Capitolo 4. Come rinascere.

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-"Erano circa le 17:10.
Tornai a casa esausta, terrorizzata e con centomila pensieri per la testa.
Mi accompagnò kleyton, arrivammo davanti la porta di casa, oh si! La mia adorata casa dal recinto bianco e una piccola quercia che mia madre aveva piantato proprio nel nostro giardino. Osservavo i fiori del mio giardino, magnifiche rose rosse tutte perfettamente coltivate. Cerano anche Tulipani, margherite e orchidee mia madre ama i fiori se non l'aveste capito. "-
Kymberly posò lo sguardo su kleyton, guardandolo fisso negli occhi gli chiese

;" È davvero ciò che mi aspetta? Quella scena alla quale abbiamo assistito è stata a dir poco... a dir poco assurda e tremenda. Ho troppe domande da farti e come hai detto tu ho bisogno di sapere, la cosa certa è che farò di tutto pur di non diventare ciò che ho visto oggi. Vuoi entrare ?Vorrei sapere tutto ciò che c'è da sapere, il motivo per cui Sinister mi ha presa di mira, il motivo per cui mi stai aiutando e sopratutto, chi .. chi sei tu. Ti offro un buon caffè e dei biscottini, penso sia il minimo che possa fare." Sorrise.

Il giovane era particolarmente spiazzato.
Non immaginava tale reazione, insomma, lo conosceva da un solo giorno e per di più le aveva recato tanto dolore e dubbi.

;" D'accordo" Rispose lui freddamente e accennando un mezzo sorriso.

Kim prese le chiavi di casa dalla cerniera posteriore dello zainetto, aprì la porta e fece accomodare il ragazzo.

Kleyton entrò. La casa di kim era ben composta e ordinata. Le pareti bianche della stanza da pranzo illuminavano la casa, c'erano dei divani color oro in pelle, un piccolo tavolino con sopra dei portacenere in vetro, uno schermo piatto a cristalli liquidi d'ultima generazione. C'erano due finestre con delle tende color oro merlettate, una che affacciava sul retro dove si poteva notare una grande piscina rettangolare con uno scivolo rosso e la cuccia di un cane e , l'altra invece, dava sul giardino. Si diressero verso la cucina, un'altra stanza dipinta di bianco e le solite cucine in muratura di ogni classica casa californiana . Lo fece sedere e andò a preparare il caffè.

;" Ascoltami Kimberly, mi dispiace per tutto quello che dovrai affrontare. So quanto estremamente difficile possa essere cambiare stile di vita, Vivere una vita che non immaginavi nemmeno potesse esistere se non in un film sul paranormale o un libro horror. Ci vuole fegato, tanto coraggio e determinazione... Non si accetta la paura, quella non è tollerata perché fa solo commettere errori e potrebbe mettere a rischio la propria vita e quella altrui. Non sei di certo un robot, questo lo capisco ma... bisogna vedere la situazione da un'altra prospettiva "

Poi kim lo interruppe.

;"No." Disse

Si avvicinò al tavolo dov'era seduto Kleyton, fra le mani aveva un vassoio dove aveva poggiato le due tazze di caffè, le zollette di zucchero e un piattino stracolmo di biscotti vari.
Poi riprese.

;"No. Io non sono un robot ho già paura adesso e non è ancora successo nulla, o quasi. Non so nemmeno perché sto qui a darti retta e perché mi fido di te, voglio dire, neanche ti conosco. Ma, sei fortunato... io seguo sempre il mio istinto, lui non mi ha mai tradito. "

Il ragazzo continuava a fissarla esterefatto, quasi compiaciuto. Non immaginava sarebbe stato così facile introdurre questa nuova situazione nella sua vita.

;"Adesso ascoltami tu. "

Continuò kim prendendo un biscotto e inzuppandolo nella tazza di caffè.

;" La mia vita è tanto, tanto, incredibilmente monotona. Le mie giornate sono tutte fottutamente uguali. Mi sveglio, vado all'università, tutti i giorni la stessa strada e le stesse persone con la quali avere a che fare. I miei genitori che, lavorando tutti i giorni, non sono mai in casa. Perfino mia sorella sedicenne ha una vita più movimentata della mia. Avrei sempre voluto che avvenisse qualcosa che cambiasse radicalmente questa mia vita immersa nello studio...sempre studio e musica, Sempre gli stessi dischi ogni santo giorno, sempre sola in questa immensa casa che potrebbe quasi contenere un'intero stadio. Mi segui? "

Stava ancora inzuppando il biscotto il quella tazza con gli stampi floreali e teneva lo sguardo basso.

Kleyton fece un cenno con la testa, poi annui.

;"Ecco " Riprese kim.
;"Questo è anche uno dei motivi per la quale voglio fidarmi di te. Ovviamente quando pensavo a qualcosa che potesse cambiarmi la vita , non intendevo certo questo. Anche se...se devo essere sincera ci speravo in un po di avventura, adrenalina pura ed esperienze da pazzi e anormali." Sollevò lo sguardo e fece una faccia buffa.

Il ragazzo Sorrise, poi si alzò in piedi.

;" Io, sono colui che ti guiderà in questa faccenda che tanto ti eccita. Fergus è colui che ha il potere, noi siamo solo dei tramiti per le sue opere e le sue missioni." Disse camminando per la cucina.

;" Tramiti? " Chiese lei dubbiosa.
;"Già.. come dei dipendenti." Rispose.

Kim fece una risatina e poi aggiunse

;"E dov'è nascosta la vostra base segreta ? Ahaha."

Kleyton aggrotto' la fronte.

;No, niente... scu-scusa, va avanti." Disse lei imbarazzata.

;" Fergus, come ti dicevo, non è solo colui che comanda ma è anche mio zio in un certo senso. Hai presente tutto ciò che pensavi fosse solo frutto di un film dell'horror ben fatto ? Gli spiriti, le streghe, i demoni.. sono creature che camminano tra noi. Sinister è un potente stregone vecchio cinquecento settant'anni che vuole estinguere la tua futura razza e perciò cominciare dalla radice per far si che l'albero non cresca in futuro." Fece una pausa e la guardò. Vide il terrore e il coinvolgimento nei suoi occhi.
Riprese dando un piccolo colpetto di tosse.

;"Dimmi un po, ci credi al destino ?
Sai, c'è chi dice che il destino sia solo frutto di chi non ha le capacità di crearsi una vita propria. Voi umani a volte siete terribilmente assurdi..Il destino, non esiste Kimberly. La parola destino deriva dalla voglia e mania dell'avere tutto sotto controllo o viceversa. Se decido di prendere una strada che mi porta sulla statale 19 è lì che andrò e accadrà ciò che deve o magari sarà una noia tremenda, altrimenti se decido di starmene a casa non cambierà nulla o magari succederà qualcosa. Dipende da noi Kimberly, dalle decisioni che prendiamo e da ciò che vogliamo essere. Ti dico tutto questo perché devi essere tu a scegliere dalla parte in cui vuoi stare e ricorda che , ogni decisione ha sempre le sue conseguenze."

Suonarono alla porta e kleyton si dileguo' nel nulla.
Kim rimase impietrita a pensare.

;"Cosa voleva dire con la frase 'ogni decisione ha le sue conseguenze?' Questo qui sa tanto e io non sono nemmeno riuscita a fargli la metà delle domande che avrei voluto porgli..."

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