One mounth without him.

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Capitolo 34.

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Anche questa volta faccio lo spazio autrice prima del capitolo lalala.

Questa volta vi chiedo di ascoltare "Mad world" di Gary Jules, è una delle mie preferite e mi piaceva come si accostava al mese di Louis senza Harry, spero che vi piaccia, fatemi sapere.

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Louis aveva accettato quel lavoro, alla fine non era male, anzi, era piuttosto divertente quando non pensava a come era finito a lavorare li.

Era rimasto da Zayn, si erano baciati una volta, Louis era scoppiato a piangere e Zayn lo aveva consolato dicendogli che era normale.

No, per lui non era normale.

Aveva paura di toccare altre persone, come se facendolo tradisse Harry, la cosa era folle dato che era stato proprio lui a tradirlo.

Faceva di tutto per distrarsi, voleva affogare la tristezza.

Lo trovava piuttosto divertente e allo stesso tempo lo trovava piuttosto triste il fatto che i sogni nei quali stava morendo erano i migliori sogni che avesse mai avuto.

Harry lo aveva fatto sentire nel modo in cui ogni bambino dovrebbe sentirsi.

Lo faceva sentire bene.

Nel bar facevano diverse feste, nelle quali Louis stava in disparte, si limitava a servire i ragazzi e le ragazze ubriache guardandoli con disprezzo, magari anche loro erano li per sbaglio, magari bevevano per dimenticare, magari bevevano per divertirsi per poi tradire il proprio fidanzato o la propria fidanzata senza ricordarsi niente il giorno dopo.

Si diceva che doveva smetterla con questi stupidi pensieri, ma ogni cosa gli ricordava lui.

Gli ricordava dei soffici capelli ricci, delle fossette e degli occhi verdi.

Ogni tanto per dormire indossava la felpa che Harry aveva lasciato li, si dava dell'idiota, doveva dimenticarlo e indossando quella felpa non lo aiutava di certo.

Si fece un tatuaggio.

" "

Erano due semplici virgolette che segnavano la fine e l'inizio di qualcosa.

Qualcosa che gli era sfuggito di mano.

Andò in palestra con Zayn, prendeva a pugni il sacco da boxe fino a non avere più forze neanche per piangere o per parlare, ma andava meglio così.

Ogni tanto tornava al Madison Square Garden e si sedeva nella panchina di Harry, non gliene importava se ogni giorno si sedessero centinaia di persone, quella era la panchina di Harry, quella in cui si sedeva per pensare.

In quella panchina scriveva, scriveva canzoni che poi non cantava, non gli piaceva la sua voce, non gli piaceva più niente di lui ora che non c'era più qualcuno a dirgli che era perfetto, sapeva che non era così, ma sentirselo dire da una voce roca e bassa che tanto amava lo rassicurava.

Scriveva canzoni che parlavano di lui, che parlavano di loro, si sentiva ancora più debole facendolo, ma allo stesso tempo quelle frasi lo aiutavano a sorridere.

"Cause nobody knows you baby the way I do

and nobody loves you baby the way I do

It's been so long, It's been so long

maybe you are fireproof

cause nobody saves me baby the way you do."

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Alla fine mi ritrovo a fare lo spazio autrice anche alla fine, ma dettagli.
Wow l'altro capitolo ha raggiunto molte letture in poco tempo e per questo pubblico alle 09:19 un nuovo capitolo, mi sono appena svegliata quindi ringraziarmi (scherzo hahaha).

Oggi vi aspetto alle 11 al binario 9¾, ci sarete vero?

Siamo io e te contro il mondo ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora