capitolo 2

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Il freddo fu la prima cosa che Arya sentì. Il pavimento su cui si trovava era sporco e pieno di insetti, alcuni non li aveva addirittura mai visti. Aprendo gli occhi mise a fuoco, e non appena vide quello che la circondava una smorfia le si formò sul viso. Gli insetti le avevano sempre fatto uno strano effetto ma non era solo quello a farle schifo, quel posto era a dir poco lurido. Si rese conto di trovarsi in una cella in cui non c'era nemmeno un letto. Si toccò lo stomaco, il suo ultimo ricordo era quel forte dolore esattamente in quel punto. Cosa aveva fatto per meritare questo? Aveva vissuto la sua vita tranquillamente per 17 anni, cosa aveva scatenato tutto questo? Pensò subito ad Alcamon, era sempre stato misterioso, persino con lei che era sua sorella, in questa storia lui c'entrava sicuramente qualcosa e come al solito lei non ne sapeva nulla. Un classico per lei, ma sta volta aveva davvero esagerato. Si toccò i capelli spettinati e non appena lo fece le tornarono in mente le parole che sentì pronunciare da Xerneth, il ragazzo col codino, la sera precedente. Le aveva chiesto, in modo tutt'altro che tranquillo e gentile, perchè non si era mai chiesta come mai fosse l'unica della sua famiglia con quei "dannati capelli rossi". Insomma, i suoi capelli non potevano essere la causa di tutto questo, doveva esserci per forza qualcos'altro. E poi erano solo stupidi capelli. Strisciò verso il muro, poggiandoci la schiena. Sospirò rumorosamente, cercando di trattenere le lacrime, cosa diavolo volevano da lei? Si sentiva persa, inutile, e soprattutto si sentiva piccola. Piccola di fronte a tutta questa situazione perchè non ne sapeva nulla, era totalmente incosciente di quello che le stava succedendo. Immagini sbiadite si facevano spazio nella sua mente. Occhi turchesi brillanti. Occhi viola. Alcamon. Non ci volle molto tempo prima che la prima lacrima di una lunga serie cominciò a solcarle il viso. Tra i numerosi singhiozzi controllò la cintura attorno al vestito, ormai sporco e stracciato. La spada era sparita. O meglio, le era stata sicuramente tolta. "Le tue lacrime non apriranno queste sbarre." Arya sbarrò gli occhi. Quella voce famigliare. Fuori dalla cella, ad osservarla con una candela in mano, si trovava Keren, il biondino dagli occhi viola. "Fammi uscire subito da qui!" Lo vide alzare gli occhi al cielo, per poi lasciare il suo solito sorrisino prendere posto sul suo volto. "Ti sembra di essere nella posizione di dare ordini?" Usando tutta la poca forza che aveva in quel momento Arya si alzò, avvicinandosi alla sbarre per poi aggrapparcisi "cosa volete da me? Cosa ho fatto? Quali sono le mie colpe?" Keren avvicinò la candela al volto della ragazza "sei solo uno scudo, povera piccola." Disse con fare ironico. Un rumore di metallo improvviso fece voltare entrambi "ti piace proprio girarci intorno eh keren?" Due occhi turchesi brillanti si distinguevano nel buio delle celle sotterranee. "Ryon, cosa diavolo ci fai qui?!" Urlò Keren, arrabbiato. Ovviamente Arya lo riconobbe subito, le aveva salvato la vita ben due volte, e per un secondo vide la salvezza. "Sono solo passato a fare una visita" disse guardando Keren, poi continuò voltandosi verso Arya "sempre nei guai tu eh" un'altra lacrima rigò il volto di Arya. "Ryon non ficcare il naso in questa storia." Lo avvertì Keren. Il moro in risposta alzò le spalle. "Troppa fatica" Arya sbarrò gli occhi arrossati, non poteva nemmeno contare su di lui. Se solo avesse saputo qualcosa. "Io non sto dalla parte di nessuno" continuò Ryon, tranquillo. "E allora si può sapere che ci fai qui?" Chiese nuovamente Keren. Ryon si poggió alle sbarre. "Ero annoiato, così sono venuto qui, sapendo che avrei visto qualcosa di divertente. E sapete cosa? Sono deluso. Tutto totalmente noioso e soprattutto scontato." Disse fissando Arya, che rispose. Ormai le lacrime sul suo viso erano secche. "Prego? Sono stata rapita e chiusa qui dentro, pretendi che ti racconti una storia divertente? Io voglio solo sapere cosa sta succedendo!" Ryon sbuffò per poi alzare le spalle, con l'abilitá di un gatto saltò sulla piccola finestra per poi saltare, senza dire una parola.
"Dimmi dove si trova mio fratello." Disse decisa Arya. Keren alzò gli occhi al cielo. "Insomma ti preoccupi ancora per lui dopo che non ti ha detto niente di tutto questo?" "È mio fratello, certo che mi preoccupo per lui." Keren sbuffò, imitando la voce di Arya. Poi le rispose "È dagli altri." "Chi sono gli altri?" Disse Arya sporgendosi dalle sbarre. "Troppe domande." Keren fece per girarsi ma la mano di Arya, gli afferrò la maglietta, se non fosse stato per quelle sbarre lo avrebbe bloccato definitivamente, o almeno questo era ciò che pensava lei. "Aspetta ti prego" disse tra i sighiozzi e le lacrime che avevano ricominciato ad uscire "ho bisogno di sapere qualcosa" senza girarsi Keren parlò "...tra un pò saprai." Poi andò via. Arya scorse, nelle parole di Keren un tono di conforto. Come se la stesse pregando di avere pazienza.
Si rannicchiò in un angolo della cella, poi chiuse gli occhi, cercando di non pensare.

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