Capitolo 1.

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Tutti vogliono scappare
qualche volta.

Non c'era più anima viva nella scuola. Tutti, infatti, erano stati evacuati per un incendio. Tutti eccetto me. Il fuoco ormai era stato domato e i vigili ritornarono alla base. Attraversavo il corridoio con un passo lento e gli occhi appannati. L'uscita era ad una decina di metri di distanza, ma qualcosa, anzi qualcuno, mi bloccò. Era una voce femminile molto acuta proveniente dalla sala insegnanti.
-Agente... agente mi ascolti la prego. Alyssa Edwards ha letteralmente incenerito i suoi compagni ed è lei la causa dell'incendio... la prego sento che si sta avvicinando. Potrebbe uccidermi. Mandi qualcuno qui subito!- Adesso so chi è! La prof. Winkle! Sì, è lei. La Winkle era perfida con me. L'insegnante di matematica amava ridicolizzarmi davanti a tutti, professori e studenti, e il bello era che ora avrei trovato la possibilità di vendicarmi. Una lampadina s'illumino sopra di me. Se fossi scappata avrei avuto più vantaggio rispetto agli agenti, ma dove mi sarei nascosta, nei boschi? Mi asciugai le lacrime quindi mi avvicinai alla stanza e quando aprii la porta guardai la donna di mezz'età barcollare nel vedermi, poi tirò frettolosamente una croce e la allungò verso di me pronunciando preghiere incomprensibili.
Ridevo. Insomma non ero un vampiro!

La donna aveva un viso molto pallido, decorato con rughe sulla fronte, accanto agli occhi verde letame (che a loro volta erano adornati da un kajal che si stava sciogliendo) e le guance penzolavano verso il basso. Il naso era molto simile a quello della strega di Hansel e Gretel, con una verrucca sulla punta. Sopra le sue labbra sottilissime spuntava qua e la qualche peletto bianco. Indossava un cardican bianco abbinato ai suoi capelli. I jeans a vita alta e i tacchi a spillo blu la rendevano una tipa kich.

Feci un passo in avanti e lei indietreggiò:- Ti prego non farmi del male, non uccidermi. Ti darò tutto quello che vorrai, ma non uccidermi... ho una famiglia da mantenere.- supplicava.
-Perchè hai chiamato la polizia, non sono stata io, non sono un mostro!- Il sangue mi ribolliva e avevo tanta voglia di staccarle la testa. Ricorda: non sei un mostro. Sangue freddo. Quando mi ricomposi continuai:-... ho bisogno dei tuoi gioielli, dei tuoi documenti e dei tuoi soldi o ti pentirai del giorno in cui hai messo piede in questa scuola.- Alyssa non sei un mostro! Allora perchè ti comporti così. Odiavo la mia voce interiore perchè aveva sempre ragione! Mi sedetti su una sedia e iniziai a fare dei piccoli calcoli anche se non ero mai stata brava in matematica. Se la stazione di polizia si trova a una sette chilometri da qui che corrispondono a nove minuti in macchina e sono passati tre minuti allora mancano... nove meno tre... ah sì... sei!

La donna si presentò davanti a me sconvolta. Con la mano destra mi porse la borsa, mentre l'altra la teneva dietro la schiena. Non ci feci molto caso dal momento che durante le sue lezioni teneva sempre il braccio sinistro in quel modo. Ma questa volta era diverso. Io avevo abbassato la testa per controllare se il materiale richiesto ci fosse e quella ebbe l'occasione di puntarmi contro una pistola. Non sapevo che fare così quando lei mi ordinò di spostarmi verso l'angolo con le mani in alto, lo feci.
-Tu! Lurido verme hai cercato di rubare i miei gioielli e di uccidermi. Ma mi stai sottovalutando principessa!
-Io non ho cercato di ucciderla!
-Ma pensi che la polizia crederà ad una povera bambina che ha mandato a fuoco la scuola perchè voleva uccidere i suoi compagni?
-Non sono una bambina! Ho sedici anni e non li ho uccisi io! Oh ma che senso ha parlare ormai le uniche persone di cui mi fidavo sono morte. Dai! Spari!- Non volevo morire, pensai che forse quella donna vedendo la mia disperazione forse si sarebbe commossa e che forse mi avrebbe lasciata andare. Ma lei lo fece. Puntò la pistola verso il mio cuore e premé il grilletto.

Il proiettile si stava muovendo verso di me, ma accadde qualcosa di sovrannaturale. Il proiettile rimbalzò, come se si fosse creata una barriera invisibile attorno al mio corpo. La Winkle rimase colpita sulla gamba sinistra. Quella cadde in un tonfo e urlò dal dolore. Cosa dovevo fare? La polizia si avvicinava. Aiutare o fuggire? Cosa avrebbero fatto i miei amici, trovandosi in una situazione dove la persona da salvare era LA professoressa Winkle? 

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