
Ma le parole che la maga riuscì a pronunciare a fatica non erano quelle che desiderava sentire.
«M-mi dispiace, Natsu. P-perdonami.»
Privato di ogni forza, di ogni volontà, il Dragon Slayer crollò a terra, il volto rivolto verso l'alto, gli occhi chiusi e urlò.
«LISANNAAAAAAAAA»
Dolore.
Rimpianto.
Colpa.
Mille emozioni attanagliavano il cuore di Natsu mentre riviveva la stessa sofferenza provata in passato, quando aveva saputo della scomparsa dell'amica la prima volta. Di nuovo non era stato in grado di salvarla. Di impedire che si ripetesse una simile tragedia. Sapere poi che il responsabile fosse la donna amata rendeva l'intera situazione ancora più dolorosa.
«Master sta funzionando! La magia stellare si sta oscurando!» esclamò entusiasta Melissa.
«Bene. Molto bene.» replicò lui.
Una sfera luminosa iniziò lentamente a formarsi al centro dell'arcata, diventando sempre più grande, tingendosi di venature scure che tendevano ad espandersi a macchia d'olio.
Oscurare?
Qualcosa scattò nella mente di Natsu riportandolo al presente. Si allarmò quando posò gli occhi su Lucy trovandola quasi completamente immobile, il corpo scosso da spasmi sempre più radi, i gemiti ridotti a lievi sussurri, l'incarnato sempre più pallido. Era come se si fosse arresa. Come se si stesse lasciando andare.
Per causa mia.
Quel pensiero lo colpì profondamente.
La sua reazione alla notizia della scomparsa di Lisanna lo aveva riempito di dolore e gli aveva offuscato completamente la mente. Aveva creduto ciecamente alle parole del master e anche l'implorazione di Lucy sembrava confermare tutto eppure lui, più di tutti, doveva sapere che la sua compagna non avrebbe mai potuto commettere una simile azione. E se anche fosse accaduto davvero quanto dichiarato dal mercenario, ci sarebbe stato tempo per accettare il tutto e scendere a patti con le conseguenze che si sarebbero create. Ora doveva accantonare tutto e concentrarsi su un unico obiettivo.
Salvare Lucy e i suoi bambini.
Con la coda dell'occhio vide questi ultimi rannicchiati in un angolo a terra, piangendo l'uno tra le braccia dell'altro. L'attenzione di tutti i presenti era focalizzata sul portale, che si stava lentamente aprendo. Perfino Pride e DarkMind lo avevano lasciato per avvicinarsi al portale.
Animato da nuova fiamma, Natsu si rialzò in piedi. Doveva innanzitutto dare un motivo a Lucy per continuare a lottare.
«Lucy» pronunciò a bassa voce. «Lucy!» ripeté sempre più forte, attirando così l'attenzione su di sé, compresa quella della maga che a stento riuscì ad aprire gli occhi.
«Io credo in te, Lucy» dichiarò con il suo solito sorriso. «Crederò sempre nella donna che amo.»
Il viso di Lucy si distese e, nonostante il dolore che sicuramente stava provando, riuscì a rivolgergli un sorriso, gli occhi tornarono per un breve istante ad essere quelli luminosi di un tempo, occhi ricolmi di amore.
Per lui.
Ma fu un attimo prima che questi si richiudessero mentre il corpo della maga si accasciava in avanti, sorretto solo dalle catene ai polsi.
«Lucy?» la chiamò. Il cuore prese a battere più velocemente. Un tremendo sospetto iniziò a farsi strada dentro di lui.
«Master la magia stellare è tornata nuovamente pura. Finché non otteniamo un perfetto bilanciamento tra luce e oscurità è tutto inutile!» affermò Melissa mentre trafficava rapida tra i suoi strumenti, incurante delle condizioni in cui riversava Lucy.
«Maledizione!» imprecò Vistrass. «Immagino che dovrò ricorrere al piano B»
Natsu li sentiva parlare tra loro, affannarsi nel cercare una soluzione prima che il portale si aprisse del tutto, ma per lui erano tutti rumori di sottofondo. I suoi sensi erano concentrati solo sul flebile respiro della donna davanti a lui. «Oi, Lucy?» Mosse un passo verso di lei, poi un altro, senza che nessuno lo ostacolasse.
Quando pochi centimetri li separavano, Natsu ruppe senza alcuno sforzo le catene che la tenevano bloccata, afferrandola al volo quando cadde in avanti.
«No» sussurrò mentre cadeva a terra con lei stretta tra le braccia. «No.No.No.No»
Lacrime amare iniziarono a bagnargli il viso, offuscandogli la vista di quel volto che sempre era stato nei suoi pensieri.
«No, Lucy, ti prego apri gli occhi. Ti prego. Ti prego.»
In preda al terrore, Natsu non sapeva cosa fare mentre con una mano sorreggeva il capo di Lucy e con l'altra cercava di tamponare il sangue che fuoriusciva da una delle ferite che la dilaniavano.
«Mamma!» Con la coda dell'occhio vide i due bambini avvicinarsi, inginocchiandosi poi accanto a Lucy. Sollevando lo sguardo su di loro, Natsu vide come la piccola cercava di districarsi dalla presa del fratello per gettarsi sul corpo della madre senza però riuscirvi. Il maggiore invece si limitava a trattenerla, versando lacrime silenziose mentre fissava il volto esanime di Lucy senza mai distogliere lo sguardo.
«Lucy svegliati. Avanti. Che madre sei a far preoccupare così i tuoi bambini? Coraggio Lucy!»
Il silenzio fu la sola risposta.
Natsu si chinò in avanti, poggiando la fronte sulla sua, cercando invano di trasmetterle con quel contatto la sua forza, la sua magia, la sua voglia di vivere. Gocce salate caddero sul suo viso delicato.
«Lucy rispondimi. Ti prego.»
Come se l'avesse udito, la giovane, i cui capelli dorati erano ormai scuriti per il sudore e il sangue, aprì gli occhi, ma il suo sguardo era velato.
Lo stava lasciando.
«Na...tsu.» sillabò prima che un gorgoglio di sangue fuoriuscisse dalle sue labbra.
«MAMMA!»
Lucy riuscì a fatica a voltarsi verso i bambini. «E-Ellie... Ax-Axel...» Sollevò una mano e subito la più piccola dei due la prese tra le sue.
«Mamma che cos'hai? Mamma! Mamma!»
Anche le gote della maga furono rigate da lacrime amare.
«Natsu» La sua voce era talmente bassa che perfino il Dragon Slayer faticò ad udirla.
«Sono qui. Sono qui con te Lucy.»
«P-promettimelo. N-Natsu... prometti...»
Il mago comprese subito a cosa si riferisse la compagna e non esitò un istante nel fare il suo giuramento. «Te lo prometto, Lucy. Ti giuro che mi prenderò cura di loro. Sono anche i miei figli in fondo, no?» le disse cercando di sorridere nonostante le lacrime.
Riuscì a farle fare un lieve sorriso. Poi Lucy tolse la mano dalla presa di Ellie per posarla sopra la sua guancia. Natsu si poggiò completamente ad essa prima che questa si rovesciasse al suolo priva di forza. Sentiva il cuore che stava per infrangersi in mille pezzi.
Lucy non poteva morire.
Era la sua roccia. La sua ragione d'essere. La sua luce.
Era sua.
Non poteva perderla.
Non poteva.
«Lucy guardami.» Nessun cenno. «MALEDIZIONE, LUCY GUARDAMI!»
Nulla.
In preda alla paura e alla disperazione, Natsu si guardò attorno in cerca di qualcosa, qualcuno che potesse aiutarlo, che gli dicesse cosa fare. Ma non c'era nulla che potesse fermare l'avanzare impetuoso del destino.
Nonostante tutti i suoi poteri, tutti i suoi anni di allenamento, Natsu era completamente impotente mentre sentiva il corpo della compagna farsi sempre più freddo.
«Non lasciarmi» sussurrò tra le lacrime. «Non lasciarmi, Lucy.»
«Natsu» Un bisbiglio appena udibile.
«Sono qui.» Le accarezzò piano il volto. I capelli. «Vedrai. Andrà tutto bene. Sistemerò tutto, Lucy. Te l'ho promesso. Vi porterò tutti in salvo e torneremo a Fairy Tail. Insieme. Lo sai che mantengo sempre le mie promesse ,no?»
Un colpo di tosse le fece sputare sangue.
«S-sì. Mantieni... s-sempre... tranne ...u-una.»
«Sì. Tranne una» mormorò disperato.
«Natsu»
«Shhh. Non sforzarti Lucy. Devi conservare le forze.»
Lei scosse lievemente la testa.
«Axel... sei qui, vero tesoro?»
Il piccolo inizialmente annuì, ma quando si rese conto che la madre non poteva vederlo rispose con voce tremante: «S-sì mamma.»
«Bravo... il m-mio... ometto. Ricordate il disegno? Q-quello che... mi avete fatto vedere?»
«Sì, mamma» risposero entrambi i piccoli.
«F-finalmente il vostro... papà è tornato. Ora potete disegnarlo.»
«Mamma?» domandò Axel.
«Dov'è il nostro papà?» chiese Ellie con voce tremante.
«Natsu... Natsu è il vostro papà. Lui vi... proteggerà.»
Natsu spostò lo sguardo sui suoi figli.
I miei figli. Lo aveva deciso ancor prima di incontrarli e si perse in quegli occhi spalancati, dove vigevano paura, tristezza e una lieve traccia di speranza.
Uno spasmo riportò la sua attenzione sulla compagna.
«Lucy!»
Per un istante riaprì gli occhi e a Natsu sembrò che riuscisse a vederlo per davvero. «Natsu...» mormorò, rivoli di sangue che le rigavano il mento. «Il mio partner. Il mio migliore amico. L'uomo che amo. Il mio Natsu.»
«Sì» le sussurrò lui sfiorandole le labbra. «Sono tuo. Sono sempre stato tuo.»
Non abbandonarmi, ti prego. Non lasciarmi.
«Ti... ti amo, Natsu.»
«Anch'io. Ti amo anch'io, Lucy. Non mollare proprio ora. Coraggio! Fallo per me, per i nostri figli. Fallo per noi!»
Silenzio.
«Lucy?»
I suoi occhi erano aperti... ma erano vuoti.
«No.No.No.No.No.No.No»
La scosse violentemente.
«Lucy svegliati! Svegliati! DANNAZIONE LUCY APRI GLI OCCHI!»
Nulla.
Natsu sollevò gli occhi al cielo e urlò tutto il suo dolore.
«LUCYYYYYYYYY!!!»



Nota dell'editor:
Ciao a tutti! Sono l'editor della nostra nalla85 (alias Santa-Paola). Visto che l'autrice non vuole fare il discorsetto finale, lo faccio io :)
Per me è un piacere assoluto aiutarla a scrivere questa storia, vedere quanta passione ci mette, quanto impegno... certo, a volte bisogna imporsi e obbligarla a scrivere... però ne vale sempre la pena :)
Ho adorato particolarmente questo capitolo, è stato un parto farglielo scrivere (abbiamo rivisto la scaletta tipo 20 volte e comunque è riuscita a cambiarla di nuovo) ed è stato un parto plurigemellare con cesario la correzione :)
Nella speranza che sia anche di vostro gusto, vi prego vivamente di non linciare la mia migliore amica dopo averlo letto ^^


Fairy Tail : La caduta di una stellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora