Pensai di aiutarla prendendola dalla schiena, ma quando allungai le mani per sollevarla, lei sgranò gli occhi e gridò con tutta la sua forza:- VATTENE MOSTRO! AIUTO VUOLE UCCIDERMI! Ah... Dai Alyssa dobbiamo scappare! Proprio in quel istante, ma dico proprio in quel istante. Sentii la sirena della polizia e iniziai a correre a tutta velocità verso la porta del retro, non potevo uscire dalla main gate, anche se ce l'avevo a due passi di distanza, perchè ero sicura che sarebbero entrati da li.
Dopo aver scavalcato il recinto che separava il cortile dall'entrata principale iniziai a dirigermi verso il parcheggio delle bici. Rimasi bloccata. Era difficile riuscirci, c'erano due auto della polizia, una dell'ambulanza e il motorino della professoressa. Tre agenti erano in piedi accanto ai veicoli con le mani incrociate al petto e le armi nel cinturone, dalla mia distanza avevano tutti lo stesso volto e la stessa altezza. Indossavano un uniforme marroncino-grigio misto, controllavano tutto il perimetro della scuola, mi pareva impossibile raggiungere il "parcheggio". Dato che era proprio di fianco a loro. Mi nascosi dietro un albero che si trovava accanto a me senza farmi notare, e poi, mettendomi a gattoni, camminai fra i cespugli, che crescevano dappertutto nella nostra scuola, finchè non m'imbattei in una bottiglia di birra. A quel punto mi venne un idea. Sapevo che l'uscita era a destra, mentre i poliziotti e i veicoli a sinistra.
Presi la bottiglia di vetro e la lanciai contro gli sbirri. I tre si guardarono e, intanto facevano gesti strani con le mani, poi annuirono per qualcosa che non avevo capito. Questi iniziarono ad avvicinarsi. Due avevano fra le mani delle pistole, il terzo aveva un taser. Sudavo, avevo paura che il piano forse non sarebbe funzionato.
Quando i poliziotti erano a mezzo metro di distanza da di me, rotolai a destra e, sempre nascosta, iniziai a correre verso l'ingresso, entrai nella scuola e chiusi il portone principale, poi, senza farmi notare, oltrepassai la sala insegnanti, da dove provenivano smorfie di dolore della professoressa Winkle, e ripresi la corsa.
Il piano era semplice da ideare, ma difficile da applicare, sopratutto per una che aveva a mala pena cinque in scienze motorie.Finalmente raggiunsi (di nuovo) la mia meta. Non c'era nessuno. Ripresi fiato e m'incamminai verso la vespa della donna ferita. Cercai le chiavi nel suo borsone, che avevo raccolto prima di uscire dall'aula, e accesi la moto e mi avviai verso il mio quartiere, che si trovava a cinque isolati da qui.
Il tragitto era stato tranquillo, i veicoli della polizia mi erano passati accanto senza riconoscermi, nessuno mi seguiva e lo scooter non era come la sua proprietaria, anzi funzionava alla perfezione.
Arrivata a casa, lasciai la moto in giardino ed entrai. I miei genitori e il mio fratellino Jonas non c'erano, io lo sapevo, e questo mi rattristì molto. Dopo aver oltrepassato il salotto e la cucina salii al primo piano. Andai nella stanza dei miei (e anche di Jonas) e presi uno zaino da escursionismo, dove misi la borsa. La tv era accesa, fino a quel momento non me ne resi conto. Si trovava sulla scrivania da lavoro di mio padre. Mi avvicinai:
Notiziario di emergenza
-Buongiorno, qui è Lara May che vi parla da live 6, sono le dieci e venti questo è il Notiziario di Emergenza.
Si prega a tutti gli abitanti della Pine Strett di evacuare le proprie case, perchè una presenza sovrumana chiamata anche Alyssa Edwards si sta muovendo verso di voi. Pare che abbia bruciato alcuni compagni di classe nella scuola locale, rubato degli oggetti e quasi ucciso la sua insegnante.
Non è uno scherzo.Fine Notiziario
Sulla scrivania c'erano tanti fogli, ma solo due m'interessavano. Su uno c'era scritto "Richiesta di Adozione.", l'altro era proprio ingiallito e questo mi fece pensare che risaliva a molto tempo fa. Quindi li presi e li infilai nello zaino. C'erano anche due foto e una collana che sembrava di diamante. Presi tutto. Poi corsi in camera dove presi il peluche che avevo rubato a Jonas, dei vestiti, un foglio, una penna e qualche merendina. Ma dove siamo finiti? In Hunger Games? Non avevo tempo per pensare, avevo la sensazione che qualcuno mi stava per raggiungere. Presi una corda dal mio kit di emergenza di fuga e scesi dalla finestra. Mi rigirai per dare il mio ultimo sguardo alla casa della mia infanzia, quanto avrei voluto restare lì con la mia famiglia e passare dei momenti felici con loro.
Mi risistemai gli occhiali e partii per i boschi.
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Titanium
FantasyRicorda. Un guerriero non si lascia spaventare quando insegue ciò di cui ha bisogno. Senza amore, egli non è nulla.