IL GUERRIERO SOLITARIO

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Dopo quel duello ero stremato ma si doveva andare avanti solo uno doveva rimanere in piedi.Vidi che i portoni di ferro si stavano aprendo,ne uscirono due leoni e una pantera nera come la pece.Io puntavo a quest'ultima ma mentre ero concentrato a cercare di sopravvivere contro quella belva nera un mio avversario mi colpì da dietro nella spalla, era finita mi stava quardando negli occhi quel bestione.Il suo tridente era così vicino alla mia gola eccolo lì a vedere se mi deve finire o lasciarmi un opportunità, nemmeno il tempo di voltarsi era già stato sbranato vivo da quella belva:gli aveva tolto la preda,non poteva perdonarlo.Mi rialzai presi il tridente e lo conficcai nel collo della belva..nessuna pietà, anche se csualmente mi aveva salvato la vita sapevo che dopo aver finito il suo inquietante pasto sarebbe toccato a me, ho semplicemente approffittato del momento di distrazione del felino nero pece.Ero rimasto io con un altro gladiatore che era ridotto peggio di me fu facile ucciderlo.Lastessa notte mangiai bevvi e andai a letto.Il mio nuovo compagno di cella era un tipo alto robusto Celta, non parla non può gli hanno tagliato la lingua.Ha due incisioni la prima rappresenta un numero e l'altro è il marchio dello schiavo. Ci capivamo ho imparato il suo linguaggio di sangue e rabbia.L'indomani ci fu l'allenamento, io mi allenavo con uno basso ma robusto e molto preciso con la spada, mi sono fatto un idea di chi dovrò affrontare, gli ho studiati non serve non si segue uno schema ma la legge della sopravvivenza, siamo più animali di quelli che abbiamo affrontato nell'ultimo duello che ho fatto.La sera invece eravamo animali da compania delle donne che pagavano e corrompevano le guardie per passare un momento con noi uomini spietati robusti aggettivi che per i romani erano perfetti. Li vidi una ragazza bella bionda occhi verdi mi ero innamorato. Che stupido un gladiatore innamorato finito tutto siamo andati tutti a letto nelle celle ci aspettava una battaglia carnefice.