SALVAMI ANCORA UNA VOLTA...

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SALVAMI ANCORA UNA VOLTA...

A te,

che hai portato luce nei miei giorni più bui,

che hai reso un freddo giorno di Dicembre l'inizio della primavera.

Tu non ci sei più.

Queste parole mi ronzano in testa da molti giorni. Tu non ci sei più. Che cosa strana; eppure è così, eppure è successo.

Questa introduzione non avrebbe dovuto esserci, non avrebbe dovuto esistere. È come un punto nero in mezzo ad un foglio bianco, stona con tutto, perché si lascia che quel puntino rovini la purezza candida della pagina?

Già, un puntino...così mi avevi chiamata una volta. Ero il tuo puntino "che ti sarebbe stato per sempre vicino" ricordi? Come le stelle: piccoli punti luminosi che indicano la via, ma tanto fragili da bruciarsi e consumarsi con il passare del tempo.

Io ero così. A dir la verità io sono così. Come sei? Come stai? Chi sei? Fragile, risponderei. Così fragile da non essere riuscita a tenerti con me. È tutto così strano, più amiamo una cosa e più il nostro rapporto con essa ci rende "malati" di lei.

Io amavo te, io amo ancora te. E tu? Non ho mai osato chiedertelo...forse sapevo già la risposta...forse mi bastava un tuo abbraccio per far crollare i castelli di sabbia che mi facevo pensiero sopra pensiero...forse bastava appoggiare le labbra sulle tue. Io le ricordo bene sai? A te non piacciono, "sono troppo dritte" mi dicevi. Eri così convinta di questa stupidaggine quanto io ero convinta che quelle fossero le labbra più belle che io avessi mai visto o toccato.

Già...toccato...con le mie, con le dita, con gli occhi, con l'anima.

Amavo stare ad osservarti mentre parlavi...a dirla tutta, ti piaceva parlare anche se non lo davi a vedere. Ho capito che ti piaceva quando, appena le mie labbra toccavano le tue, iniziavi a sussurrare qualcosa...quanto ti odiavo in quel momento...

Con il passare del tempo ho capito che quando lo facevi non ti odiavo, ti amavo alla follia. Era una tua peculiarità, un tuo dettaglio...dio solo sa quanto amo i dettagli.

Dio solo sa quanto amo i tuoi.

Tu non ci sei più e da bisogno sei diventata sogno. Se scrivo queste parole è perché hai lasciato un segno dentro di me...hai lasciato tagli che sanguinano ancora; il sangue che sgorga da queste ferite esce lento, inarrestabile, come il flusso delle mie parole su questo foglio bianco...come il flusso di ricordi che si presentano come lo stesso film dall'inizio tutte le notti...come le lacrime calde che mi rigano le guance mentre scrivo queste parole...

Chi lo sapeva di essere così? L'universo femminile appariva così strano...eppure io ne facevo parte, ma non l'avevo mai capito, non mi ero mai soffermata ad analizzare i comportamenti delle donne.

Credo che vengano da un pianeta opposto, lontano, a volte senza senso. Un pianeta pieno di contraddizioni e di amore, di voglia di vivere e di lasciarsi vivere...eh sì, c'è differenza sai...tu hai sempre voluto vivere...non ti sei lasciata vivere da me, non ne ho avuto il tempo e l'occasione.

Come le foglie in autunno; ma quando cavolo cadranno tutte? Sono troppe, non possono cadere tutte in così poco tempo. E poi non ci pensi, ti distrai qualche secondo...qualche giorno, e trovi gli alberi spogli. Tu sei stata così.

Avrei voluto trovarti spoglia come gli alberi, spogliata come loro...invece a te era stato assegnato il ruolo di foglia all'interno della mia vita, sei caduta dai miei rami, dalle mie mani, ti ha portata via il vento...lontana da me...

Forse, sono le foglie che dopo un po' si stancano di stare appese agli alberi...forse non aspettano altro che quel vento le porti via.

Il vento però ha il suo prezzo da pagare: nessuna foglia si stacca dall'albero se prima non secca.

SALVAMI ANCORA UNA VOLTA...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora