Una notte insieme

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Questo non è un semplice temporale, ma una tempesta vera e propria

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Questo non è un semplice temporale, ma una tempesta vera e propria. Sono spaventata più che mani, non riesco nemmeno a muovermi e non faccio che tremare.

Apro gli occhi, mi guardo attorno e riconosco l'ambiente che mi circonda. Sono a casa mia, nella mia camera e dall'altro lato del corridoio c'è la stanza di mia madre.

È buio pesto, non riesco a vedere molto ma so di essere a casa. Mi lascio andare in un sospiro di sollievo, ma subito sussulto e sento arrivare l'ansia, il panico.

Sento un pianto in lontananza, solo questo. È disperato, forte e fa male solo a sentirlo. Riconosco subito mia madre, ma dov'è che ho già sentito quel tipo di pianto? Quando l'ho già sentito?

La mia camera si illumina per via di un lampo e, dopo pochissimo, un tuono fa tremare l'intero edificio. Tremando, mi alzo dal mio letto per raggiungere mia madre: so che lei riuscirà a calmarmi e, inoltre, voglio sapere perché piange.

Con un po' di coraggio, attraverso il corridoio e mi ritrovo davanti a lei. È seduta sul divano, i capelli arruffati e il viso nascosto dalle mani. Le lacrime, amare e calde, le scivolano lungo il viso, schiantandosi poi sul tappeto sotto ai suoi piedi.

«Mamma» sussurro. «Cosa c'è che non va? Odio vederti così triste»

Lei sembra non sentirmi, così mi avvicino e mi inginocchio davanti a lei. Cerco di abbracciarla, ma quando le mie braccia sfiorano il suo corpo, io le passo attraverso quasi fossi un fantasma.

«Mamma!» la chiamo, in preda al panico. «Mamma sono qui! Mamma ti prego, ascoltami!»

Percepisco qualcosa nell'aria, qualcosa che fa spostare la mia attenzione su un particolare che è il motivo per cui mia madre sta piangendo. La porta di casa è completamente spalancata.

«Papà?!» urlo, avvicinandomi alla porta d'ingresso. «Papà non te ne andare!»

Vedo la sua figura in lontananza, poi urlo di nuovo e cado a terra. La figura di mio padre svanisce nell'aria, rimane solo il vuoto accompagnato dai singhiozzi disperati di mia madre e dalla tempesta.

Abigail si svegliò sussultando. Non faceva quel sogno da mesi, ormai, ma stranamente era tornato. Si mise a sedere sul letto, ma proprio mentre lo faceva la porta di camera sua si spalancò.

«Che è successo?» chiese Alex, preoccupato e assonnato insieme.

«Ho avuto un... incubo» mormorò Abigail in risposta, portandosi una mano al cuore per calmare il battito cardiaco. «Era solo... un brutto sogno»

Alex guardò Abigail con uno sguardo sconvolto, preoccupato. Si avvicinò al letto di lei e le accarezzò una guancia, continuando a fissarla. Poi Abigail si allungò istintivamente e si accoccolò a lui mentre Alex la avvolgeva con le sue braccia, nascondendo il viso nell'incavo del collo di lui.

«Ti prego, resta con me» supplicò lei in un sussurro, stringendosi più forte ad Alex.

«Per te tutto, piccola» rispose semplicemente lui, aiutandola a stendersi sotto le coperte e sdraiandosi lui a sua volta.

E ancora una volta il cuore di Abigail riprese a battere più velocemente, ma questa volta il temporale non aveva colpe. Il modo in cui Alex l'aveva chiamata, le aveva mozzato il fiato in gola.

Il modo in cui le labbra di Alex si piegavano per dire quella parola, provocava diverse emozioni nell'animo di Abigail. Le dava l'impressione che fosse più profondo, più dolce e più ammaliante.

Un brivido le corse lungo la spina dorsale, rubandole un sorriso imbarazzato. Poi, mentre Alex si infilava sotto le coperte insieme a lei, Abigail si morse un labbro e si accoccolò nuovamente a lui. Respirò il suo profumo, sorrise ancora.

«Ora dormi, Abby. Ci sono qui io, non preoccuparti»

31 Giorni Insieme A Te || COMPLETATA ✅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora