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I giorni passarono, Dicembre si avvicinava ed Alex e Abigail non facevano che aspettare e aspettare

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I giorni passarono, Dicembre si avvicinava ed Alex e Abigail non facevano che aspettare e aspettare. Da quando Julia, Fanny e Mike – i genitori di Alex – avevano dato il permesso ai figli di partecipare – alla fine, anche Julia aveva acconsentito – i due ragazzi si trovavano spesso il pomeriggio e passavano ore intere a parlare, guardare film o a fissare i propri cellulari in attesa di una chiamata dai Creatori.

Dal momento in cui avevano consegnato i moduli di partecipazione, Alex era diventato quasi possessivo nei confronti di Abigail. Ogni volta che un ragazzo le parlava, lui era pronto per intervenire, e se James l'abbracciava, Alex diventava rosso dalla rabbia.

Quella mattina, infatti, lui e il resto del gruppo stavano aspettando la campanella che indicava l'inizio delle lezioni. James era appena arrivato e, dopo aver salutato Alex, Maya e Noah, si era subito avvicinato ad Abigail per abbracciarla.

Lasciala immediatamente, pensò Alex in un momento di rabbia.

«Dicembre è qua dietro l'angolo» mormorò Abigail, abbassando il capo e ricambiando l'abbraccio del suo migliore amico. «Avranno sicuramente già chiamato qualcuno»

«Abby, non preoccuparti» le disse James, staccandosi da lei quel tanto che bastava per poterla guardare negli occhi. «C'è ancora tempo»

«Non pensarci, d'accordo?» aggiunse Maya, rimanendo fra le braccia di Noah.

Poco dopo la campanella suonò e tutti si affrettarono ad entrare a scuola, tutti tranne Alex e Abigail. Lui l'aveva fermata ponendosi davanti a lei. Le adagiò la mani sulle spalle, la guardò con un occhio divertito e malizioso insieme e infine le sorrise.

«Saltiamo scuola oggi, che ne dici?» le chiese.

«Alex, se mia madre mi scoprisse mi ucciderebbe» rispose immediatamente Abigail, sentendosi stranamente bene al tocco delle mani di lui.

«Non farò la spia, promesso» replicò lui, mantenendo il sorriso.

Istintivamente, i due si erano avvicinati e adesso sembrava si stessero abbracciando. Erano talmente vicini che lui respirò a pieni polmoni il profumo di Abigail: sapeva di cocco fresco e latte.

«E poi, oggi ho una verifica e ieri non ho studiato» proseguì Alex, facendola indietreggiare. «Sai com'è, ho dovuto passare tutto il pomeriggio con una certa persona»

«Ah, quindi la colpa adesso è mia?» domandò Abigail, portandosi una mano al cuore in modo teatrale – fingendosi offesa. «Dammi un buon motivo per salire a bordo della tua magnifica auto, Alex Marsh. Uno solo»

«Vieni con me e ti prometto che assaggerai la cioccolata calda migliore del mondo, Abigail Collins» affermò Alex, dandole un altro colpetto con l'indice sulla punta del naso.

Abigail sorrise, annuì e lo seguì verso la sua lussuosissima macchina. Salirono a bordo di quest'ultima, sfrecciarono via dal parcheggio della scuola e si divertirono a canticchiare andando a tempo con la radio.

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