capitolo 3

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Un forte rumore di chiavi svegliò improvvisamente Arya, anche se non era ancora del tutto addormentata, ma era più che altro in una specie di dormiveglia. Alzò lentamente lo sguardo, era sfinita, quanto tempo era passato? Aveva fame e sete. Fissò di fronte a se, trovando Xerneth, il ragazzo col codino, con uno sguardo del tutto indifferente. "Alzati." Disse, incrociando le braccia. "Per andare dove?" Chiese la ragazza, stordita. Xerneth sbuffò, per poi chinarsi e afferrarla per un braccio. "Dai, vieni con me." Arya era senza forze, lasciò che Xerneth la trascinasse. Attraversarono tutto il corridoio delle celle sotterranee, erano completamente al buio, ma sembrava che Xerneth conoscesse quel posto talmente bene da non aver bisogno di portare nemmeno una candela. Camminava sicuro, trascinando Arya per un braccio. "Ora devi stare calma. Non fiatare se non ti dicono di farlo". Xerneth aprì la grande porta di legno che si trovava di fronte a loro.
La luce arrivò improvvisamente sugli occhi di Arya, che ormai era abituata al buio, mise immediantamente le mani sul viso per proteggersi dalla luce accecante. Xerneth le diede una leggera botta sul fianco, come per dirle di levare le mani dalla faccia. "Cerca di non agitarti."
Arya guardò dritta davanti a se. Era pieno di persone, chi beveva birra, chi mangiava. Erano tutti giovani, la sua etá più o meno. Sembravano tranquilli, senza nessuna preoccupazione. Tutti gli occhi in quella stanza si posarono su Arya che riconobbe Keren nella folla. "Perchè mi fissano tutti?" Sussurò a Xerneth.
"Non ti agitare e soprattutto non fiatare" Arya sbuffò, era stanca, voleva delle risposte e se Xerneth non voleva dargliele, avrebbe chiesto a qualcun altro. "Cosa avete tutti da guardare? Non avete mai visto una ragazza in vita vostra?" Era nervosa, affamata, assetata e stanchissima. Ci fu un secondo di silenzio, poi le risate dei ragazzi che si trovavano li riempirono la stanza "e questa ragazzina chi sarebbe?!" Chiese uno dei tanti ragazzi, ridendo. Xerneth alzò la voce "Non sono affari vostri." "Dov'è Alcamon?" Chiese Arya, senza curarsi se la stessero ascoltando o no. Xerneth la fulminò con lo sguardo. "Cretina." Poi la afferrò di nuovo, trascinandola oltre quella stanza piena di persone. Arya cercava disperatamente di nascondersi dagli sguardi di quei ragazzi. Sembravano avere tutti qualcosa di strano, qualcosa in comune che li teneva uniti. Arrivarono davanti ad un'altra porta, Xerneth tirò fuori un mazzo di chiavi per poi aprire la porta e spingere Arya dentro. "Alcamon!" Urlò la ragazza vedendo il fratello seduto su una sedia, con le mani tra i capelli corti marroni, lui alzó lo sguardo. Aveva gli occhi lucidi. "S-scusa" Arya si avvicinò lentamente mettendogli una mano sulla spalla "vuoi dirmi cosa diavolo hai combinato? Possiamo risolvere la questione." Alcamon scosse la testa "i-io" ci fu un secondo di silenzio "certo, le cose si possono sistemare." Solo in quel momento Arya notò la persona che aveva parlato. Era quel ragazzo con i capelli viola a caschetto e l'aspetto infantile, fece passare qualche secondo, poi continuò "ma solo a modo nostro" terminò, con un sorriso, per poi uscire dalla porta e lasciare Arya e Alcamon da soli.

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