capitolo undici

3.6K 237 32
                                    

Hermione, quando capì ciò che stava accadendo, si lanciò sui due.No! Non si sentiva pronta a vedere un altro suo amico ferito - ovviamente si riferiva a Ron - e non sarebbe voluta più entrare in un'infermeria in vita sua. Là... C'erano brutti ricordi, troppi brutti ricordi.

Draco immobilizzò in velocità Ron, con un sorriso beffardo, così Hermione non dovette fare nulla per fermarli. Era già finito tutto, ancor prima d'iniziare - un po' come i loro sentimenti.

"Ron!" sussurrò la Granger, avvicinandosi d'un passo al ragazzo immobilizzato al muro da chissà quale incantesimo. Lo sfiorò sul volto, delicata quando una piuma, e gli occhi caldi di Ron seguirono ogni suoi movimento. La rossa si sentì scossa, un sentimento nuovo e sgradito le attraversò la spina dorsale. Disagio. "Liberalo!" sbottò così rivolta a Draco, solo per non guardare l'amico negli occhi. D'un tratto capì che ciò che gli aveva rivelato era stato un errore. Quel bacio forse non aveva cambiato Draco, ma lei sì, ora era diversa. Non provava più niente per Draco, se non odio. Allora, perché non riusciva a guardarlo negli occhi color ghiaccio?

Rossana le si parò accanto ed Hermione si sentì doppiamente male. Non meritava degli amici così buoni, lei non meritava niente.

"Quando mi chiederà perdono lo farò, Sanguesporco." replicò Draco con voce seria, mentre le suebamboline tornavano ad attaccarglisi alle braccia, sembrando sanguisughe - "Dai, Draco! Andiamo" dicevano.

"Non lo farò mai!"

Hermione si sentì male per Ron. Sarebbe rimasto là a vita, se continuavano di questo passo.

"Ragazzi!". La rossa si voltò in direzione della voce. Era Harry che correva verso di loro, con un'espressione preoccupata. Lanciò uno sguardo a Ron, sorpreso, e poi agli altri. Si soffermò a lungo su Hermione, che non riuscì a sostenere la purezza dei suoi occhi e guardò a terra.

"Harry, aiutaci!", supplicò Ross. Lei non aveva problemi a sacrificare il suo orgoglio per gli amici, a differenza di qualcun altro.

Harry impugnò la bacchetta.

"Malfoy, lascialo."

Draco sorrise ancor più, così tanto che il suo volto si sfigurò.

"Draco, Joker rivuole la sua faccia!" lo sbeffeggiò Hermione, dimenticandosi per un attimo che il biondo non avrebbe potuto capire il suo insulto, poiché non aveva - né avrebbe mai - visto il film a cui faceva riferimento. Harry però capì e un sorriso leggero gli increspò le labbra, ma continuò a fissare con odio il biondo.

"Che stai farneticando, Rossa?"

Hermione mandò giù il boccone amaro. Nessuno sapeva del bacio - a parte Ron -, e Draco sembrava deciso a metterla in difficoltà. Non commentò, per ora, il soprannome e sputò, acida: "Niente che tu possa capire. Sappi solo che fai schifo!"

Capì di aver esagerato quando, per un secondo, negli occhi di Draco passò un sentimento diverso dalla derisione, un po' com'era successo in infermeria, subito dopo il litigio con Ron. Dolore.

Possibile?

Hermione esitò. Scusarsi... Sentiva che avrebbe dovuto scusarsi.

Non pensò. Parlò solo.

"Senti, Draco. È evidente che a Ron dispiace... Ci dispiace. Perciò mollalo!" ordinò, ma con voce indecisa. Draco esitò e poi Hermione sentì Ron ricadere a terra, spaesato. Il tonfo fu pesante ma lei neppure si voltò - andò Ross da lui.

"Solo, mi chiedevo..." continuò Draco acido più che mai, portando ogni tanto una mano su quelle delle ragazze. "Come mai mi è saltato così addosso? Non è che ha la rabbia?"

Sì, Draco. Ron - ed io - ha proprio la rabbia, ma non quella a cui alludi tu. La nostra, più che una malattia, è furia.

Hermione era così concentrata a insultarlo mentalmente, che ci arrivò dopo di lui. Draco la osservò alzando un sopracciglio e la gelò con un'occhiata.

oh. Fu ciò che Herm riuscì a pensare. Ha capito che lui sa. Ovviamente.

E, ancora una volta, si domandò per quale strano motivo lei, la strega più intelligente della sua età, fosse andata a rivelare tutte quelle cose proprio a Ron, un pazzo impulsivo ed emotivo.

"Vieni con me" ordinò il biondo gelido.

Hermione non se la sentì di replicare e lasciò lì gli amici, che non si erano nemmeno accorti della sua fuga, impegnati a tirare su Ron.

"Lui sa."

Hermione guardò fuori dalla finestra, seccata. Scrollò le spalle, stufa di negare la verità - no, non provo niente per Draco. No, quel bacio non mi ha cambiata. No, no, no - e borbottò, piano: "Volevo parlarne con qualcuno."

Poco dopo capì che quell'affermazione avrebbe fatto meglio a tenersela per sé. Ora Draco come la vedeva? Come una bambina idiota? Come una ragazza con gli ormoni a mille?

Si sentì patetica.

Ottusa.

Futile.

Odiava sentirsi così. Eppure, lo era.

"Ah sì, Granger?" commentò Draco dopo un minuto di silenzio, da dietro di lei. Hermione poteva sentire il suo sguardo su di sé, cocente. "Quindi è importante, per te."

La rossa non ne poté più. Si girò e lo affrontò. Lui e i suoi begli occhi, la postura perfetta, gli abiti sempre in ordine, quell'aria superiore - perché, forse, lo era. Lui, le sue emozioni controllate, lo sguardo indecifrabile - anche allora.

"Non dovrebbe?" sbottò. "Draco. È stato il mio pri... Secondo bacio" si corresse. La verità era il suo veroprimo bacio, con Ron, non lo contava neppure più. Era stato un errore - nonostante ciò che aveva detto all'amico - causato forse dalla frenesia del momento. "Non bacio chiunque! E io, be', credevo d'essere importante per te. Perchétu lo sei per me, sei importante. O almeno così credevo, io.."

Non continuò.

Non ci riuscì, non poté.

Qualcosa le tappò la bocca con una delicatezza disarmante. Le labbra di Draco, ancora.

Lui la baciò dolcemente e leggero come una foglia che cade da un ramo per un po', molto poco, poi si staccò e le lanciò un sorriso fugace.

"Tu... sei così importante. Per me. Però sei anche così... difficile" le confidò a un millimetro dal suo volto.

Hermione non riuscì più a capire niente.

Lo baciò ancora, anche se, probabilmente, era un errore.

Le serpi vanno uccise, non meritano seconde possibilità.

The help | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora