"Per favore, Tommy. Per favore."
Questo sembravano dire gli occhi di Newt, al centro di un gruppo di Radurai, mentre fissava Thomas con insistenza.
*due settimane prima*
-Promettimi che non cercherai di morire restando una notte nel labirinto Tommy...promettilo.
Thomas lo guardava spaesato, fino a qualche secondo prima era convinto che anche il suo migliore amico fosse disposto a tutto pur di andare via da lì.
-Perché non dovrei? Potrebbe essere l'unico modo che abbiamo per capire come andarcene via da qua, non è quello che vuoi?
-Non voglio rischiare di perderti...non riuscirei più ad andare avanti senza di te.
Le parole gli erano uscite di getto, senza che potesse rendersene conto, ed avevano stupito Newt tanto quanto Thomas. Sapeva bene che era quello che voleva dirgli davvero, che avrebbe voluto gridargli addosso quanto avesse paura del labirinto, del male che avrebbero potuto fare i Dolenti a quello che si era rassegnato a dover considerare solo il suo migliore amico. Ma sapeva anche che con quella dichiarazione aveva spiazzato Thomas, che ora lo fissava senza sapere cosa dire, cosa rispondergli.
Scappò via.
Thomas non lo seguì, non lo chiamò per farlo tornare indietro, e Newt corse fino a non avere più fiato, quindi si arrampicò su un albero e restò lì. Non sarebbe più riuscito a parlare con Tommy, e doveva seriamente iniziare a chiamarlo Thomas come facevano tutti gli altri, doveva iniziare a passare le giornate con qualcun altro. Doveva cambiare vita, di nuovo, ma stavolta nessuno gli avrebbe cancellato la memoria per fargli dimenticare tutto.
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-Dobbiamo entrare nel labirinto, stanotte.
Thomas aveva radunato gli Intendenti per spiegare il suo piano: uscire nel labirinto e gettarsi nella Scarpata per entrare nella Tana dei Dolenti.
E a Newt, che non gli parlava da due settimane, non rimaneva che fissarlo cercando di fargli capire che no, non voleva entrare nel labirinto e non voleva neanche che lui lo facesse.
E fu proprio mentre stava per parlare e dirgli di non pensarci nemmeno che accadde: Thomas incrociò il suo sguardo e gli fece un occhiolino accennando un sorriso. Newt chiuse la bocca senza emettere un suono e sentì la rabbia montargli nel petto. Non lo aveva cercato per bene quindici giorni e mezzo, e ora se ne usciva in quel modo. Aspettò che gli altri Radurai si allontanassero per discutere e si avvicinò a lui, intenzionato a farlo sentire male quanto lo era stato lui in quei giorni.
Ma, non appena incrociò il suo sguardo e si accorse di quanto effettivamente fossero vicini, la rabbia scomparve e le parole gli si bloccarono in gola.
-Allora...tu non discuti con gli altri?
Thomas sorrideva come se non fosse mai successo nulla, e Newt rispose senza riflettere.
-Lo sai come la penso, e lo sanno anche loro. Non ha senso andare là fuori e rischiare la morte per una tua stupida teoria, perché è stupida Thomas, e non puoi negarlo. E poi l'ultima persona che ha passato la notte fuori non è più tornata, e non voglio che succeda a nessuno di noi.
Thomas restò impassibile davanti alla sua risposta.
-Se pensi che le mie idee siano stupide allora d'accordo, restiamo qui per sempre. Sei più felice così? Con i Dolenti che entrano nella Radura di notte e un morto per ogni giorno? Credi che a noi non toccherà mai? Vuoi andartene da qui o no?
-Certo che voglio andarmene, più di chiunque altro, e non ho paura di morire. Ho paura per te Thomas, per quello che potrebbe succederti là fuori. E sono disposto a passare la notte nel labirinto, ma solo se tu resti qui, al sicuro, dove niente può farti del male...o portarti via da me.
Sussurrò l'ultima parte quasi sperando che Thomas non lo sentisse, aveva paura ma non era dovuta ai Dolenti o al labirinto; aveva paura di essere abbandonato da Thomas un'altra volta, di passare un'altra settimana cercando di evitarlo per non sprofondare nell'imbarazzo e nella tristezza.
Ma Thomas, come sempre, lo sorprese; sorrise e si avvicinò a lui, abbracciandolo di getto e stringendo forte i suoi fianchi, "costringendolo" a cingergli il collo e a ricambiare quell'abbraccio improvviso.
-Ti voglio bene Newt, davvero, ma non costringermi a restare qui. Se devo morire voglio farlo lottando e voglio che tu sia al mio fianco, voglio vedere te prima di chiudere gli occhi per sempre o dopo essere scappato da questo posto.
Newt lasciò un piccolo bacio sulla sua spalla per poi poggiarvi sopra la fronte, cercando di mascherare il rossore sulle guance.
-Per favore, Tommy...non mi hai promesso di non passare la notte nel labirinto, ma almeno promettimi di uscirne vivo...io...farò di tutto per salvarti la vita lì dentro se ce ne sarà bisogno, ma non fare l'eroe...pensa a salvare te stesso e se anche io non dovessi farcela...sarò contento di essere morto per salvare te.
Parlava e sentiva il fiato mancargli mentre cercava di trattenere i singhiozzi che accompagnavano le lacrime scese lentamente sulla spalla di Thomas, che però era troppo concentrato a stringerlo tra le sue braccia per accorgersene. Solo quando si allontanò per guardarlo negli occhi si rese conto del pianto silenzioso di Newt, e gli accarezzò il viso per asciugare le lacrime sfuggite. Gli diede un bacio leggero sulla fronte e tornò a guardarlo negli occhi.
-Non ho intenzione di uscire da quel labirinto senza di te. Sarebbe inutile, avere una vita migliore senza nessuno di importante con cui viverla, no?
Sorrise, nonostante anche lui fosse davvero spaventato, e lo baciò, delicatamente, come se avesse paura di ferirlo.
Poggiò la guancia contro la sua avvicinandosi al suo orecchio, e sussurrò per non farsi sentire dagli Intendenti che tornavano verso di loro.
-E non chiamarmi più Thomas...so che eri arrabbiato con me, ma sono sempre il tuo Tommy, ed ho bisogno di te
Newt stava per ribattere quando Minho si posizionò affianco a lui dichiarando di essere pronto e di aver radunato tutti i Radurai che volevano fuggire da lì. Diede ordine a Thomas di guidare il gruppo, quindi quest'ultimo guardò Newt un' ultima volta sorridendogli e, non appena Newt ricambiò il sorriso, iniziò a correre verso il labirinto seguito dal gruppo di Radurai.
"Per favore, Tommy. Per favore. Sta attento."
Lanciò un ultimo sguardo alla Radura e seguì il gruppo fuori da quell'incubo.......
Salve a tutti, non so iniziare i discorsi quindi direi banana.
Sta storia è frutto di una notte insonne in un albergo sperduto e senza connessione, stranamente è la prima storia che scrivo e mi soddisfa abbastanza. Fatemi sapere che ne pensate con un commento o una stellina e (spero) alla prossima
♥