Chapter 3

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)Poi leggete ciò che dico sotto. Buona lettura.(

Non voleva altri pretesti per il quale lo sguardo delle persone sarebbe caduto su di lui.
Indossa anche un cappello di lana, che cerca di abbassare per coprire parte del viso.
Si sentiva già a disagio ed era ancora nella sua casa.
Prende un respiro profondo, poggia la mano sulla maniglia e apre, iniziando ad avventurarsi nelle strade di quella città che era perennemente fredda.
Che cosa magnifica il freddo non trovate?
Una delle cose più belle che esistano.
Il freddo porta la cioccolata calda, gli abbracci anche solo per scaldarsi, le felpe, la neve e queste cose Harry le amava.
Amava quel luogo in cui era nato e cresciuto.
Immagini di lui da piccolo che attraversa le stesse strade che sta percorrendo ora, gli balenano nella mente.
Non vuole rivivere una scena come gli è capitato poco prima.
È stato devastante a livello emotivo.
Era come se solo in quel momento si fosse reso conto che in effetti la sua mamma non c'era più.
Non vuole che risucceda così inizia ad osservare le persone che si stringono nei cappotti e che tengono per mano bambini o che portano un cane al guinzaglio.
Sente molti sguardi addosso, se lo aspettava, ma non erano gli sguardi che aveva immaginato.
Qualche persona gli accennava dei dolci sorrisi oppure lo guardavano con tenerezza, altri addirittura con pietà.
Abitava in un paesino e per questo come gli aveva detto Zayn, la voce si era sparsa in fretta.
Ma non voleva la commiserazione di nessuno.
Lui stava bene perché tutti si ostinavano a pensare il contrario?
Lui stava dannatamente bene.
Si ritrova a stringere i pugni mentre aumenta il passo diretto verso casa di Zayn, aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi, e chi meglio del suo migliore amico?
Sente qualcuno urtarlo e si riscuote dai propri pensieri, alzando lo sguardo da terra.
Occhi color ghiaccio con sfumature grigie, che piacevole sorpresa.
Rivolge un enorme sorriso alla dottoressa Sunset che gli aveva scritto solo la sera prima.

"Buongiorno dottoressa."

Si limita a dire senza muoversi, vedere quel volto familiare gli aveva completamente spazzato via il malumore.
È bellissima.
Una ragazza ambiziosa e bellissima.
Sarebbe stata sua, era questo il pensiero fisso nella sua testa mentre continuava a mantenere lo sguardo in quegli occhi incredibili.
Lei non risponde, si limita ad alzarsi sulle punte e a stampare un bacio sulla guancia del ragazzo dai capelli scuri.
Era misteriosa e questo non faceva che attrarlo maggiormente, lei era tutta un segreto ma era sicuro che sarebbe riuscito a scoprire tutto ciò che faceva parte del suo carattere.

"Vuole venire da Starbucks assieme a me? Le offro volentieri un caffè."

La ragazza lo guarda titubante per alcuni secondi, come se stesse decidendo qual'era la cosa giusta da fare, ma alla fine annuisce, facendo spuntare un bellissimo sorriso con tanto di fossette, sul viso di Harry.
Mette le mani in tasca, sentendo una folata di vento travolgere entrambi, si morde il labbro inferiore, screpolato dal continuo gelo.

"Posso darti del tu vero Harry? Comunque come stai dopo l'operazione? Ti senti bene?"

Quelle parole lo infastidiscono leggermente, non vuole affrontare l'argomento perché così è come se lei mettesse Harry su un piano lavorativo. Chirurgo e paziente.
Harry voleva parlare di altro, voleva sapere la sua età, il suo nome, i libri che leggeva, cosa le piaceva fare e cosa odiava.

"Benissimo, grazie."

Cerca di troncare la conversazione per poterne iniziare una nuova. Forse usa un tono un po' troppo freddo poiché nota la ragazza arricciare il naso, come se fosse infastidita.

Vede lo Starbucks in fondo alla strada e sorride, prende la ragazza per mano e inizia a a correre verso l'edificio bianco e verde.
La sente ridere, non pensava che qualcuno potesse avere una risata così bella, limpida.
Una volta dentro, si dirige verso il bancone e si gira verso di lei, chiedendole cosa vuole ordinare.
Dopo averla sentita parlare ordina due cappuccini e si vanno a sedere entrambi ad un tavolo con le tazze calde fra le mani, per scaldarsi.

"Allora dottoressa, qual'è il suo nome?"

Sorride e porta la tazza alle labbra mentre la guarda da sopra di questa, aspettando una risposta da parte sua.

"Mi chiamo Anne."

Lei ricambia il sorriso, imitando le azioni del ragazzo che non appena sente quel nome, quasi si strozza con la bevanda.
Si riprende in poco tempo e la guarda con gli occhi sgranati mentre la propria mente torna indietro nel tempo.

*Flashback.*

- Mamma guarda! -

Harry si avvicina alla mamma mostrandole la piccola macchina di legno che aveva costruito lui assemblando i pezzi, ma la donna era troppo presa a parlare con una sua amica per poter dare retta al bambino.

- Mamma dai! -

Piagnucola Harry tirandole un lembo della lunga gonna viola che portava quel giorno, ma niente, era troppo presa dal discorso che stava affrontando.

- Anne! -

Urla allora il bambino pur di catturare l'attenzione della mamma che si gira quasi subito, con un aria di rimprovero che però si trasforma in breve tempo in un sorriso. Come poteva Anne riuscire a tenere il muso ad un bambino come Harry?

- Amore non chiamarmi per nome, ma comunque che bella macchina che hai costruito. Dopo mi ci fai fare un giro? -

Harry le getta le braccia al collo dato che lei si era abbassata alla sua altezza per potergli parlare. Si stringono forte, come se fossero l'uno la vita dell'altra e in parte era così.

*Fine flashback.*

Come poteva Harry, essere così tranquillo dopo la sua morte, se per lui quella donna era tutto?

A riscuoterlo dai propri pensieri è la voce della ragazza.
Doveva smettere di rivivere quelle scene perché ogni volta era devastante.
Era come riemergere dall'acqua dopo essere stato per più tempo in apnea.
Respira affannosamente guardando la ragazza di nome Anne negli occhi.
Lei a sua volta gli sta accarezzando il dorso di una mano che lui sta tenendo sul tavolo, e lo guarda preoccupata.

"Harry tutto bene? Hai fissato un punto ed è come se tu avessi disconnesso il cervello nonostante io ti chiamassi."

Harry sforza un sorriso, annuendo alle sue parole.

"Allora piacere Anne, come avrai già capito il mio nome è Harry. Hai letto la mia cartella clinica."

Sussurra alzando le spalle e lei annuisce, non contenta del fatto che lui abbia cambiato argomento.
Era come se adesso l'avesse messa Harry sul piano lavorativo.
Lui non avrebbe voluto cambiare argomento ma quella ragazza gli faceva uno strano effetto.
Non riusciva a capire però se un effetto positivo o negativo.

)Linda(
Beh, ciao a tutte!
Nonostante nessuno caghi questa storia, io sto continuando a scriverla perché ne sono innamorata.
Ma vi prego, se vi piace, commentate o lasciate una stellina.
Per voi basta un click e per me è una cosa importante. Grazie!
L'ho pubblicato esattamente quattro giorni prima, visto che di solito aggiorni ogni 8 giorni. Se ci sarà un commento, cercherò comunque di aggiornare fra 4 giorni anche se sono in vacanza, altrimenti ne aspetterete 12. Xoxo

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 28, 2015 ⏰

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Darkness or brightness? ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora