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È il giorno della partenza e io sono parecchio nervosa. Scott non sa chi sono i genitori di Chace,io si invece. Il padre è il poliziotto che ha picchiato mio fratello con un manganello nel bel mezzo di una manifestazione contro l'omofobia. Io ero intervenuta e per far smettere il poliziotto di picchiare Scott gli avevo dato un pugno di faccia con il mio tirapugni rosa che mio padre mi aveva regalato per difendermi dai malintenzionati. Mi avrebbe riconosciuta? Spero di no. Chiudo velocemente la cerniera della mia valigia e vado in salotto. Sul piccolo tavolino davanti al divano c'è la foto del matrimonio dei miei genitori. Quanto mi mancano. Scott arriva,me la prende e la rimette apposto,dandomi un bacio sulla testa e abbracciandomi forte. -Tris mi dispiace per Freddy...cioè per Jade.- sussura. -Chiama Freddy e digli di chiarire le cose con Jade,deve saperlo-dico sospirando. Scott annuisce e ritorna in camera sua. Qualcuno suona il campanello,è Chace,e io sono ancora in tuta. Cacchio. Corro in camera e prendo i primi jeans e maglione che trovo nel mio armadio ormai vuoto,mi metto i dottori senza perdere troppo tempo ad allacciarli,prendo la giacca,la valigia e saluto Scott. Chace è come al solito fuori dall'auto appoggiato al finestrino ad aspettarmi,con il suo sorriso che mi toglie il fiato. -Sei pronta?- mi chiede -Più o meno-rispondo ridendo. Mi prende la valigia e la mette sul bagagliaio. Io monto in macchina e ripenso a quella maledetta scena della manifestazione. Chace interrompe i miei pensieri chiudendo la sua portiera e mettendo in moto la macchina. Accendo la radio. -Ci vorrà molto?- chiedo. -Non molto- mi risponde rimanendo sempre concentrato sulla strada. -Perché hai ingrandito questa cosa Tris?- mi chiede Chace con voce tremolante. Sospiro e lo guardo con una faccia innamorata. -Mi dispiace- dico con convinzione sorridendogli. Dopo poco cado in un sonno profondo. Mi sveglio di soprassalto con il suono del clacson che Chace sta tenendo premuto da circa 10 secondi per salutare la sua famiglia,che è già fuori di casa a salutarci. Intravedo il padre,serio come sempre. Mi stropiccio gli occhi e mi sistemo i capelli. Non devo essere nervosa,non devo essere nervosa. Scendo dalla macchina insieme a Chace che mi prende per mano e mi porta dalla sua famiglia. Sua madre lo abbraccia forte,quasi in lacrime. È una bellissima donna:ha dei mossi capelli che le arrivano fino alle spalle,il colore di essi non è ben definito,sono tra il marrone e il biondo;la sua pelle è perfetta e i suoi occhi azzurri brillano alla luce del sole come diamanti. È arrivato il momento delle presentazioni. Chace si stacca dalle braccia di sua madre e mi guarda sorridendo. -Mamma,lei è Tris,la mia ragazza. Tris,lei è Marta,mia madre- dice guardando un po' me e un po' lei. Marta mi sorride e mi abbraccia -Piacere Tris,sei bellissima- mi dice dopo aver finito di stritolarmi,le sorrido e la ringrazio. Poi mi presenta i suoi zii,sua nonna materna e suo nonno paterno. Il panico. Mancava solo il padre. Mi giro verso di lui che con i suoi occhi agghiaccianti mi guarda con uno sguardo minaccioso. -Papà,lei è Tris. Tris lui è James,mio padre.- Questa volta niente abbracci. Allungo la mano per stringergliela,dopo un momento di esitazione me la prende,scuotendola delicatamente. -Tris,qual'è il tuo cognome?- mi chiede mollandomi la mano. Esito nel rispondergli. -Campbell- balbetto. -Ci siamo già incontrati?- insiste James. -No signore,mi ricorderei di lei- rispondo sorridendo. Chace interrompe l'imbarazzante momento di silenzio in cui l'uomo mi fissava per capire chi fossi veramente,dicendo -Andiamo dentro allora!- . La casa è enorme,con tre piani e un giardino più o meno grande quanto il mio appartamento. Tutti i mobili sono vintage. C'è un ordine impeccabile e una pulizia mai vista prima. Qualche volta ti tagliano la strada i camerieri indaffarati a preparare la cena. Chace non mi ha mai mollato la mano. Marta mi fa fare il giro della casa e mi mostra la mia stanza,ovvero la camera degli ospiti. La mia vera stanza non è neanche un terzo di questa. I muri sono colorati di grigio e rosa pallido e i mobili sono in tinta con essi. -Mi raccomando Tris,sta attenta a non sbagliarti ed entrare nella camera degli ospiti maschi,che è qui proprio accanto la tua- mi dice Marta con una voce delicata. Cosa? Una camera per ogni sesso? E Scott dove sarebbe andato? Al solo pensiero mi viene da ridere. Ecco spiegati i muri rosa.
Dopo ore e ore di domande,complimenti,cibo,torte e stress è arrivata l'ora di andare a letto. Salgo le scale della grande casa e,ancora un po' spaesata,cerco con la pila del telefono la stanza degli ospiti. Vado in camera e vengo raggiunta poco dopo da Chace,che mi porta la valigia e mi bacia per augurarmi una buonanotte. Mi metto un paio di leggins,una felpa e mi butto a letto. Non riesco a prendere sonno. Ripenso a Scott e allo sguardo minaccioso di James che mi ha fissato tutta la sera in silenzio. Dopo un'ora che sono sveglia decido di uscire in giardino,per chiamare Bella che sicuramente sarà in discoteca. Stranamente mi risponde subito.
-Non ci credo! Ciao Tris! Come stai? Mi devi raccontare tutto. Si,devo sapere tutto. Con il poliziotto stronzo com'è andata?- urla bella emozionata.
-Bella sei impazzita?-dico ridacchiando. - Tutto bene,sono sopravvissuta al primo giorno nella casa Crawford,ma non sono sicura di riuscire a resistere ancora per molto. Il signor Crawford,cioè James,si è insospettito,si è accorto di avermi già vista da qualche parte. Bella,se si ricorda chi sono e dove mi ha vista sono morta. Chace non deve sapere niente,niente.- dico sussurando.
-Ora ti saluto Tris,devo andare,c'è qualcuno che mi cerca- esclama Bella con voce intrigante. Riattacca.
Finalmente mi viene sonno,decido di rientrate e cautamente salgo le scale. Entro in camera mia e mi distendo. Sento che sul mio letto c'è qualcun'altro. È il profumo di Chace. Lo abbraccio forte e incomincio a baciarlo. -Ti amo- gli sussuro sull'orecchio. -Non è un po' troppo affrettata come cosa?- mi risponde una voce. Una voce mai sentita prima. Non è Chace. Accendo la luce di scatto. No,no. -Ei ciao- mi dice quell'essere sul mio...oh no. Ho sbagliato stanza. Mi paralizzo. E incredula esco dalla stanza,sbalordita. Ripenso a quello che aveva fatto. Mi aveva baciata. E mi aveva toccato il culo. Decisa rientro nella stanza,accendo la luce e gli tiro un pugno,questa volta senza tirapugni. -Aia! Ma sei impazzita?- urla. Esco dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle con decisione. Rientro finalmente nella mia stanza e dopo un po' prendo sonno. Chi era quel ragazzo? L'indomani l'avrei saputo.

Before anyone elseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora