Capitolo Secondo

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Lessi su Twitter che Alberico aveva scritto "Firenze? Molto presto." e non potevo, o meglio, non potevamo farci scappare questa opportunità.
Alberico sarebbe venuto a Firenze l'11 settembre, proprio il giorno del mio compleanno. Neanche a farlo apposta!
Decisi di scrivergli.
Io: -Ire, che gli scrivo?
Irene: -Un "ciao"?
Io: -Troppo banale, non risponderebbe...
Irene: -Hai ragione... un "Ehi idolo"?
Io: -Perfetto! Grazie mille, sai che ti amo.- dissi schioccandole un bacio sulla guancia.
Così mi misi a scrivere e questo è quello che scrissi:
Ehi idolo,
Ho iniziato a seguirti circa otto mesi fa su consiglio di una mia amica. Lei diceva che sei bellissimo e simpaticissimo e quindi mi incuriosii e guardai un tuo video. Quella sera, grazie a te mi sentii meglio, come non mai. Così cliccai sul tasto "iscriviti" e la mia vita cambiò radicalmente, un po' grazie a te, un po' grazie alla mia migliore amica, la mia vita fece un "salto di qualità".
Più passavano i giorni e più mi sentivo bene guardando i tuoi video.
Più passavano i giorni e più desideravo un tuo abbraccio. Pensavo a tutte quelle ragazze che l'avevano avuto e mi sentivo male al solo pensiero di non poterti abbracciare.
Mi ricordo di quando alla fine di ogni video dicevi "un abbraccio" io chiudevo gli occhi e mi sentivo tra le tue braccia. E se lo puoi fare un'altra volta, io, come molte altre ragazze, mi sentirei a casa, di nuovo tra le tue braccia.
I miei genitori mi dicevano "È una cosa passeggera." "Stai seguendo una moda." "L'adolescenza." E invece no. Tu sei un ragazzo unico che ho avuto la fortuna di "scoprire" e che ha reso la mia vita migliore. E nonostante tutti gli alti e bassi, tutti i miei problemi e la mia ipoacusia tu sei l'unico che è rimasto davvero. E non m'importa se potrò vederti solo attraverso ad uno schermo, l'importante è che tu ci sia.
Sai, la sera piango pensando a te. Piango perché accanto a me non ho amici affidabili, ho solo uno YouTuber che mi fa sentire bene e al quale devo tutta la mia felicità.
Faccio teatro da ormai 3-4 anni. Lì ho conosciuto la mia migliore amica. Vorrei davvero tanto diventare attrice, proprio come te. Incontrarci su qualche set sarebbe fantastico.
E nonostante tutti gli sforzi che abbia fatto per poterti vedere non c'è mai stata occasione. Ma una volta prendo il treno e vengo sotto casa tua, ad abbracciarti. Non mi fa impazzire il pensiero di vederti ad un evento perché io voglio abbracciarti veramente. Voglio stare tra quelle braccia davvero, magari piangere pure, ma mi rialzerò più forte di quanto lo sia. Perché, diciamocelo, come può, una ragazza che non ha mai incontrato il suo idolo e che ormai ha quasi perso le speranze, essere forte? Lo è. Perché, se ci pensi, quella ragazza ha sofferto molto e non ha concluso nulla. Ecco, quella ragazza sono io. Una ragazzina, più che ragazza. Ragazzina perché è ancora troppo piccola per comprendere veramente il significato delle cose. Sai, a tredici anni (quasi quattordici) si hanno poche cose concrete. Ma io, l'unica cosa che so per certo è che ti amo e che tu mi ami, o meglio, che ci ami, perché siamo tutti una grande famiglia. E la famiglia è quella cosa che resta, sempre. Resta nonostante le difficoltà, i problemi, i complessi adolescenziali e le ferite.
E non è qualcosa che si può sostituire con altro. La famiglia rimane impressa nel cuore. È un po' come "la mia vita per la tua" ed è una cosa troppo difficile spiegarla a parole ma è fin troppo semplice viverla.
La passione la vivi. La vivi come puoi vivere la vita. Perché la vita è passione e la passione è vita. Letteralmente. Concretamente. Costantemente.
Mi hai insegnato a non arrendermi mai e io non l'ho mai fatto, non mi sono mai arresa.
Mi hai insegnato a fidarmi di te quando ancora non ti conoscevo. Insomma, mi hai insegnato uno stile di vita diverso, nuovo e migliore a quello che facevo.
Non ho mai perso le speranze di vederti a Firenze. E pensare che finalmente ti potrò abbracciare mi riempie di gioia.
Non ho mai perso le speranze di abbracciarti e giuro che un giorno, anche solo per due secondi tra le tue braccia ci sarò io.
Sei il mio mondo, ti devo il mio mondo.
Grazie di esistere, Alberico.
Grazie di tutto, idolo.
-Tua, Bianca♡"

Non so in quanto tempo scrissi questo poema ma so che nonostante i miei sforzi non mi avrebbe risposto, ma tentai lo stesso.
Inviai il messaggio.
Io: -Ire vuoi venire da me a dormire?
Irene: -Se non disturbo più che volentieri!
Io: -Ma cosa ti salta in testa? Lo sai benissimo che non disturbi.
Prendemmo i nostri skate e andammo a casa mia. Mia mamma ci chiese di andare a fare la spesa e quindi, anche se di malavoglia, andammo al supermercato e "prendemmo" tutte le cose che servivano.
"Prendemmo" perché ci lanciavamo le cose da una fila all'altra mentre volavamo sui nostri skate.
Tornammo a casa, sbloccai il telefono e notai subito che mi era arrivato un messaggio su Messanger...

Un giorno come tanti altriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora