Autostima

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Ti guardo da un angolo lontano. Hai in mano la maglia del pigiama e la osservi, per poi lasciarla giù sul bordo della vasca. Il tuo sguardo cade in basso, vedi quel rotolo enorme di grasso che non vorresti fosse lì e sospiri.
Perché non puoi essere come le altre ragazze, ti chiedi. Non riesci mai a vederti per come sei realmente.
Alzi di scatto la testa nel sentire una risata di scherno, ma non c'è nessuno nel bagno tranne te. Guardi lo specchio, corrucciando le sopracciglia. C'è qualcosa che non va nel tuo riflesso, ma al momento non riesci a capire. Non realizzi. Poi spalanchi gli occhi e apri la bocca a formare una 'O' con le labbra.
Quella non sei tu. Dovrebbe essere uguale a te, ma ci sono tanti dettagli che lo distinguono dalla tua persona.
Ma guardati. Che capelli...
Quella voce è tagliente e cattiva. Prendi una ciocca tra le dita e li guardi. Ricci, rossi e crespi. Li hai sempre odiati, e quel rosso... Quel rosso è bello, ma ne hai sempre voluto uno diverso. Alzi lo sguardo su quelli dell'altra te. Di un rosso rubino meraviglioso, un bel riccio tipico delle pubblicità degli shampoo.
Perché non sono così, ti chiedi. Perché non puoi essere bella come la persona che vedi all'interno dello specchio? Scuoti decisa la testa.
"Non può accadere... Sto solo immaginando" ti dici, come per rassicurarti. Ma uno sguardo sulla superficie riflettente ti fa cambiare idea, lei è ancora lì.
Sospiri e ti volti, andando a prendere la maglietta appoggiata sul bordo di ceramica. Un'altra risata aspra e sprezzante ti fa stringere forte la stoffa e girare un'altra volta.
Guardati come sei grassa. Non ti vuole nessuno. Pensi che le tue amiche ti vogliano davvero bene? Hanno solo pena di te...
"Basta, BASTA!" quasi urli, accucciandoti a terra. Perché è così cattiva con te?
Non ascoltarla! Tu vai benissimo così!
Ci provo, provo a parlarti. Ma quelle parole vanno nel vuoto, non le senti neanche. Appoggio le mani sulla superficie trasparente della mia prigione. Una bolla di cristallo, bellissima ma totale. E non riesci a sentirmi. Le mie parole sono vane e non raggiungono le tue orecchie.
Ti osservo indossare la maglia e uscire a testa bassa da quella piccola stanza. Ti rifugi nella tua camera, tra le pagine di un libro dell'università.
Piccola mia, ma che ti è successo?
Forse questa volta mi hai sentita, ti vedo alzare la testa. Poi la scuoti e nascondi nuovamente il naso tra le pagine. Perché lo hai fatto? Perché mi hai imprigionata qui, lontana, in modo da non sentire mai le mie parole?
Perché hai deciso di vivere senza la tua autostima?

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