Capitolo 1.

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20 agosto 2015.

Sono le 8:20 di mattina.
Mi alzo dal letto, ho i capelli scombinati e una faccia orrenda; scendo in cucina a fare colazione, sono davvero affamata, e i miei sono usciti.

Sono a Roma, una città completamente nuova per me, che sono originaria di Londra.

Arrivata ieri sera, non ho avuto ancora tempo di "esplorare" un po' il mondo esterno.

Quindi finita la colazione, decido di prepararmi per uscire.

Vado davanti allo specchio, mi guardo per 5 minuti, in silenzio.
Poi inizio a ripetermi "cammina e non pensare alla gente che ti guarda."

Ho difficoltà a muovermi in posti dove c'è molta gente, le persone mi guardano, e non sapere cosa pensano su di me mi mette a disagio.

Mi preparo in fretta, raccolgo i miei lunghi capelli neri in una coda alta, perché fa caldo; un filo di mascara per sembrare più carina e per accentuare gli occhi verdi; un pantaloncino semplice, una maglia lunga nera con una tigre stampata, e le mie converse, ed esco.

Il cielo è limpido, non c'è nemmeno una nuvola. Mi metto seduta su un muretto mentre inizio a guardarmi attorno: c'è davvero tanta gente, molti sono turisti.

Inizio a camminare, a testa bassa, ed essendo una ragazza molto imbranata non poteva mancare la figura del giorno.
Senza accorgermene vado addosso ad un ragazzo.

"Ehm scusami" dico frettolosa mentre cerco di andare avanti.

"Tranquilla, capita quando c'è molta gente."

Sorpresa da quella voce magnifica, mi giro, e mi ritrovo davanti un ragazzo alto, castano, con gli occhi azzurri. Insomma, un bellissimo ragazzo, e sembra anche molto simpatico.

Cerco di sfoggiare il mio sorriso migliore, e lui ricambia.

"Comunque piacere io sono Alessio."
"Io sono Eleonor, piacere mio."
"Sei straniera vero?"
"Si, sono di Londra."
"Sai molto bene l'italiano."
"Ho fatto dei corsi di italiano prima di venire qui."

Anche se sembro a mio agio, parlare con un ragazzo che non conosco mi mette in difficoltà, quindi decido di chiudere la conversazione e continuare per la mia strada.

"Ora scusami, devo andare."

E senza aspettare la sua risposta mi giro, e me ne vado.

Cammino velocemente, e verso le 12:30 il caldo aumenta, e la fame anche, forse è meglio tornare a casa.

*dopo pranzo*

Sono davvero molto stanca, mi metto sul mio letto, e ascolto la musica.

Oggi sono tutto il giorno da sola, i miei non torneranno fino a questa sera.

Decido di sistemarmi la camera, che è ancora piena di scatoloni.
Mi faccio spazio e comincio ad ordinare vestiti, scarpe, e oggettini che mi sono portata in questa nuova casa.

Mentre sistemo penso..penso a quanto sarà difficile per me inserirmi in una nuova scuola, che è in una nuova città per me.
Penso se sarò accettata oppure no, se farò amicizie..

I miei pensieri vengono disturbati dal rumore della chiave nella serratura, segno che i miei sono di ritorno, e mi accorgo che pensando e sistemando sono passate ben 2 ore.

"Ele siamo tornati" urla mia madre dal piano di sotto.

Scendo correndo le scale.

"Ciao mami, ciao papi" do un bacio sulla guancia ad entrambi.

Mio padre si avvicina a me.
"Sei andata in giro oggi?"
"Si, ho fatto una passeggiata, così, per vedere un po' il nostro nuovo quartiere."

"Hai fatto bene, è ancora estate, e devi uscire un po'" si intromette mia madre "e vedo che molte scatole che erano qui non ci sono più..hai sistemato la tua camera?"

"Si mamma, ho messo a posto quasi tutto, manca giusto qualcosa."
"Brava tesoro."
"Ora vado su, sono un po' stanca."

"Si ma ricordati che tra mezz'ora ceniamo" dice mio padre mentre si allontana.

Prendo il telefono, e, annoiata, entro su Twitter..i miei amici, quei pochi amici che avevo a Londra, si stanno divertendo, ed io sono sola qui.

Mi giro e mi rigiro nel letto, cercando qualcosa da fare, prima metto la musica, poi prendo un libro e leggo qualche pagina, canto, ballo, ma non passa molto tempo.

Mentre canto, mi arriva un messaggio: è la mia migliore amica, Isabelle, che mi chiede come sto e come è andata la mia prima giornata qui a Roma.
Io ovviamente le racconto della figura che ho fatto, e le descrivo un po' com'era il ragazzo.

"...secondo me, dovevi rimanere a parlarci."

"Sai bene come sono fatta."

"Si, okay, ma sei in una nuova città, dove non conosci nessuno e magari il tuo carattere potrebbe migliorare."

"No, Isa, il mio carattere è questo, e non si puo' cambiare. Se sono fredda e timida con le persone non ci posso fare nulla.."

"Va bene, ho capito, ho capito, ora vado che qui c'è davvero molto casino, ti riscrivo domani."

"Okay, a domani."

"Ti voglio tanto bene."
"Anche io."

Ora che ho finito di parlare con Isa, decido che forse è meglio scendere in cucina, che tra meno di 10 minuti è pronta la cena.

Ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare..c'è uno strano silenzio che viene interrotto da mio padre.

"Allora, Ele, come...come è andata? Ti è piaciuto il nostro quartiere?"
"Si, molto carino...ma..dovete dirmi qualcosa?"

I miei si guardano seri, poi, con un sorriso mia madre mi da una notizia..

"Tesoro, sono incinta."

Faccio fatica a mandare giù il pezzo di carne che avevo in bocca, e stupita li guardo entrambi.

"Dite davvero?"
"Si."

Da una parte sono felice, un piccolo bimbo o una piccola bimba da coccolare mi piace, ma dall'altra sapere che anche i miei genitori si allontaneranno da me per badare al bambino che sta per nascere, un po' mi da fastidio.

"È fantastico" mi limito a dire, e loro si limitano a sforzare un sorriso.

Restiamo in silenzio per il resto della cena, e finito di mangiare, mi alzo ed esco un po'.

C'è il tramonto, ed io amo guardarlo, ma a Londra quasi sempre è nuvoloso e di tramonti se ne vedono pochi.
Invece qui, c'è qualcosa di magico.
Rimango incantata a fissare le sfumature di rosso, rosa e celeste alternarsi nel cielo, penso che sia davvero uno spettacolo.
Così come mi piace guardare il tramonto, mi piace anche guardare il mare, soprattutto quando è mosso, e non c'è nessuno.

In quei casi sono davvero molto solitaria..

Ricordo che una volta, in vacanza, avevo preso un asciugamano, ero andata in spiaggia da sola, anche se pioveva, e mi ero seduta su uno scoglio a fissare il mare.

Però non ero completamente sola: c'era una ragazza, poco più distante da me, che il mare lo stava disegnando..
Era Isa, li ci siamo incontrate. Mi ero seduta vicino a lei, e ci eravamo presentate, e dopo 5 minuti parlavamo come se ci conoscessimo da una vita..

"Ele, torna dentro."

Mia madre come sempre interrompe i miei pensieri e i miei momenti di tranquillità.

Mi alzo ed entro in casa. Salgo le scale, mi sdraio sul letto, controllo l'ora, sono le 22.00, e con le cuffie nelle orecchie mi vengono in mente dei ricordi..ricordi belli, che poi sono diventati brutti..e inizio a piangere, piango perché ricordare fa male.

In questo momento, penso a quanto io possa sembrare forte, ma quanto in realtà sia debole.
Piango...piango...fino ad addormentarmi..

**

cercherò di aggiornare presto, tanti kiss :*

//Aury.



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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 21, 2015 ⏰

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